Matteo Renzi e la paura del voto

Intervenuto ai microfoni de il ‘Corriere della Sera’, il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha voluto lanciare un appello agli alleati di governo. La richiesta è quella di andare avanti insieme evitando le elezioni, che consegnerebbero pieni poteri a Matteo Salvini.

 L’ex premier ha commentato la posizione del Partito democratico, che dopo l’Assemblea bolognese ha fatto sapere di essere pronto anche alle elezioni, una via che Zingaretti ha fatto sapere comunque di non avere preso in considerazione. “Andare a votare oggi significa regalare a Salvini il Paese, il Quirinale, i pieni poteri. E come se non bastasse significa lasciargli Emilia, Toscana e Lazio. Può darsi che questa sia la decisione autolesionista di parte del gruppo dirigente del Pd. Ma non credo sia l’interesse degli elettori del Pd, oltre che dei cittadini italiani. Noi siamo nati pronti e non ci fa paura nulla. Ma faremo di tutto per eleggere un presidente della Repubblica non sovranista. Questa è la nostra sfida. E Italia Viva la vincerà”.

Doveva essere quasi un congresso la conferenza programmatica del Pd svoltasi a Bologna ma purtroppo sommersa anch’essa, nelle cronache, dall’acqua che ha sconvolto mezza Italia facendone emergere ancora una volta tutta la sua fragilità. Che è pari  forse solo a quella della politica dopo decenni di anti-politica svolta in parossistica concorrenza dalla sinistra e dalla destra, e pure dal fantomatico centro, piegatosi a una funzione di sostanziale supporto non all’una o all’altra, ma all’una e all’altra insieme.

Sono state, quelle bolognesi sul Pd impegnato a scrivere, anche nel titolo scelto per il dibattito interno, “tutta un’altra storia”, cronache distratte, o minori. Ne rimarrà francamente poco nella memoria già corta di suo della politica di questi tempi, anche se è stato modificato addirittura lo statuto del partito e Nicola Zingaretti si è impegnato a ispirarvisi per rifare in tempi brevi un nuovo e unitario ufficio di segreteria. Che è ancor più necessario dopo la scissione consumata da Matteo Renzi  con la creazione della sua Italia Viva, peraltro col proposito dichiarato di ripetere, pur senza il decisivo sistema elettorale francese, il lavoro svolto da Emmanuel Macron al di là delle Alpi per azzerare, praticamente, il partito socialista. Cui in fondo il Pd dovrebbe assomigliare, pur rifiutando il nome socialista anche dopo avere aderito pienamente, quando Renzi ne era segretario, all’omonimo partito europeo. È la solita schizofrenia della sinistra italiana, non a caso contrassegnata da una storia più di rotture che di riconciliazioni.

Deciso, almeno a parole, a dare al suo Pd una fisionomia di sinistra più precisa e moderna anche per contestare il rifiuto o superamento sia della sinistra sia della destra conclamato dal movimento grillino, col quale egli ha deciso improvvisamente due mesi fa di allearsi al governo rinunciando al preventivo passaggio elettorale pubblicamente promesso.

 Renzi ha parlato anche dell’impegno di Italia Viva nella nuova manovra. Il partito di Matteo Renzi resta molto critico sulle mosse economiche del governo e non ha mai nascosto i dubbi, sollevando anche scomode polemiche. “No. I ministri noi li aiutiamo, non li sostituiamo. Ma soprattutto vogliamo aiutare il Paese. La situazione italiana è seria: la crescita zero fa male alle aziende e fa crescere il rapporto debito/Pil. Noi proponiamo di sbloccare i 120 miliardi di euro che sono fermi nei cassetti attraverso l’utilizzo di procedure straordinarie come abbiamo fatto a Milano con l’Expo. Il modello Expo ha rilanciato Milano, il modello Expo può rilanciare l’Italia. Ma non c’è un secondo da perdere, serve uno shock. Con noi il Pil cresceva, adesso è a zero. Non possiamo aspettare che sia troppo tardi. Ho fatto quattro manovre: tre leggi di bilancio e il decreto legge sugli 80 euro. E dunque conosco i numeri. Sono pronto a un duello all’americana, in TV o in un centro studi, con chiunque dica che manchino i soldi. Rilanciare le infrastrutture, sbloccando i cantieri, è oggi emergenza nazionale. Dovremmo evitare polemiche tra partiti e dare tutti una mano. Gli italiani vogliono tranquillità, non l’estremismo di chi esaspera lo scontro. Per questo sogno di ottenere non la maggioranza ma l’unanimità sul testo che Italia Viva sta predisponendo per il progetto Italia Shock. Perché tutti sono d’accordo a parole con l’esigenza di sbloccare i cantieri. Ora che finalmente qualcuno propone un decreto, nessuno può tirarsi indietro. I soldi ci sono, serve la volontà. Italia Viva risponde presente. Gli altri?“.

 Inevitabile poi una riflessione sull’emergenza alluvioni che ha messo in ginocchio diverse città e regioni italiane. “La prima cosa che ha fatto il mio governo è stata creare una unità di missione contro il rischio di dissesto idrogeologico. La prima cosa che ha fatto il governo gialloverde è stata chiudere questa struttura. Qualcosa vorrà pur dire. Noi proponiamo di rilanciarla adesso. Perché se gli interventi già finanziati fossero stati conclusi non avremmo avuto i danni di questi giorni, a cominciare da Venezia col Mose. Non è vero che il Mose non serve a niente. Chi lo dice parla senza cognizione di causa. Costa molto, ci sono stati scandali, siamo in ritardo: vero. Ma chi può affermare che sia inutile?”.

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