Matteo Salvini e Marine Le Pen per rafforzare l’asse sovranista

 ‘Questo non è un incontro elettorale’. Non è servita a molto la premessa che Matteo Salvini ha fatto, iniziando a parlare nella sede dell’Ugl, di fronte alla ex roccaforte del Pci di via delle Botteghe Oscure, nel centro di Roma. Il leader della Lega, con al fianco Marine Le Pen, capo dell’ex Front National, ora Rassemblement National, non ha potuto tenere le carte coperte più di tanto, perché il tema, ormai, è il voto del prossimo maggio per la Ue: ‘Io sono autonomista e sovranista, non posso imporre una lista comune in paesi diversi’.  I nodi da sciogliere sono tanti: intanto perché candidati ‘autonomisti’ e ‘sovranisti’ – dall’Ungheria alla Svezia, alla Germania trovano posto in famiglie europee diverse – popolari, liberali e euroscettici. E tirare fuori un nome comune per guidare la nuova Ue, quella che per Salvini nascerà alla ‘fine di una rivoluzione di buon senso che inevitabilmente sta percorrendo l’Europa e non solo’, non è compito facile.

Parliamo di  un patto che punta a rifondare l’Ue o a sfondarla per  questo appuntamento affollatissimo di media italiani e francesi. Tanti i richiami alla politica protezionistica di Trump, ma tante anche le distanze dall’americano Steve Bannon.

Salvini e Le Pen puntano a conquistare la maggioranza al prossimo Parlamento europeo per stabilire quella che il vicepremier leghista definisce ‘rivoluzione del buon senso’ contro la ‘mondializzazione selvaggia’, dice la leader del Front National.

‘Questo è un momento storico che a maggio vedrà emergere un’Europa diversa, un’Europa delle nazioni, della protezione’, dice Le Pen.  ‘Europa delle nazioni’, ognuno per sé, sembrerebbe, come sulla redistribuzione dei migranti. Così sarà anche per le economie: più nazionali che europee, ma  questo non viene detto fino in fondo.

 ‘Un continente che assegna il controllo delle frontiere a ciascun paese’, dice Le Pen: ‘Sta ad ogni paese scegliere la politica di dissuasione che vuole mettere in atto: questa non può essere imposta’.

 Ma anche questa contraddizione non viene indagata, a costo di sfidare qualunque logica di pensiero e azione. Prevale il sogno dell’Europa dei prossimi trent’anni in cui ciascuno pensa al suo giardino, con muri su muri a frammentare quella che una volta si chiamava unione.

 Salvini tira fuori un libretto: ‘Progetto per l’Africa, ecco la soluzione’.

Naturalmente esistono fior fior di progetti europei per l’Africa, esiste il Trust fund per l’Africa ma finora i paesi di frontiera come l’Italia hanno sempre fatto fatica a convincere gli altri partner europei a contribuire finanziariamente. E nemmeno il governo sovranista guidato da Giuseppe Conte ci è riuscito, negli ultimi vertici europei. Ma miracolosamente l’alleanza sovranista Salvini-Le Pen conta di riuscirci, senza dire come faranno a spiegarlo ai loro elettori in ciascun stato membro: come faranno a convincerli della necessità di dover spendere per l’Africa e non per l’economia della madre patria?.

‘Io non penso che i profughi ci tengano a lasciare il loro paese, non penso abbiano voglia di imbarcarsi’,  dice Le Pen,  ‘alla fine servono solo a fornire manodopera a basso prezzo in Europa’. Salvini completa: ‘L’Ue ha interesse nell’immigrazione senza limiti per creare nuovi schiavi per le industrie europee’.  Le Pen sottolinea questo: ‘La soluzione sarebbe semplice. In Europa c’è un numero enorme di richiedenti asilo ma solo una piccolissima percentuale può aspirare allo status di rifugiato: piuttosto che farli arrivare qui, noi abbiamo proposto che la richiesta di asilo venga avanzata nelle ambasciate e nei consolati francesi lì in Africa.Vogliamo installare nuovi valori  siamo contro la mondializzazione selvaggia, la globalizzazione selvaggia che hanno fatto scomparire la dignità dell’uomo. Mondializzazione selvaggia è come quando si esce da un ristorante e l’ultimo che esce deve pagare il conto’.

Le Pen non nasconde le sue simpatie per il modello protezionistico di Trump: ‘Tutti stanno abbandonando questo modello economico: gli Stati Uniti, la Cina… mentre da noi Moscovici insiste…’.

La leader del Front National traccia le distanze dal guru statunitense Steve Bannon: ‘Bannon non è europeo, è americano. Ha suggerito la costituzione di una fondazione per sovranisti in modo che possiamo usare i loro studi, i sondaggi, le analisi. Va bene ma la forza politica che uscirà dalle elezioni di maggio saremo noi e nessun altro!’.

L’Italia farebbe bene ad uscire dall’euro? Per Salvini questa ipotesi – ha ricordato Marine Le Pen, leader del Fronte nazionale – non è, per ora, una priorità. “Per ora le priorità – ha spiegato la leader della destra francese – sono recuperare potere d’acquisto, crescita economica, e lavoro per gli italiani. E ha aggiunto: ‘Si colpevolizza l’Italia, ma l’attuale situazione economica è la conseguenza della politica dell’austerity imposta dall’Ue’.

Secondo Marine Le Pen, intervistata da Nicola Porro per ‘Quarta repubblica’ in onda ieri sera su Rete 4 ‘si colpevolizza l’Italia, ma l’attuale situazione economica in Italia è la conseguenza della politica dell’austerity imposta dall’Ue in questi ultimi 20 anni. Il mondo sta voltando le spalle alla globalizzazione selvaggia e sta capendo che forse il Rassemblement National, la Lega e altri avevano ragione da anni e avevano fatto la buona diagnosi e dato le buone soluzioni’.

 

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