Mattarella, il discorso di fine anno

Come ogni anno, alle 20,30 in punto, il presidente della Rapubblica è entrato nelle case degli italiani per il discorso di fine anno alla nazione. In tempi di comunicazione veloce sui social, Sergio Mattarella spiega il motivo per cui intende rispettare la tradizione ‘non formale’ degli auguri del Presidente della Repubblica agli italiani, che prosegue dal 1949.

C’è un’Italia che non ha paura di mostrare buoni sentimenti, un’Italia solidale e tollerante, non astiosa e rispettosa degli altri.  Nel suo discorso di un quarto d’ora Sergio Mattarella evita l’elenco di un bilancio dell’anno passato: preferisce rivolgere lo sguardo al 2019 e spronare gli italiani a un maggiore senso di comunità, perché la sicurezza si basa innanzitutto su un ambiente in cui ci si rispetta. Il Capo dello Stato racconta un’Italia ben diversa da quella astiosa, chiusa in se stessa, guardinga che raccontano a volte i media o che si sfoga sui social. E invita a non temere di essere accusati di retorica buonista, perché sono proprio i buoni sentimenti che migliorano la società, per tutti, rendendola una comunità in cui è sicuro vivere: ‘La sicurezza parte da qui, da un ambiente in cui tutti si sentano rispettati e ripettino le regole del vivere comune’.

Care concittadine e cari concittadini, siamo nel tempo dei social, in cui molti vivono connessi in rete e comunicano di continuo ciò che pensano e anche quel che fanno nella vita quotidiana. Tempi e abitudini cambiano – sottolinea Mattarella – ma questo appuntamento, nato decenni fa con il primo Presidente, Luigi Einaudi, non è un rito formale. Mi assegna il compito di rivolgere, a tutti voi, gli auguri per il nuovo anno: è un appuntamento tradizionale, sempre attuale e, per me, graditissimo.

Gli auguri, che quest’anno Mattarella ha deciso di rivolgere dal suo studio privato della palazzina al Quirinale, permettono di formulare, certo non un bilancio, ma qualche considerazione sull’anno trascorso. Mi consente di trasmettere quel che ho sentito e ricevuto in molte occasioni nel corso dell’anno da parte di tanti nostri concittadini, quasi dando in questo modo loro voce. E di farlo da qui, dal Quirinale, casa di tutti gli italiani.

 Sergio Mattarella parla agli italiani a reti unificate nel tradizionale discorso di fine anno e racconta dei tanti incontri in giro per l’Italia. Quel che ho ascoltato esprime, soprattutto, l’esigenza di sentirsi e di riconoscersi come una comunità di vita. La vicinanza e l’affetto che avverto sovente, li interpreto come il bisogno di unità, raffigurata da chi rappresenta la Repubblica che e’ il nostro comune destino. Proprio su questo vorrei riflettere brevemente, insieme, nel momento in cui entriamo in un nuovo anno. L’affetto che il Capo dello Stato riceve dai cittadini e’ il segno che c’è bisogno di unità nel Paese. Sergio Mattarella parla agli italiani a reti unificate nel tradizionale discorso di fine anno e racconta dei tanti incontri in giro per l’Italia. Quel che ho ascoltato esprime, soprattutto, l’esigenza di sentirsi e di riconoscersi come una comunita’ di vita. La vicinanza e l’affetto che avverto sovente, li interpreto come il bisogno di unita’, raffigurata da chi rappresenta la Repubblica che e’ il nostro comune destino. Proprio su questo vorrei riflettere brevemente, insieme, nel momento in cui entriamo in un nuovo anno.

Sentirsi ‘comunità’ significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Significa ‘pensarsi’ dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese. Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee rifiutare l’astio, l’insulto, l’intolleranza, che creano ostilità e timore.

La sicurezza è un ambiente in cui ci si rispetta e si rispettano le regole. Per Mattarella la domanda di sicurezza è particolarmente forte in alcune aree del Paese, dove la prepotenza delle mafie si fa sentire più pesantemente. E in molte periferie urbane dove il degrado favorisce il diffondersi della criminalità. Non sono ammissibili zone franche dove la legge non è osservata e si ha talvolta l’impressione di istituzioni inadeguate, con cittadini che si sentono soli e indifesi. La vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza.

