“Non guardo con preoccupazione alla leadership di Landini. Anzi, è importante per un cambiamento sociale”. Così Maurizio Martina, candidato alla segreteria del Pd, in merito alla prossima elezione di Landini come segretario generale della Cgil. “Dobbiamo guardare con grande attenzione alla nuova stagione che si aprirà in casa Cgil, riprendere un confronto nel rispetto delle reciproche autonomie”, afferma Martina in un’intervista al Fatto quotidiano. Però il governo Renzi, di cui Martina ha fatto parte, la Cgil l’ha attaccata duramente: “Ma – replica Martina – abbiamo fatto anche molte cose insieme: penso alla legge contro il caporalato. Ma è chiaro che serve una nuova stagione di rapporti”.
Nell’intervista, Martina affronta due nodi: sul reddito di cittadinanza “faccio una controproposta”, afferma: “Rafforzare il reddito di inclusione, che noi abbiamo fatto, e mettere il resto delle risorse sull’assegno di disoccupazione, la Naspi”. Il rei, sottolinea l’esponente Dem, “dovevamo farlo prima e finanziarlo per intero. Con il reddito di cittadinanza si pone un tema che non possiamo sottovalutare, ma con modalità applicative che non reggeranno”. Quanto al jobs act, centrale nella rottura tra il Pd di Renzi e la Cgil di Sussanna Camusso, “ne difendo l’impianto riformista, ma sono pronto a discutere come si fa meglio o di più. Nella mozione parlo di salario minimo legale, abolizione definitiva dei tirocini gratuiti, di una legge sul modello tedesco per dare equilibrio ai tempi di lavoro”.