Mattarella salva Conte. I dl sicurezza e famiglia rinviati a dopo il voto

Tutto rinviato a dopo le elezioni europee del 26 maggio. Lega e M5S devono rassegnarsi: il decreto sulla famiglia e quella sulla sicurezza saranno discussi la settimana prossima. Matteo Salvini e Luigi Di Maio devono farsi una ragione: i due provvedimenti per creare consenso elettorale in vista delle europee saranno discussi a bocce ferme. C’è troppo caos, troppa frenesia elettorale, troppe parole urlate al vento che possono portare una crisi di sistema se non istituzionale. Meglio aspettare l’esito del voto e poi prendere una decisione ufficiale sul come si dovrà procedere. Vince la politica del rinvio, ma forse, con l’attuale quadro politico resta l’unica attuabile fino a domenica. Anche se rappresenta la sua debolezza. E’ questo, sostanzialmente, il succo del faccia a faccia tra il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ed il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il premier ha chiesto chiede aiuto al Colle, ha il problema di tenere uniti Di Maio e Salvini che se le danno di santa ragione, dalla mattina alla sera, per un voto in più alle europee. Ma il governo, già fermo da giorni, così non può sopravvivere anche se mancano pochi giorni al voto. I due vice premier impegnati solo in campagna elettorale tirano per la giacca il premier per i propri interessi elettorali con un Paese bloccato da troppo tempo. E così dal cilindro del presidente del consiglio esce il presidente della Repubblica che fa comprendere come sia meglio rinviare tutto a dopo il voto per non dare la sensazione ‘politica’ di privilegiare uno rispetto all’altro.

“Ho sentito questo pomeriggio i miei due vicepresidenti e all’esito di uno scambio aperto e franco abbiamo convenuto che è complicato tenere un Consiglio dei ministri oggi o domani per cui lo abbiamo rinviato alla settimana prossima” ha detto Conte, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, puntualizzando poi che il Cdm si terrà “il primo giorno utile della settimana prossima”. “Alcuni giornali hanno scritto di risse sfiorate” ma in realtà “il clima è stato molto sereno, molto costruttivo. A un certo punto abbiamo sospeso i lavori per confrontarci con gli staff tecnici. Tutto il governo condivide i due obiettivi politici” ha spiegato il presidente del Consiglio precisando che “sul decreto sulla sicurezza c’è una nuova versione pervenuta ieri pomeriggio, gli uffici qui hanno già lavorato” sulla nuova bozza e “posso dire che mi sembrano superate le criticità segnalate”.

Conte ha poi sottolineato. “Non si può attribuire al Quirinale una censura preventiva né tantomeno un ruolo di sindacato politico, significa fargli torto in astratto ma anche in concreto, perché il Presidente non ha svolto e non intende svolgere questo ruolo”. Sui due dl lunedì scorso all’esame del Cdm “è emersa la notizia che anche il Quirinale aveva segnalato alcune criticità… e qui mi occorre l’obbligo di una precisazione: è prassi consolidata che l’interlocuzione con gli uffici del Quirinale, quando vi siano decreti legge, abbia luogo, in via del tutto informale, anche prima dell’approvazione dei testi in Consiglio dei ministri, in previsione dell’emanazione che è una funzione che spetta al Presidente della Repubblica. Però per come è stata rappresentata questa interlocuzione vi sono delle incongruenze e delle assolute improprietà”.

A stretto giro il vicepremier Luigi Di Maio ha detto di condividere le parole del presidente del Consiglio “nel sollecitare rispetto per il Capo dello Stato. Ora c’è tutto il tempo di lavorare insieme sui rimpatri, che sono una questione importante da affrontare con determinazione”. “Se qualcuno”, il decreto sicurezza bis “preferisce che venga approvato la settimana prossima non mi do fuoco” le parole dell’altro vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, intervenuto a ‘Porta a Porta’. “Alcune criticità – ha sottolineato – segnalate nelle ultime ore, sono state superate, ora è approvabile, a prova di Onu, e del tribunale supremo di Fazio e Saviano”.

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