Matteo Renzi partecipa a ‘Porta a Porta’, durante la quale ha ribadito la scissione dal Pd.
Si chiamerà ‘Viva Italia’ il nuovo partito di Matteo Renzi: ‘Non sarà un partito tradizionale, sarà una casa. E sarà femminista con molte donne di livello alla guida. Teresa Bellanova sarà il capo delegazione nel governo’.
In un primo momento l’ex premier sembrava intenzionato ad uscire dal partito e portare con sé solo alcuni esponenti a lui vicini. Ora però tutto è cambiato e si va verso una prova muscolare. Un parlamentare, che sta studiando le prossime mosse da compiere, spiega che anche al Senato potrebbe esserci un progetto più ampio che va al di là del semplice passaggio al gruppo Misto. ‘Stiamo valutando i regolamenti, con qualche deroga e l’aiuto della presidente Casellati si potrebbe formare un gruppo con l’appoggio di Nencini che fornirebbe il simbolo. Tutto però è in divenire’.
Bruno Vespa, nel corso dell’intervista a Matteo Renzi, ha annunciato che Matteo Salvini si è detto disponibile al confronto con l’ex premier. In precedenza l’ex segretario Pd aveva espresso l’intenzione di misurarsi con il leader della Lega. Una disponibilità ribadita nuovamente: «Certo – ha risposto Renzi a Vespa – Scegliamo la data».
Renzi ha dichiarato: ‘Mi faccia fare un confronto con Salvini, che ha tempo libero ora. Ultimamente è un pò scappato’. Ancora, spiegando le ragioni che l’hanno spinto ad aprire all’ipotesi di un governo con i grillini: ‘Se avessi continuato a dire no a qualsiasi rapporto con i 5 stelle avrei consegnato l’Italia alla politica del Papeete. E penso che sarebbe stato un errore’.
La scissione di Matteo Renzi dal Pd indebolisce il Pd di Zingaretti da tutti i punti di vista. L’ex premier si mette in proprio e accede al finanziamento pubblico concesso ai gruppi parlamentari, avrà sue delegazioni ai tavoli di qualsiasi trattativa e, cosa importante, una quota certa delle 400 nomine che il governo sarà chiamato a fare nei prossimi mesi. In pratica una spartizione di poltrone seguendo la logica del manuale Cencelli. Altra finalità risiede nell’elezione del Capo dello Stato.
‘Il tema è non fare una cosa politichese e antipatica, noiosa. Vogliamo parlare a quella gente che ha voglia di tonare a credere nella politica’, ha detto Renzi, conversando con Bruno Vespa, a Porta a porta. ‘Io voglio molto bene al popolo del Pd. Per sette anni ho cercato disperatamente, giorno dopo giorno, di dedicare loro la mia esperienza politica. Dopo di che i litigi, le polemiche, le divisioni erano la quotidianità. Da domani Nicola Zingaretti non è più mio segretario, rimane un mio amico. Non ho nessuna polemica da fare con lui. Anzi credo che anche abbia lavorato con impegno. Gli abbiamo lasciato la maggior parte dei parlamentari. La storia che controllavo i gruppi è una balla. Ci sono migliaia di persone che stanno aderendo su Internet, e sono più di 40 i parlamentari che saranno con noi. Facciamo 25 alla Camera e 15 al Senato’.
L’ex leader dem tende, poi, la mano al nuovo esecutivo: ‘Perché devo mettere in difficoltà il governo? Per quale logica? Questa legislatura per me arriverà al 2023 e, anzi, deve eleggere il prossimo presidente della Repubblica. Ho sentito Giuseppe Conte e non mi è sembrato in ansia. Il quadro non cambia. Io al tavolo non mi siedo né con Zingaretti né con Di Maio. Per me vale il programma di governo. Inoltre con i nuovi gruppi il governo avrà qualche consenso in più, non in meno’. Sul rapporto con Di Maio Renzi rivela di averlo chiamato ieri sera, ‘credo per la prima volta. Se facciamo un governo insieme è per il bene dell’Italia’.
Grillo è tornato a farsi sentire dal suo blog, dal quale aveva orchestrato e diretto la trattativa per l’alleanza di governo tra il Pd e il Movimento 5 Stelle. Alleanza suggerita e caldeggiata anche da Matteo Renzi, che poi ha deciso di farsi da parte per intraprendere un nuovo cammino politico che sosterrà il governo. Ma fino a quando? ‘Di solito, prima a di fare qualcosa di importante si è presi dai dubbi, si valutano i pro ed i contro, si possono vivere anche giorni di tormento interiore, poi ci si esaspera e si fa una minchiata d’impulso! I Mattei sono passati entrambi alla minchiata d’impulso, il paese è instabile e pieno di rancori, non è il momento di dare seguito a dei narcisismi’, ha scritto Grillo sul suo blog.
