Beppe Grillo aveva scelto Giuseppe Conte per incoronarlo segretario certo che avesse chiaro nella mente che era il fondatore del Movimento Cinque Stelle. Naturalmente Grillo aveva scelto per se il ruolo di ‘garante’ e, in quanto tale, ‘garantiva la linea politica sempre e comunque’. Senza il suo benestare nulla poteva accadere. Conte, inavvertitamente, diciamo così, si era preso non solo la mano, ma il braccio, la spalla ed altro. La fase di rinnovamento del Movimento doveva passare dal nuovo statuto dove la figura del garante ha un ruolo particolarmente marginale e nulla può decidere sulla linea politica. Particolarmente bellicoso il fondatore arriva a Roma per lavorare sullo statuto.  C’è da limare lo Statuto, bisogna incontrare i parlamentari più fedeli, fare il punto della situazione con il gruppetto dei big governisti, il vero ‘cordone sanitario’ per evitare che l’avvocato del popolo inglobi tutto.  Da Statuto, Grillo dovrebbe avere piena disponibilità del logo – senza il riferimento al Blog delle Stelle di proprietà di Davide Casaleggio – inciderà sulle votazioni, ma resta il nodo della sua influenza politica. ‘Beppe fa così, non è un politico, ma pretende di dettare la linea ogni volta che vuole’, dicono fonti parlamentari del M5s.  Il post anti-Nato e filo-cinese è stato pubblicato sul Blog del comico nella stessa giornata in cui Conte debuttava in pubblico, a Napoli insieme al candidato giallorosso Gaetano Manfredi.

Conte  stava preparando da tempo il piano per liberarsi di Grillo attraverso una scalata al Movimento,   pronto a modellare il partito a sua immagine e somiglianza. Conte si illudeva di avere  carta bianca ma, a partire dal concedere il bis a Virginia Raggi, primo bersaglio contiano,  Grillo ha dimostrato la sua influenza. Poi il fondatore ha bloccato la modifica del simbolo, ha provocato l’ex premier sui cinesi, sta puntando i piedi sullo Statuto, che dovrebbe essere presentato tra lunedì e martedì. Il piano di Conte è saltato anche perché era certo  di poter approfittare dei guai personali di Grillo, alle prese con le accuse per stupro al figlio Ciro, per tagliarlo fuori.

In un’intervista al Tg4 Davide Casaleggio,  patron di Rousseau,  evoca nuove grane legali: ‘Lo Statuto del M5S prevede che le votazioni vengano fatte e verificate da Rousseau. Immagino quindi potrebbero esserci diversi ricorsi’. Alessandro Di Battista è lontano dall’ex premier: ‘Ho  idee contrarie al M5s. Il sottoscritto non si convince né con promesse di poltrone né con candidature’. E marca le distanze da Luigi Di Maio: ‘Mai come adesso con lui c’è una grande differenza di vedute e opinioni’. Di Maio però resterà centrale anche nel M5s del futuro. Controlla la maggioranza dei parlamentari, soprattutto alla Camera. Perciò Conte sta provando a cucirgli addosso un ruolo nella futura segreteria nazionale. Mai come ora l’avvocato ha bisogno di sponde. Lo scontro con Grillo gli ha messo contro tutto il gruppo parlamentare. ‘Nel Movimento si può criticare chiunque, ma è difficile trovare qualcuno che sia contro Beppe’,  è la sintesi che arriva dai Cinque Stelle.

Luigi Di Maio, ad esempio,  ha ingaggiato l’ex ministro per l’Innovazione, Paola Pisano, come ‘consulente per la digitalizzazione’ nella sua segreteria particolare agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale.