Tre giorni di fermo per i marò catturati in India

Sono stati disposti tre giorni di fermo per i marò italiani, accusati di essere coinvolti nella morte di due pescatori indiani. A disporlo, la magistratura di Kerala. Lo riferisce l’emittente televisiva Times Now.

Italia possiede foto per scagionare i marò – Esisterebbero delle prove fotografiche in grado di scagionare i militari italiani catturati in India. Ad esserne in possesso le  autorità italiane che si stanno occupando della vicenda. Lo riferisce una fonte qualificata. Le fotografie saranno mostrate in tribunale, non appena sarà notificato l’atto d’accusa.

Le immagini servono soprattutto a dimostrare che il peschereccio che ha tentato l’abbordaggio al mercantile  Enrica Lexie sarebbe diverso dal St. Antony su cui si trovavano i due pescatori uccisi.

Militari rischiano pena di morte. I due militari del battaglione San Marco, imbarcati sulla petroliera ‘Enrica Leixe’,  accusati dell’uccisione di due pescatori indiani nel mar Arabico rischiano l’ergastolo o addirittura la pena di morte. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, si sono consegnati alle autorità indiane per essere sottoposti ad interrogatorio, ma i diplomatici italiani e indiani stanno ancora discutendo sulla giurisprudenza prevalente nella questione. Il Governo italiano, infatti, la rivendica in base al fatto che l’episodio è avvenuto in acque internazionali su una nave battente bandiera italiana; quello indiano in base al fatto che si tratta di un peschereccio indiano e di due vittime indiane. Attualmente i due marò sono in stato di fermo nell’attesa della verifica dell’imputazione di omicidio, mentre l’inchiesta è stata trasferita al distretto di Kollam, quello dei due pescatori uccisi. Restano comunque molti punti oscuri sulla vicenda che potrebbero essere, almeno in parte chiariti, dall’autopsia in corso sui corpi dei pescatori deceduti.

Terzi: “Tra Italia e India considerevoli divergenze”-  Non c’è stata alcun tipo di collaborazione  tra le autorità italiane e quelle indiane. Anzi, stando a quanto dichiara il ministro degli Esteri Giulio Terzi restano “considerevoli divergenze” giuridiche tra i due Paesi.

“Allo stato delle cose ci sono delle considerevoli divergenze di carattere giuridico, e non credo si sia sviluppata quella collaborazione fra lo Stato federale indiano e lo Stato italiano che sarebbe invece veramente auspicabile e consentirebbe una via d’uscita in tempi rapidi”, spiega Terzi.

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