Mario Monti promuove il premier: ‘Alla Meloni voto 8 e mezzo’

Mario Monti nel corso di un’intervista su Radiouno Rai a ‘Un giorno da pecora’ elargisce un voto lusinghiero al premier: il voto al governo Meloni è “molto migliore del previsto, da me e non solo. Diciamo un otto e mezzo su due materie: che sono disciplina nell’uso dei soldi pubblici e partecipazione consapevole all’Europa”.

L’ex premier Monti dice cose sensate anche sul Pnrr. “Non mi piace ma non credo sia la cosa peggiore- dice. Vedremo quando si potranno tirare le conclusioni su questa situazione. I segnali che vengono detti candidamente dalle autorità sono di preoccupazione – commenta-. Ma “d’altra parte – ammette volgendo gli occhi al passato –  l’Italia non è mai stata tra i Paesi in grado di utilizzare meglio i fondi europei. Credo sia stato un errore essersi precipitati a chiedere tutto all’Europa. La presidente Meloni dovrebbe dire: siamo qui da poco: avete visto con ‘Fratelli d’Europa’ che ho dato prova di grande responsabilità finanziaria europea. Ho riflettuto molto su questo argomento e rinuncio ad X,Y, Z della parte a prestito: perché potrebbero venire altri tempi e altre modalità di finanziamento. E voglio dare un segno di responsabilità”.

“Le raccomandazioni della Ue sono in linea con le priorità del governo”. In una nota il ministro Raffaele Fitto chiarisce e spiega la “predica” che la Commissione Ue ha inoltrato a Roma con un a serie di moniti a “fare presto. E’ bastato questo intervento a far esultare la sinistra sui ritardi presunti che il governo starebbe accumulando sul piano di ripresa e resilienza. In realtà, le cose per l’Italia non sono affatto così male. Lo ha ribadito anche il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni: “Non credo che dobbiamo guardare alle scadenze formali – afferma  – ma alla realtà. E la realtà ci dice che l’Italia, secondo i piani fin qui concordati, dovrebbe richiedere una quarta erogazione nel mese di giugno e una quinta nel mese di dicembre”. E naturalmente per tenere queto ritmo occorre far presto, non c’è dubbio.

Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, ha smontato lo scenario apocalittico che le opposizioni hanno innescato. “Le raccomandazioni sul PNRR contenute nell’ambito del pacchetto di primavera del semestre europeo presentate oggi dalla Commissione europea, affrontano sostanzialmente tre temi:

-l’attuazione del piano con la presentazione della proposta di modifica e dell’integrazione con il capitolo RepowerEU;

-la necessità di un rafforzamento della governance e della capacità amministrativa soprattutto a livello locale;

-l’indicazione che la complementarietà e la sinergia tra le politiche di coesione e quelle del PNRR sia garantita. A beneficio del dibattito politico italiano e delle diverse reazioni, è importante evidenziare – precisa Fitto – che queste posizioni sono in linea con la visione e le priorità del Governo Meloni; e del lavoro che si sta portando avanti sin dal primo giorno del suo insediamento”.

“E’ bene sottolineare che sulla modifica del Piano relativamente al capitolo aggiuntivo RePowerEU, come emerge da una lettura attenta e non superficiale del rapporto, si conferma l’avanzamento dell’interlocuzione positiva con la Commissione in attesa della formalizzazione dello stesso. Ed è per questo molto utile evidenziare che ad oggi sono solo quattro Stati membri ad aver presentato la proposta RePowerEU”.  L’isteria delle opposizioni non ha senso, anche perché il buon esito dei fondi del Pnrr andrà a beneficio dell’Italia e non di un partito o di una maggioranza. Ma la nozione di bene comune difetta. Giuseppe Conte aveva parlato di “figuraccia” con l’Europa. Sbugiardato anche dal commissario Gentiloni. Il presidente dei senatori del Pd aveva subito chiesto un confronto in Parlamento. È altrettanto importante evidenziare che la raccomandazione riguardante la complementarietà e sinergia fra i fondi PNRR e quelli della Coesione è esattamente quello che il governo Meloni ha individuato come strategia sin dall’inizio del suo percorso: sia nella organizzazione innovativa e unica delle deleghe, sia nella necessità di coordinare i diversi programmi per assicurare una visione unica. Siamo soddisfatti che ora rientri anche nelle raccomandazioni della Commissione. Infine  il rafforzamento della governance complessiva, comprese le unità di missione, e d’intesa con regioni, province e comuni, anche degli enti territoriali attuatori degli interventi, così come previsto nel decreto legge 13, consente un chiaro potenziamento della capacità amministrativa al fine di accelerare l’attuazione del piano e la sua implementazione nei tempi previsti”.

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