‘Nel nostro Paese – come in ogni altro – c’è costantemente bisogno di garantire il rispetto della legalità. Anche per questo la Magistratura deve necessariamente impegnarsi a recuperare la credibilità e la fiducia dei cittadini, così gravemente messe in dubbio da recenti fatti di cronaca’, ha detto il presidente Sergio Mattarella in una cerimonia per gli anniversari dell’uccisione di Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini, Giudo Galli, Mario Amato, Gaetano Costa e Rosario Livatino.
La documentazione raccolta dalla Procura della Repubblica di Perugia – la cui rilevanza va valutata nelle sedi proprie previste dalla legge – sembra presentare l’immagine di una Magistratura china su stessa, preoccupata di costruire consensi a uso interno, finalizzati all’attribuzione di incarichi.
Raffaele Cantone è il nuovo procuratore di Perugia, dove prende il posto lasciato da Luigi De Ficchy, in pensione da giugno dello scorso anno. Lo ha nominato il plenum del Csm, però dividendosi. L’ex-presidente dell’Autorità anticorruzione (Anac) ha ottenuto 12 voti. Quattro in più di Luca Masini, procuratore aggiunto di Salerno. A suo favore hanno votato tutti i consiglieri laici e i togati di Area, mentre per Masini i gruppi di Magistratura indipendente e di Autonomia&Indipendenza. Astenuti il primo presidente della Cassazione, Giovanni Mammone e i tre togati di Unicost, la corrente guidata sino allo scorso anno da Luca Palamara, il pm indagato proprio a Perugia per corruzione.
Una vicenda che ha finito per far da sfondo alla nomina odierna. Perugia ha infatti giurisdizione sui magistrati romani. Significa che da domani sarà Cantone a doversi occupare del più grave scandalo che abbia mai colpito le toghe fino a coinvolgere lo stesso Csm. Una vera emergenza dopo la pubblicazione delle chat e delle conversazioni intercettate dal trojan sul cellulare di Palamara. Quel telefonino potrebbe ancora far paura. La spaccatura registrata oggi ne è indizio. Contro Cantone, pur tributandogli stima, si è espresso Nino Di Matteo. L’ex-pm della ‘trattativa’ ha detto che la nomina governativa all’Anac e l’essere stato più volte ‘indicato come premier’ abbiano compromesso la percezione dell’imparzialità del nuovo procuratore.
In magistratura dal 1991, Cantone è stato sostituto alla Procura presso la pretura di Napoli dove si occupava di criminalità comune. Dal 1996 sostituto, sempre nel capoluogo campano, è impegnato nella repressione di reati economico-finanziari e successivamente di quelli tributari, societari, bancari e fallimentari. La svolta arriva nel 1999 con l’assegnazione alla Dda partenopea, In quella veste ha avviato i principali filoni di indagine relativi all’infiltrazione dei Casalesi nel settore dell’emergenza rifiuti in provincia di Caserta. Dal 2007 al 2011 ha prestato servizio al Massimario della Cassazione, prima civile e poi penale. Vi è ritornato nell’ottobre scorso dopo i cinque anni alla guida dell’Anac.
‘Quel che è apparso ulteriormente, dopo lo scandalo apertosi un anno fa all’interno del Csm, fornisce la percezione della vastità del fenomeno allora denunziato; e fa intravedere un’ampia diffusione della grave distorsione sviluppatasi intorno ai criteri e alle decisioni di vari adempimenti nel governo autonomo della Magistratura’, ha aggiunto il presidente della Repubblica.
Sono certo, ha aggiunto, che le gravi distorsioni emerse all’interno del Csm non appartengono alla Magistratura nel suo insieme, che rappresenta un Ordine impegnato nella quotidiana elaborazione della risposta di giustizia rispetto a una domanda che diventa sempre più pressante e complessa. Desidero sottolineare, anche in questa circostanza, che a portare allo scoperto le vicende, che provocano così grave sconcerto nella pubblica opinione, è stata un’azione della Magistratura, che ha svolto la propria funzione senza esitazioni o remore di alcun tipo. La stragrande maggioranza dei magistrati è estranea alla modestia etica – di cui è stato scritto nei giorni scorsi – emersa da conversazioni pubblicate su alcuni giornali e oggetto di ampio dibattito nella pubblica opinione. E, anche per questo, non si può ignorare il rischio che alcuni attacchi alla Magistratura nella sua interezza siano, in realtà, strumentalmente diretti a porne in discussione l’irrinunciabile indipendenza.
Ho ritenuto, e ritengo, di avere il dovere di non pretendere di ampliare la sfera dei poteri costituzionali del presidente, ha aggiunto Mattarella. Non esistono motivazioni contingenti che possano giustificare l’alterazione della attribuzione dei compiti operata dalla Costituzione: qualunque arbitrio compiuto in nome di presunte buone ragioni aprirebbe la strada ad altri arbitri, per cattive ragioni.
‘La fedeltà alla Costituzione è l’unica fedeltà richiesta ai servitori dello Stato. L’unica fedeltà alla quale attenersi e sentirsi vincolati’, ha detto il presidente Sergio Mattarella.
Serve, ha proseguito Mattarella, il rispetto rigoroso delle regole della Costituzione. Si odono talvolta esortazioni, rivolte al Presidente della Repubblica, perché assuma questa o quell’altra iniziativa, senza riflettere sui limiti dei poteri assegnati dalla Carta ai diversi organi costituzionali. In questo modo si incoraggia una lettura della figura e delle funzioni del Presidente difforme da quanto previsto e indicato, con chiarezza, dalla Costituzione.
‘Ringraziamo il presidente Mattarella e auspichiamo un reale cambiamento nel Csm e nella magistratura. Nessuna preoccupazione per il mio processo per sequestro di ottobre, sono convinto di aver agito rispettando la legge, come gli stessi magistrati intercettati ammettevano’, dice il leader della Lega Matteo Salvini dopo le parole del capo dello Stato.