Grillo ha poi parlato del rapporto di Renzi con l’Unione europea: ‘Renzi è un animale politico di livello, si accorge di come vanno le cose velocemente: se aspetta la Leopolda non gli resterà altro da fare che spogliarsi davanti a tutti e mostrare tatuaggi Bce and Fmi forever! Insomma, sa che ogni minuto di assenza dalle scene, in queste settimane, corrisponde ad un oblio di mesi e si sente improvvisamente tornare su i popcorn!. È addirittura in piena indigestione da popcorn: ha capito che l’abbuffata di guardonismo politico lo potrebbe annientare dalle scene! Così minaccia il paese di far cessare lo scontro fra i due veri ercoli del gradimento, Conte e Salvini, con il grave rischio, per il nostro paese, di svegliarci tutti con Pontida capitale’.
Giuseppe Conte non si fida di Matteo Renzi e teme un colpo di mano da parte dell’ex premier che ha ufficializzato la sua scissione dal Partito democratico. Il governo giallorosso, che già non poggia su basi propriamente solide, deve fare i conti con una mina vagante che agita le acque del governo.
Pd e Movimento 5 Stelle rischiano di dover fare i conti con una decina di senatori che non rispondono più ai direttivi delle forze di maggioranza ma a un partito autonomo. Tradotto, il sostegno c’è ma non è scontato.
Il Presidente del Consiglio ha incassato il colpo ed è consapevole del fatto che Renzi, sì come l’altro Matteo, Salvini, potrebbe rappresentare una minaccia e potrebbe far saltare il banco nel momento in cui i sondaggi dovessero vederlo intorno a percentuali incoraggianti.
Nicola Zingaretti ha definito un errore il passo indietro, anzi di lato, dell’ex numero uno del Partito democratico ma ha chiesto ai suoi di fare fronte comune per evitare una vera e propria emorragia che potrebbe complicare e non poco la vita del governo.
Renzi è chiaro e risoluto: ‘Aver mandato a casa Salvini resterà nel mio curriculum come una delle cose di cui vado più fiero. Abbiamo fatto un capolavoro tattico mettendo in minoranza Salvini con gli strumenti della democrazia parlamentare. Ma il populismo cattivo che esprime non è battuto e va sconfitto nella società. E credo che le liturgie di un Pd organizzato scientificamente in correnti e impegnato in una faticosa e autoreferenziale ricerca dell’unità come bene supremo non funzionino più. C’è un patto tra Pd e 5 stelle sulla legge elettorale e non sarò io a violarlo o a votare contro. Voglio passare i prossimi mesi a combattere il salvinismo nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche. Faremo comitati ovunque. Non posso farlo se tutte le mattine devo difendermi da chi mi aggredisce in casa mia’. Non ho un problema personale con Zingaretti, né lui ha un problema con me. Abbiamo sempre discusso e abbiamo sempre mantenuto toni di civiltà personali. Qui c’è un fatto politico. Il Pd nasce come grande intuizione di un partito all’americana capace di riconoscersi in un leader carismatico e fondato sulle primarie. Chi ha tentato di interpretare questo ruolo è stato sconfitto dal fuoco amico. Oggi il Pd è un insieme di correnti. E temo che non sarà in grado da solo di rispondere alle aggressioni di Salvini e alla difficile convivenza con i 5 Stelle. Mi hanno sempre trattato come un estraneo, come un abusivo, riflesso condizionato di quella sinistra che si autoproclama tale e che non accetta di essere guidata da uno che non provenga dalla Ditta. Io esco, nei prossimi mesi rientrano D’Alema, Bersani e Speranza. Va via un ex premier, ne torna un altro. Tutto si tiene. Credo che ci sia uno spazio per una cosa nuova che non è di centro o di sinistra, ma che occupa lo spazio meno utilizzato dalla politica italiana: lo spazio del futuro. Ci sarà a breve la Leopolda che sarà un’esplosione di proposte. Non si candiderà né alle regionali né alle comunali almeno per un anno. A me l’alleanza strategica con Di Maio non convince. Non ho fatto tutto questo lavoro per morire socio di Rousseau. La prima elezione cui ci presenteremo saranno le politiche, sperando che siano nel 2023. E poi le Europee del 2024. Abbiamo tempo e fiato’.
L’ex premier parla da leader: ‘Se cantano bandiera rossa meglio che tornino nel Pd’, usando parole al miele per chi, ex renziano o ancora renziano, ha scelto di restare nel Pd: ‘La prima telefonata l’ho avuta dal ministro Roberto Gualtieri, noi siamo a sua disposizione’, dando un chiaro obiettivo alla neo-maggioranza: ‘Che duri fino al 2023 ed elegga il presidente della Repubblica’.