MARIO BIONDI: “Il mio nuovo disco ‘Romantic’ affronta anche le problematiche della guerra, ho tanti amici in Russia e Ucraina! Musica napoletana e romanticismo? Sono la stessa cosa, passionalità e amore”
Si chiama ‘Romantic’ il nuovo album sull’amore di Mario Biondi. Il noto cantautore lo ha presentato ai microfoni di Radio Punto Nuovo: “Passati i periodi di Covid, ora siamo preoccupati per i fratelli ucraini e russi. Siamo in contatto con amici che sono lì. Ho frequentato per un periodo la Russia, così come l’Ucraina e ho racimolato amici. Sono dispiaciuto per questa cosa imbarazzante, la violenza non è una soluzione. Il tempo è galantuomo, è vero, ma spesso non insegna granché. In certe occasioni i brani si propongono da soli. Il nuovo disco non era ancora uscito quando è iniziata la guerra. Le tematiche, le problematiche restano sempre quelle. Questi ometti piccoli vogliono sempre fare i grandi, i forti. La prima traccia del disco dice qualcosa di molto azzeccato. Il brano è ‘The Creator Has A Master Plan’ e all’inizio il testo dice che c’era un periodo, un posto dove la guerra non esisteva. La gioia, la felicità regnavano forti e felici sulla terra. Ogni uomo stava bene perché conosceva la propria forza. Credo che il problema sia molto legato a questa cosa qua: se conosci la tua forza non hai bisogno di svilire, di annullare la forza degli altri. ‘Ricuordate’ un altro brano del disco, il napoletano fa parte del mio mondo da sempre, ma soprattutto fa parte a pieno titolo del mondo del romanticismo. Dire musica napoletana e dire romanticismo penso sia la stessa cosa, evocano esattamente lo stesso, ovvero passionalità, amore. Questo disco mi appassiona tantissimo, è come un neonato, ne inizio a capire i passi e mi emoziono quando qualcuno dice che è bello, che dà delle energie importanti. Sono contento di quello che stia succedendo a questo disco. Di conseguenza penso sia il migliore di tutti. Poi vado a ritroso ed ascolto quello fatto poco più di un anno fa e penso ‘Accidenti, però questo è bellissimo’. Non sono tanto autoreferenziale, non mi ascolto tanto. Capita che torno a casa e mia moglie o i miei figli mettano su i dischi e penso ‘Ma questo non lo ricordavo più'”.