Pare che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbia deciso di scendere in campo e tentare di risolvere in prima persona la situazione di conflitto che si è venuta a creare in queste settimane tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Il capo dello Stato si è detto molto preoccupato dall’immagine di spaccatura fornita ai cittadini e all’estero. Al centro delle priorità vi è la salvaguardia del Recovery Fund. La tutela dei fondi che arriveranno dall’Unione europea al momento è l’unico obiettivo primario.
Si dice che dal Colle avrebbero espresso la richiesta di un ingresso di Matteo Renzi nel governo, magari proprio al Ministero degli Esteri, per riallacciare i rapporti con l’America di Joe Biden. Dal Quirinale avrebbero inoltre invitato i duellanti a porre prudenza sul piano della comunicazione: sarebbe opportuno chiarirsi personalmente piuttosto che utilizzare i giornali per accuse incrociate, ultimatum e minacce di crisi.
Come riferisce Il Messaggero, Sergio Mattarella non vuole che il Paese debba fare i conti anche con una crisi di governo al buio in uno dei momenti più complicati della pandemia, ora che c’è da seguire con estrema attenzione il piano vaccinale e da tenere sotto controllo la curva epidemica, che ha ripreso a salire. Quello di Mattarella a Matteo Renzi è stato ben più di un monito: prima si approva il Recovery plan e poi a tutto il resto, compreso il Conte ter.
Italia Viva era stata molto chiara durante l’ultimo vertice di maggioranza, pretendendo dall’esecutivo che questa venisse consegnata ai partiti almeno 24 ore prima della riunione Consiglio dei ministri. Il documento presenta più di 100 pagine, che verranno lette e analizzate, ma il partito di Renzi ha già fatto sapere di essere pronto a dare l’ok al Recovery plan e allo scostamento di bilancio. Due azioni non subodinate alla verifica, perché Iv resta ferma sulla decisione di ritirare i suoi due ministri dal governo. Il Conte bis è già storia, archiviato e in piedi solo per pro forma, per arrivare all’approvazione del Recovery Plan. Sbrigata quest’ultima pratica, infatti, si aprirà la crisi di governo controllata, che passerà necessariamente per le dimissioni di Giuseppe Conte. Un passaggio che profuma di Prima Repubblica, durante il quale Sergio Mattarella potrà decidere se accettarle o se rinviare tutto al Parlamento. Sono le cosiddette dimissioni congelate, necessarie per dare a Giuseppe Conte il tempo di verificare la maggioranza con un nuovo programma. In caso di fumta bianca, Sergio Mattarella accetterà le dimissioni del premier e gli conferirà un nuovo mandato, dando ufficialmente inizio al Conte ter, che dovrà passare per il voto di fiducia in Parlamento.
Da settimane c’è turbolenza all’interno della maggioranza giallo-rossa, con Matteo Renzi che minaccia la crisi qualora il premier Conte non accolga le richieste avanzate da Italia Viva su Recovery Plan e servizi segreti. Una delle possibili soluzioni, vista anche dal Quirinale, per risolvere la crisi è il rimpasto di governo. Da giorni è partito il totoministri. Ecco quali sono i possibili nuovi membri del governo in caso di rimpasto e quali ministri rischiano di più il posto.
Tra i nomi più forti in caso di rimpasto, secondo il Corriere della Sera, c’è quello di Maria Elena Boschi. La deputata di Italia Viva, fortemente sponsorizzata da Matteo Renzi, tornerebbe al governo nel ruolo di ministra del Lavoro, al posto di Nunzia Catalfo, oppure ai Trasporti al posto di Paola De Micheli. L’ex ministra sarebbe anche gradita dal premier Conte.
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha finora escluso categoricamente un suo prossimo ingresso nella compagine di governo. Lo ha confermato anche a “Quarta Repubblica” su Rete4, ma l’ipotesi resta comunque sul piatto.
Molto probabilmente però non dovrebbero cambiare gli equilibri all’interno della maggioranza: a Italia Viva spetterebbero comunque due ministri. L’ingresso di Boschi porterebbe quindi al taglio di una delle ministre renziane, Teresa Bellanova o più probabilmente la titolare della famiglia Elena Bonetti. Tra le voci anche il possibile ingresso nel governo di Ettore Rosato, alla Difesa.
Sono diversi i componenti del governo traballanti, in particolare in quota M5S. A partire dalla ministra della scuola, Lucia Azzolina, molto criticata da più parti. A rischio anche la titolare del Lavoro Nunzia Catalfo e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.