Mattarella e Meeting di Rimini

‘Si apre una nuova edizione del Meeting e sono lieto di rivolgere un cordiale saluto e l’augurio più caloroso ai tanti giovani che lo animeranno con la loro partecipazione, ai volontari, agli organizzatori che anche quest’anno sono stati capaci di offrire alla loro comunità e all’intera società italiana un’occasione così ricca di confronto, di riflessioni, di cultura’,  scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato alla presidente del Meeting di Rimini, Emilia Guarnieri.

Il dialogo, il desiderio di incontrare l’altro e di costruire insieme – nelle differenze – compongono l’humus di una società democratica e di una comunità solidale. Si tratta di valori quanto mai preziosi, che vanno incessantemente alimentati pena un loro impoverimento,  aggiunge il capo dello Stato. Dalla propensione al rispetto, e dunque all’amicizia, dipende molto della qualità della vita e della forza di una società. Sostenere le proprie idee e affermare la propria identità non consiste nell’innalzare le barriere del pregiudizio e della contrapposizione irriducibile. Al contrario, è dal confronto, dalla consapevolezza che ciascuno, con il suo credo e le sue convinzioni, arricchisce il nostro essere persona, che nasce la possibilità di rendere davvero umano il mondo.

Così il Meeting ha dato il suo contribuito alla formazione di cittadini attivi e responsabili: e sono certo che su questa strada nuovi risultati positivi verranno raggiunti. Il tema scelto per il Meeting 2018 – ‘Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice’ – offre molti spunti, che in questi giorni saranno opportunamente approfonditi. La coscienza del legame tra la propria libertà personale e il bene della comunità della quale siamo parte è un patrimonio essenziale della civiltà e della cultura democratica. Tra le numerose e straordinarie opportunità che i tempi nuovi ci offrono vi sono anche i rischi della piatta omologazione e di chiusure individualistiche. L’esasperazione dell’interesse egoistico così come il mediocre conformismo limitano lo sguardo sul futuro e spingono a considerare il presente come l’unico orizzonte utile. Una gabbia, che riduce le nostre ambizioni e la fiducia nel domani e scoraggia i progetti per migliorare il mondo in cui viviamo. Connettere la ricerca di felicità della persona con il desiderio di costruire una storia migliore per sé e per gli altri è una grande sfida di umanità. tenere insieme persone e storie, vuol dire proprio rafforzare i legami tra l’individuo e la comunità, far sì che nessuno rimanga indietro o si senta escluso. È questo un grande impegno di rinnovamento civile che – nel corso del Meeting e dopo il Meeting – mi auguro possa unire sempre più coloro che, nel nostro Paese, in Europa e nel mondo, credono in un comune destino.

 

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