“Etica e indipendenza. È un terreno sul quale non sono ammesse esitazioni o incertezze: la Magistratura è chiamata, in questo periodo, a rivitalizzare le proprie radici deontologiche, valorizzando l’imparzialità e l’irreprensibilità delle condotte individuali; rifuggendo dalle chiusure dell’autoreferenzialità e del protagonismo. In questa direzione deve muovere anche la riforma del C.S.M., non più rinviabile”. Sono le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Scandicci, a Villa di Castel Pulci, per la cerimonia del decennale della Scuola superiore della magistratura.
“L’organo di governo autonomo, quale presidio costituzionale per la tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della Magistratura, è chiamato ad assicurare le migliori soluzioni per il funzionamento dell’organizzazione giudiziaria, senza mai cedere ad una sterile difesa corporativa. L’attività del C.S.M., sin dal momento della sua composizione, deve mirare a valorizzare le indiscusse professionalità su cui la Magistratura può contare, senza farsi condizionare dalle appartenenze e dedicando particolare attenzione anche alla promozione della parità di genere”.
“Il dibattito sul sistema elettorale dei componenti del Consiglio superiore – spiega Mattarella – deve ormai concludersi con una riforma che sappia sradicare accordi e prassi elusive di norme che, poste a tutela della competizione elettorale, sono state talvolta utilizzate per aggirare le finalità della legge”.
“È indispensabile, quindi, – sottolinea con vigore il Presidente della Repubblica – che la riforma venga al più presto realizzata, tenendo conto dell’appuntamento ineludibile del prossimo rinnovo del Consiglio superiore. Non si può accettare il rischio di doverne indire le elezioni con vecchie regole e con sistemi ritenuti da ogni parte come insostenibili”.
“La funzione giustizia è chiamata a concorrere per sostenere la ripresa del Paese, nell’ambito del processo di modernizzazione, per realizzare gli obiettivi indicati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. All’Ordine giudiziario compete un ruolo primario per affrontare una fase complessa sotto molteplici aspetti, che può essere superata concentrando gli sforzi sui traguardi comuni da raggiungere. Di questa fase, la Magistratura è, a sua volta, una protagonista”.
“La stagione di rinnovamento avviatasi con l’entrata in vigore della legge di riforma del processo penale è destinata a completarsi con le indispensabili modifiche al processo civile e all’ordinamento giudiziario. Il coraggio del cambiamento è la sfida di fronte a cui si trova il nostro Paese, Magistratura inclusa. Nella storia della Repubblica, la Magistratura ha avuto un ruolo significativo nell’accompagnare l’evoluzione della società, assicurando la tutela di diritti individuali, a volte sollecitando il Parlamento, anche attraverso l’attività ermeneutica, con il richiamo a principi e valori contenuti nella Costituzione”, sottolinea ancora Sergio Mattarella.