Matteo Renzi ha parlato di nuovo della tenuta del governo dopo aver detto di essere pronto a far cadere Conte se non cambia idea sulla gestione del Recovery Fund. “In queste ore montano le polemiche di chi dice che in piena pandemia non si può fare politica”, ha spiegato il leader di Italia Viva. “Ma se il Parlamento non può fare politica e non può discutere di dove mettere i soldi dei nostri figli, c’è qualcosa che non va”.
Le motivazioni del leader di Italia Viva sono più che valide, e soprattutto riconosciute tacitamente anche da gran parte della maggioranza: il nodo cruciale è legato alla gestione dei 209 miliardi di euro che l’Italia riceverà dall’Europa. Renzi è stato chiarissimo a riguardo, se Giuseppe Conte non accetterà di rinunciare alla struttura piramidale, alla governance con 300 consulenti che rimpiazzerebbero governo e Parlamento, allora Italia Viva userà la sua forza (30 deputati e 18 senatori) per farlo cadere.
Penso che tornerà sui suoi passi, nominato presidente del Consiglio dopo che un anno e mezzo fa abbiamo effettuato una manovra contro Salvini. Conte ha lavorato per andare avanti durante la pandemia e in alcune cose ha fatto meglio che in altre. Ma non si può accettare che in nome dell’emergenza si arroghi tutti i poteri dello Stato per disporre di quei 200 miliardi. Se vuole i peni poteri come aveva chiesto Salvini, io dico di no. È un problema di rispetto delle regole e in quel caso ritireremo il sostegno al governo. Stavolta gran parte del Pd è dalla sua parte, così come l’opposizione: “Spero che Conte si fermi, è lui adesso ad andare contromano. Se riacquista lucidità, ferma questo assurdo provvedimento, siamo pronti a discuterne. Fissata una scadenza? Dipende da lui. Deve fermarsi, scusarsi e ricominciare”. Se invece dovesse davvero cadere il governo, a quel punto la partita si sposterebbe anche dalle parti di Sergio Mattarella: “Indire nuove elezioni? Il Quirinale in Italia non parla. Quelle sono fonti attribuite a chi vuole che dica una certa cosa. Ma in Italia il sistema prevede che il presidente della Repubblica debba verificare se in Parlamento ci sono i numeri per formare un altro governo. E se si trovano, è fatta. Altrimenti si va al voto”.
“Sulla vicenda politica non ho nulla da aggiungere al discorso che ho fatto in Parlamento e sul quale in tanti mi state scrivendo. In queste ore montano le polemiche di chi dice che in piena pandemia non si può fare politica. Io ho un concetto diverso della parola politica. Se, davanti alla più grave crisi economica del dopoguerra, il Parlamento non può fare politica perché non può discutere di dove mettere i soldi dei nostri figli” del Recovery plan “e il governo deve farsi sostituire da una task force di trecento consulenti significa che c’è qualcosa che non va”. Matteo Renzi, leader di Italia viva, interviene nella sua Enews chiarendo ancora una volta la sua presa di posizione sul Recovery Plan.
“La cosa incredibile di questa vicenda è che privatamente tutti ci danno ragione e poi in pubblico, in molti, prendono le distanze. Scriveva George Orwell: ‘Più una società si allontana dalla verità, più odierà quelli che la dicono’. Noi di Italia Viva siamo affezionati a chi ha il coraggio di dire la verità, anche quando si va controcorrente”, spiega Renzi, dopo l’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El Pais in cui attacca: “Se Conte vuole pieni poteri come Salvini, io dico no” e dicendosi pronto a far cadere il governo se il presidente del Consiglio non farà marcia indietro sulla cabina di regia per la gestione dei fondi europei.
Un dietrofront, intato, il governo lo ha fatto. Questa volta il leader di Italia viva si riferisce a quello sul Dl Natale e sugli spostamenti tra comuni nei giorni del 25, 26 e 1 gennaio. “Trovo giusto che, se una nonna vive nel comune accanto a quello in cui risiedono i nipoti, almeno il giorno di Natale si possa condividere la festa, rispettando ovviamente i criteri di prudenza – osserva Renzi nella sua newsletter Enews – Ben venga dunque il dietrofront del governo: negare trasferimenti tra comune e comune significa non aver chiaro che migliaia di municipi in Italia sono fatti da qualche centinaio di abitanti ed è sacrosanto che ci si possa spostare di qualche chilometro almeno per il pranzo di Natale”