Mario Monti, guarda con interesse l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni e ne condivide molte linee programmatiche anche se annuncia l’astensione sulla fiducia: ‘Alcune sono molto diverse, a volte antitetiche, rispetto a quelle che alcuni di voi professavano in passato. Spesso demonizzando chi aveva le idee più simili a quelle che voi avete oggi. Di questi evoluzioni mi rallegro. Ma avrò bisogno di venire convinto dai fatti. Ecco perché oggi sulla fiducia al governo Meloni mi asterrò. E valuterò in seguito i singoli provvedimenti nella speranza di trovare più convergenze che divergenze’.
E’ un’importante apertura di credito da parte dell’ex premier alla guida di Palazzo Chigi tra il 2011 e il 2013. La sua è una posizione di attesa, ha fatto capire prendendo la parole nel dibattito sulle comunicazioni premier, Giorgia Meloni.Nei difficili giorni della preparazione del governo, quando sulla stampa impazzava il toto ministri, l’ex premier aveva speso parole di stima verso la premier in pectore, ‘una vera leader’. Non certo casuale il riferimento montiano al presidenzialismo, la riforma delle riforme per Fratelli d’Italia, anche se non rientra nelle immediate priorità del governo alle prese con l’emergenza energetica e le ricadute economiche della guerra russo-ucraina. ‘Il presidenzialismo si comincia ad attuarlo dove già la Costituzione lo richiede, in capo al presidente del Consiglio’, ha detto citando l’articolo 95 della Costituzione: ‘I vicepresidenti del Consiglio, i leader dei partiti della maggioranza hanno dei ruoli fondamentali possono e devono contribuire alla formazione della politica generale del Governo. Ma solo il presidente la dirige, ne è responsabile e ne mantiene l’unità di indirizzo’.
Mario Monti il 4 agosto è intervenuto all’evento Piazza Asiago, condotto da David Parenzo e Alessandro De Angelis, spiazzando in primis la platea che si attendeva una brutale arringa contro Giorgia Meloni. Il titolo dell’evento era infatti una specie di capo d’accusa. ‘L’Europa s’è destra? Come i sovranismi stanno spazzando via la democrazia in Europa’. Come se essere conservatori fosse l’equivalente di ‘non democratici’. Diretta streaming su Repubblica, La Stampa e Huffington Post, tutti in attesa dell’attacco nei confronti di Giorgia Meloni: ‘Secondo me Meloni viene apprezzata in Italia e all’estero perché è brava’. Come riporta il Corriere della Sera l’endorsment per la leader di Fratelli d’Italia nonché presidente del Consiglio non lascia margini di dubbio: ‘Meloni è secondo me visibilmente brava, inattesamente brava.Credo che la Meloni abbia perfettamente capito che per chiunque governi l’Italia se si va troppo fuori dalle linee tracciate dall’Europa sul bilancio il governo cade in due settimane. Siccome sono state fatte nel 2022 delle promesse elettorali, che anche da Meloni promettevano più disinvoltura sui conti pubblici, se il presidente del Consiglio capisce che su certi temi non si può scherzare, delude la sua base elettorale su quel tema, e su altri deve infierire un po’ di più. Gli uomini e le donne dell’economia possono pensare che le questioni finanziarie siano le più importanti, quelli interessati da quelle civili si trovano molto più in difficoltà. I patrioti non erano nazionalisti che si battevano per i singoli pezzi della futura Italia ma erano persone che si battevano fino alla morte per un’Italia che ancora non c’era. Tutto quello che viene detto e praticato sul fisco è una diseducazione folle. In Italia si risolverebbe l’annoso problema del debito pubblico se si potesse mettere un’imposta sul trasformismo. Questa tassa non c’è perché noi, inclusi i nostri media, abbiamo la memoria corta e pretendiamo poco dai politici che eleggiamo’.