Matteo Salvini annuncia che presenterà un pacchetto di referendum assieme ai Radicali sulla giustizia, a partire dalla separazione delle carriere: ‘Ci stiamo lavorando, ci occuperemo anche di responsabilità civile dei giudici che sbagliano e Csm. Ma non dimentichiamo la giustizia tributaria, con l’obiettivo di invertire l’onere della prova che oggi è a carico del cittadino che, per dimostrarsi innocente, deve pagare una parte della sanzione subito. È un aiuto a Draghi, per superare i blocchi e i litigi in Parlamento. Ho letto alcune ricostruzioni fantasiose dei giornali e davvero non capisco: i referendum sono la massima espressione della democrazia, perché dovrebbero essere un segnale di ostilità verso il Governo? Peraltro è evidente a tutti che l’attuale maggioranza è eterogenea, figlia di una situazione straordinaria, e non troverebbe mai l’accordo su una riforma che ritengo invece urgente e necessaria. Sono preoccupato quando leggo di alcune sentenze come quella che ha ‘premiato’ un tizio con mezzo chilo di droga perché ritenuta necessaria alla sua creatività di rapper. I giudici indipendenti sono la grande maggioranza e vogliono uscire da questa vergogna: sono consapevoli che servono riforme strutturali. E’ stato Palamara a parlare con un collega dicendo ‘il ministro Salvini ha ragione ma va attaccato. La grande maggioranza dei giudici è fatta da rigorosi servitori dello Stato. Ho massima fiducia in quella magistratura. Io so di aver fatto il mio dovere da ministro dell’Interno. A Palermo rischio una condanna fino a 15 anni per non aver ubbidito a una Ong spagnola che ha rifiutato di sbarcare a Malta e in Spagna perché pretendeva di venire sempre e solo in Italia’.
‘Inviterei Matteo Salvini a lasciare lavorare i suoi parlamentari nelle commissioni invece che mandarli a fare propaganda nelle strade’, la senatrice Anna Rossomando, responsabile giustizia del Pd e vicepresidente del Senato, interviene sulla riforma del processo civile e penale e ha pronto un disegno di legge costituzionale che interviene sul Csm: ‘Prima dell’apertura della sessione di bilancio dobbiamo approvare le riforme su penale e civile in entrambi i rami del Parlamento, altrimenti perdiamo i soldi del Recovery. E la riforma del Csm, anche alla luce del caso Amara e prima ancora del caso Palamara, non è rinviabile. Abbiamo in discussione la riforma del processo civile, penale e del Csm. Tutti e tre i provvedimenti sono già nella fase degli emendamenti. C’è una discussione in Parlamento, ci sarà un voto prima dell’estate e Salvini invece passeggia per le strade. Si deve fidare di più dei suoi parlamentari. La nostra linea è nelle proposte che presentiamo in Parlamento, i tempi del referendum sono lunghi, le riforme arriveranno prima. Il Parlamento non è il luogo dell’omologazione, è il luogo del confronto e delle soluzioni. Non è il luogo della rappresentazione del conflitto e della sua spettacolarizzazione. Si alzano grida e poi i primi che sfuggono sono quelli che stanno sui tetti a fare dirette Facebook. È inquietante che il segretario di una forza politica sfugga dal Parlamento, forse intende continuare come faceva al Parlamento europeo ma questo non è quello che serve al Paese. Il Pd sul Csm ha proposte chiare, i magistrati non devono giudicare sé stessi quindi proponiamo un’Alta Corte almeno per il giudizio d’appello sul disciplinare; competente per tutte le magistrature non solo per quella ordinaria ma anche amministrativa e contabile. Quello che possiamo invece portare subito nella riforma del Csm in discussione alla Camera riguarda innanzitutto lo stop alle nomine a pacchetto. Nomine che invece devono essere fatte in ordine cronologico e decise almeno due mesi prima della scadenza, perché la modifica della legge elettorale del Csm è solo uno degli aspetti e non il più rilevante e incisivo. Prevediamo la non contestualità nell’elezione del plenum del Csm e questo si può fare a Costituzione invariata. Si può partire dalla situazione attuale mantenendo in carica i consiglieri che sono stati appena eletti così come prevede la Costituzione. I componenti dell’ufficio studi e i segretari del Csm non devono più essere individuati esclusivamente tra i magistrati ma proponiamo un accesso per concorso aperto ai non magistrati. E un ruolo più incisivo degli avvocati nei consigli giudiziari. Personalmente non credo che avere due Csm al posto di uno risolva il tema della sovraesposizione delle procure, che esiste. Mentre gli interventi sul Csm e sul processo penale che stiamo proponendo danno risposte utili e attuabili anche sulla questione della terzietà del giudice e della garanzia del principio del contraddittorio. Il processo civile e quello penale devono avere tempi ragionevoli e certi’.