«Nel 1956 con Budapest, nel 1968 con Praga ed oggi con Kyiv. I socialisti democratici e riformisti, mentre si avvicina il centesimo giorno di guerra, ribadiscono il loro netto sostegno alle ragioni dell’Ucraina, paese aggredito dall’imperialismo neo-sovietico e fascio-sovranista di Putin. La vera sinistra o è sinistra di libertà, oppure semplicemente non è: agli specialisti della disinformazione prevenienti dall’ex Urss e ai ruspanti italioti filo-putiniani, che ovunque collocati tentano di cambiare la storia a piacimento, contrapponiamo l’insegnamento di Turati, Matteotti, Saragat e di tanti altri compagni attivi nel Psi e nel Psdi». A prendere posizione è Antonio Matasso, docente universitario e presidente della Fondazione socialista antimafia Carmelo Battaglia, il quale rivendica, alla vigilia della Festa della Repubblica, come il progresso e la libertà di tutti i popoli siano al centro della Carta costituzionale e pertanto parte integrante dei valori repubblicani. Sempre Matasso ha ricordato come «anche i rivoluzionari democratici ungheresi di quasi sessantasei anni fa furono accusati di essere fascisti e reazionari, specialmente da certi settori della cosiddetta sinistra illiberale. Chi rivolge queste accuse alla pur fragile democrazia ucraina, oggi in lotta per la sopravvivenza, non solo dimostra di preferire la tirannia putiniana sostenuta proprio dalla stragrande maggioranza dei nazisti e dei fascisti attivi nel teatro di guerra, ma rivela anche di avere lanimo del servo e del collaborazionista. Se dovesse essere minacciato l’Occidente, c’è da attendersi che soggetti del genere apriranno le braccia ai carri armati di Putin, come fecero quasi ottanta anni fa i repubblichini italiani con quelli di Hitler». Pertanto, l’esponente socialista invita a festeggiare il 2 giugno esponendo la bandiera ucraina, in un momento in cui è necessario «rilanciare il credo repubblicano di Saragat e Nenni, come antemurale contro sempre più diffuse pulsioni antidemocratiche e antieuropeiste».
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