“Quella di Renzi che dice che se la legge non passa cade il Governo è una pressione sul Parlamento indebita perché non tocca al Governo. Dopo di che io sono affezionato alla mia ditta, il Pd, che però ha una regola, che stabilisce che davanti a temi costituzionali ogni singolo parlamentare si assume liberamente le sue responsabilità. Sull’Italicum non si è riusciti a chiarire bene che cosa è in gioco e toccherebbe anche a voi dell’informazione”, è stata la premessa di Bersani, che a margine delle celebrazioni piacentine ha risposto a chi gli ha chiesto un commento su alcune inchieste televisive che dimostrerebbero che buona parte degli italiani non sanno che cosa sia l’Italicum. Qui non si sta discutendo di un comma di una legge elettorale, ha aggiunto l’ex segretario Pd, si sta discutendo dell’incrocio tra legge elettorale e riforma della Costituzione e quindi si sta cambiando il sistema, cosa che meriterebbe un po’ di attenzione. Può venire il dubbio che andiamo verso un presidenzialismo senza contrappesi, un meccanismo sconosciuto a tutte le democrazie del mondo, può esserci questo rischio. È una cosa da poco? Il discorso è tutto qua. In nessuna democrazia che conosco la Costituzione e le leggi elettorali sono un affare del Governo. Matteo Renzi pone una fiducia di fatto sulla legge elettorale, anche se quella in Parlamento deve essere ancora decisa. Se l’Italicum non passa, ha detto il premier senza giri di parole, il governo cade. Parole che cercano di inchiodare l’intera minoranza del Pd. Se non passa l’Italicum, ha detto Renzi a “Otto e mezzo”, credo proprio che il governo cade. “Se il governo, nato per fare le cose, viene messo sotto, allora vuol dire che i parlamentari dicono di andare a casa. Non sono per tenere la poltrona aggrappata alle terga”. Un ragionamento che vuole spiazzare quanti, nella minoranza del Pd e tra i partiti piccoli della maggioranza di governo, puntano ad uno sgambetto sull’Italicum presupponendo che Renzi non voglia le urne con il Consultellum, l’attuale sistema elettorale che è un proporzionale puro. Sul versante interno al Partito democratico, Renzi punta a recuperare l’intera Area Riformista, la componente che fa capo a Roberto Speranza, una parte della quale sì è già pronunciata per un voto favorevole all’Italicum. Renzi ha parlato con Speranza invitandolo a ritirare le dimissioni e a votare per l’Italicum, dopo che la maggioranza del gruppo si è espressa in tal senso. Area Riformista raccoglie 85 deputati, e un suo completo schieramento a favore della riforma renderebbe ininfluenti i voti in dissenso degli irriducibili. Quanto alla fiducia in senso vero e proprio da porre in Parlamento, Renzi ha detto che su di essa si deciderà martedì. A tenere alta la tensione ci hanno pensato il blog di Beppe Grillo ed Enrico Letta. Il primo ha ospitato un post dell’ideologo del Movimento, Aldo Giannuli, che ha parlato di “colpo di Stato” chiedendo l’intervento del presidente Sergio Mattarella. Enrico Letta ha invece ribadito le proprie perplessità, non tanto sul merito della legge, ma sul fatto che l’Italicum sia approvato con la contrarieta’ di tutte le opposizioni, esterne e addirittura anche interne al Pd. Il muro contro muro interno al Pd sembra essere, infatti, ormai insuperabile. Il numero due del partito, Debora Serracchiani, è chiara : “Noi abbiamo puntato tutto sulle riforme e quella elettorale è la più importante. Va da sè che la riforma elettorale dobbiamo riuscire a portarla a casa, anche perchè deve essere una riforma che, come abbiamo detto più volte, serve al paese. Quindi dobbiamo fare presto, ne abbiamo discusso tanto e a lungo e adesso è il momento delle decisioni”. Lo scontro ormai andrà in scena in aula. Da martedì, probabilmente a colpi di fiducia.