Marina Berlusconi non ci sta e attacca Massimo Giannini per la sua rubrica su il Venerdì dedicata al defunto padre Silvio. Nel suo spazio sul settimanale, l’ex direttore de La Stampa ha commentato quello che ritiene essere un tentativo di beatificazione del Cavaliere sperimentato tra le pagine dell’ultimo libro di Paolo Del Debbio, “In nome della libertà”, in memoria dell’ex leader di Forza Italia, con la prefazione proprio della primogenita. Un punto di vista che non è piaciuto alla presidente di Fininvest, la quale ha replicato al giornalista con una lettera a Repubblica.
Nel suo commento, Giannini ha sollevato il problema della memoria nella politica italiana, riportando alcuni giudizi adoranti della stampa di destra sul “testamento spirituale e morale” di Silvio Berlusconi, riportato nella pubblicazione di Del Debbio.
“Ora – scrive Giannini, tornato a Repubblica dopo aver lasciato la direzione de La Stampa – nessuno vuole infangare un leader che ha fatto un pezzo di storia d’Italia, che non c’è più e non può replicare. Ma noi ricordavamo un altro Berlusconi. Quello dello stalliere Mangano e dei legami con Cosa Nostra, quello dei conflitti di interesse e delle leggi ad personam, quello degli attacchi al Colle e alle toghe, quello del lettone di Putin e del tendone di Gheddafi. Ma sbagliamo noi, sia chiaro. Come diceva Einstein, la memoria è l’intelligenza degli idioti”.
La risposta di Marina Berlusconi
Il commento di Giannini ha provocato la reazione di Marina Berlusconi, che con una lettera indirizzata al suo quotidiano ha contestato punto per punto i passaggi citati dal giornalista.
“Capisco bene che quando qualcuno ha una ossessione fa molta fatica a liberarsene – è la replica della primogenita del Cavaliere – Ad esempio, leggo che Massimo Giannini, nella sua rubrica sul Venerdì, continua ad accanirsi contro Silvio Berlusconi anche ora che non c’è più. Anzi, ricorrendo a toni ironici davvero di pessimo gusto, parla di una sua presunta beatificazione”.
Nella sua risposta, la presidente di Fininvest dà le sue precisazioni sulle vicende che hanno riguardato la storia politica del padre ricordate da Giannini, da Mangano al conflitto di interessi, da Putin a Gheddafi, accusando l’editorialista di essere mosso da un “pensiero ossessivo” che “ha nutrito e garantito carriere professionali che altrimenti – forse – senza un nemico contro cui scagliarsi quotidianamente e ciecamente, non sarebbero nemmeno esistite”.
Sotto alla lettera della figlia del Cavaliere pubblicata su Repubblica, non si è fatta attendere la controreplica di Giannini: “Ringrazio Marina Berlusconi per la sua attenzione, ma voglio tranquillizzarla sulla mia ‘ossessione’. Non sono affatto ossessionato dalla figura di suo padre. Meno che mai, nella mia rubrica sul Venerdì, mi sono ‘accanito’ contro di lui. Ho invece criticato quelli che lo santificano, dimenticando la Storia”.
“Del Cavaliere, nei suoi ultimi anni, ho imparato ad apprezzare la simpatia, da lui ricambiata nei miei confronti – ha sottolineato l’editorialista – Ma il giudizio politico, come gli dissi più volte nei nostri incontri a Palazzo Grazioli, è tutt’altra cosa rispetto al rapporto umano”.