Ma, sottolinea Mattarella, “sicurezza è anche lavoro, istruzione, più equa distribuzione delle opportunità per i giovani, attenzione per gli anziani, serenità per i pensionati dopo una vita di lavoro: tutto questo si realizza più facilmente superando i conflitti e sostenendosi l’un l’altro”.

Il nostro è un Paese ricco di solidarietà,  ha aggiunto il presidente della Repubblica. Spesso la società civile è arrivata, con più efficacia e con più calore umano, in luoghi remoti non raggiunti dalle pubbliche istituzioni. Ricordo gli incontri con chi, negli ospedali o nelle periferie e in tanti luoghi di solitudine e di sofferenza dona conforto e serenità.

Vanno evitate ‘tasse sulla bontà, ha sottolineato il Capo dello Stato. Le realtà del Terzo Settore, del No profit rappresentano una rete preziosa di solidarietà, hanno ben chiara la pari dignità di ogni persona e meritano maggiore sostegno da parte delle istituzioni, anche perché, sovente, suppliscono a lacune o a ritardi dello Stato negli interventi in aiuto dei più deboli, degli emarginati, di anziani soli, di famiglie in difficoltà, di senzatetto. Anche per questo vanno evitate ‘tasse sulla bontà”.

“È l’immagine dell’Italia positiva, che deve prevalere. Il modello di vita dell’Italia non può essere – e non sarà mai – quello degli ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi.

Molte sono le questioni che dobbiamo risolvere. La mancanza di lavoro che si mantiene a livelli intollerabili. L’alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini e pone una pesante ipoteca sul futuro dei giovani. La capacità competitiva del nostro sistema produttivo che si è ridotta. Le carenze e il deterioramento di infrastrutture. Le ferite del nostro territorio. Dobbiamo aver fiducia in un cammino positivo. Ma non ci sono ricette miracolistiche.

L’umanità del Capo dello Stato emerge da tanti piccoli particolari: “Sono rimasto colpito da un episodio di cronaca recente, riferito dai media. Una signora di novant’anni, sentendosi sola nella notte di Natale, ha telefonato ai Carabinieri. Ho bisogno soltanto di compagnia, ha detto ai militari. E loro sono andati a trovarla a casa portandole un pò di serenità. Alla signora Anna, e alle tante persone che si sentono in solitudine voglio rivolgere un saluto affettuoso”. E ancora: “Vorrei sottolineare quanto sia significativo che si sia rivolta ai Carabinieri. La loro divisa, come quella di tutte le Forze dell’ordine e quella dei Vigili del fuoco, è il simbolo di istituzioni al servizio della comunità. Si tratta – aggiunge – di un patrimonio da salvaguardare perché appartiene a tutti i cittadini”.

In questa sera di festa desidero esprimere la mia vicinanza a quanti hanno sofferto e tuttora soffrono – malgrado il tempo trascorso – le conseguenze dolorose dei terremoti dell’Italia centrale, alle famiglie sfollate di Genova e della zona dell’Etna. Nell’augurare loro un anno sereno, ribadisco che la Repubblica assume la ricostruzione come un impegno inderogabile di solidarietà”.

E infine, “Vorrei concludere da dove ho iniziato: dal nostro riconoscerci comunità – dice Mattarella – Ho conosciuto in questi anni tante persone impegnate in attività di grande valore sociale; e molti luoghi straordinari dove il rapporto con gli altri non è avvertito come un limite, ma come quello che dà senso alla vita. Ne cito uno fra i tanti ricordando e salutando i ragazzi e gli adulti del Centro di cura per l’autismo, di Verona, che ho di recente visitato”. E mostra un quadro realizzato in questo centro: “Mi hanno regalato quadri e disegni da loro realizzati. Sono tutti molto belli: esprimono creatività e capacità di comunicare e partecipare. Ne ho voluto collocare uno questa sera accanto a me. Li ringrazio nuovamente e – conclude Mattarella – rivolgo a tutti loro l’augurio più affettuoso. A tutti voi auguri di buon anno”.

Arianna Manzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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