Agli ex Ds deve piacere tantissimo la parola querela. E’ per loro un amore indissolubile, eterno. Appena il nome di uno dei leader finisce per essere associato a qualche “scandalo” subito minacciano querele a destra e a manca. La colpa è dei media e della macchina del fango. Nei giorni scorsi è stato il segretario Bersani ad invocare la querela per il caso Penati. Ora tocca a D’Alema per il caso Tarantini. L’ex premier si appresta a denunciare per diffamazione i responsabili di “accostamenti immotivati” fra la sua persona e alcuni protagonisti dello scandalo escort pugliesi che vede al centro dell’inchiesta Gianpaolo Tarantini. “Da giorni su diversi organi di informazione il nome di Massimo D’Alema – ha denunciato Gianluca Luongo, avvocato di D’Alema- è immotivatamente accostato a vicende alle quali egli è del tutto estraneo”. Ed “essendo evidente l’intento diffamatorio di tale campagna mediatica contro di lui – ha reso noto il legale dell’ex Premier- ho ricevuto l’incarico di tutelare la sua onorabilita’ in tutte le sedi competenti”. Il nome dell’ex presidente del consiglio sembrerebbe essere spuntato fuori in alcuni resoconti fatti da Tarantini ai pm di Bari nel novembre del 2009.