Sulla riforma della Giustizia del ministro Nordio è arrivato il sì di Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica ha autorizzato la presentazione alle Camere del disegno di legge. Il testo presenta modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare.
Il testo era stato approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 15 giugno e l’esame del disegno di legge partirà dal Senato. Fra le audizioni in commissione è prevista anche quella dell’Associazione nazionale magistrati in un clima piuttosto teso dopo lo scambio di accuse e sospetti con Palazzo Chigi. La mediazione è affidata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ma per il momento non è previsto un tavolo di confronto con i magistrati. C’è poi il caso dell’imputazione coatta al sottosegretario Andrea Delmastro e quello dell’indagine su Visibilia, per cui la ministra del Turismo Daniela Santanchè dovrà affrontare la mozione di sfiducia presentata dal M5s al Senato il prossimo mercoledì.
Tra le modifiche più significative introdotte da questo disegno di legge c’è anche “l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, le modifiche al reato di traffico di influenze illecite, la stretta sulla pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, e la nuova disciplina dei casi di appello del pubblico ministero”.
Secondo il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, “sarebbe utile puntualizzare, specificare ulteriormente la fattispecie” del reato di abuso d’ufficio ma “sarebbe sbagliato abolirlo del tutto perché, e lo ha detto anche la Cassazione, un funzionario pubblico che intenzionalmente viola la legge a vantaggio di qualcuno per nuocere ad altri commette un comportamento di una gravità tale da dover essere supportato da sanzioni penali”. Il governo si è impegnato ad agire in Parlamento “in modo che la norma sia coerente con la Costituzione”.
La firma di Mattarella, però, non è stata accompagnata da alcun messaggio. Dunque, per il Colle non c’è nulla da aggiungere rispetto all’incontro avuto con il premier la scorsa settimana dopo il Consiglio supremo di Difesa e descritto dal Quirinale come “cordiale e costruttivo”.
La firma del decreto arriva mentre il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e a caduta il governo, continuano a essere oggetti di polemiche strumentali da parte dell’opposizione, che continua a sbraitare contro un presunto lassismo nei confronti della lotta alla criminalità organizzata, nonostante i numerosi chiarimenti sul tema del concorso esterno. “Non vi è alcun affievolimento nel contrasto alla criminalità organizzata, né potrebbe essere altrimenti, principalmente da parte di un ministro che vi ha dedicato la parte più importante della propria funzione di magistrato”, ha ribadito Nordio nel corso del Question Time alla Camera, parlando di “sconcerto e sdegno” per essere stato definito “favoreggiatore della delinquenza mafiosa”.’
‘Da giudice conducevo le indagini sulla colonna veneta delle brigate rosse e fui oggetto di un attentato sventato dai carabinieri del generale Dalla Chiesa. Comprenderete quindi il mio sconcerto e il mio sdegno quando qualcuno mi ha definito favoreggiatore della delinquenza mafiosa“, afferma il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo al Question Time alla Camera a un’interrogazione sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
A proposito del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, Nordio ha fatto precisazioni importanti: “Nel programma di riforme a suo tempo enunciato davanti a voi non vi è traccia di modifiche su questa disciplina. Né avrebbe potuto esservi, perché non ha fatto né fa parte del programma governativo. E questo, finalmente dovrebbe bastare. Il problema è sorto a causa dell’incertezza applicativa del concorso esterno, tanto che la Cassazione a suo tempo ha cambiato indirizzo. Le mie considerazioni sulla necessità di una normativa ad hoc sul concorso esterno, miravano di conseguenza ad eliminare incertezze future costruendo uno strumento anche più efficace di quello attuale nella repressione delle associazioni criminose e di chi, in un modo nell’altro, vi fa parte. Non vi è alcun affievolimento nel contrasto alla criminalità organizzata, né potrebbe essere altrimenti, principalmente da parte di un ministro che vi ha dedicato, la parte più importante della propria funzione di magistrato. Ed è con questo sentimento di commossa rievocazione del collega Paolo, e della altre vittime della violenza stragista, che auspico che questa polemica sterile oggi si chiuda”.
Il M5S, per bocca di Cafiero de Raho, si dichiara in aula poco convinto dalle parole di Nordio: “Non siamo convinti perché mentre lei dice che non ci sarà nessun arretramento, già avete pensato che l’abuso d’ufficio va eliminato, il traffico illecito d’influenza va ridimensionato, il concorso esterno probabilmente se non lo toccherete in sé lo indebolirete, le intercettazioni vanno ridotte’’.
”Bisogna separare le carriere dei magistrati bravi da quelli meno bravi. Ma anche separare le carriere dei magistrati da quelle di alcuni giornalisti, c’è qualcuno che ha fatto carriera perché faceva il gazzettino delle procure. Tutte le volte che sono stato archiviato avete visto la notizia? Le assoluzioni, le archiviazioni non fanno notizia.”, dichiara Matteo Renzi.
Renzi passa alla vicenda che ha coinvolto Marina Berlusconi: “A me non è piaciuta la risposta che Meloni ha dato su Marina Berlusconi”. La premier, nel giorno del 31° anniversario dalla strage di Via D’Amelio in cui sono stati uccisi dalla mafia Paolo Borsellino e 5 agenti della sua scorta, ha preso le distanze dalle accuse ai giudici della secondogenita del Cav. Ma è mai possibile che si possa considerare Berlusconi il mandante delle stragi? A Berlusconi hanno detto di tutto, ma dire una cosa del genere è enorme. Marina ha il mio rispetto umano e politico per quello che ha scritto nella sua lettera a ‘Il Giornale’: accanirsi contro un uomo che non c’è più, lo dico io che non l’ho mai votato, è ingiusto. La Procura porti la legalità a Firenze e non si metta a riscrivere la storia per motivi politici contro Berlusconi”.