È stata confermata per giovedì alle 19 a Bibbiano, paese simbolo del caso affidi, la contromanifestazione delle ‘Sardine’, in concomitanza – in una piazza adiacente – col comizio di chiusura della campagna elettorale da parte della Lega, con il leader Matteo Salvini e l’aspirante governatrice della Regione Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni. La decisione è arrivata durante un’assemblea pubblica convocata lunedì sera dal movimento al teatro Metropolis di Bibbiano, per chiedere ai cittadini il parere sull’organizzazione. Un lungo convinto “sì” partito dalla platea, dov’erano presenti circa 300 bibbianesi, ha risposto alla domanda di Mattia Santori, presente alla serata. Una riunione indetta dopo le polemiche degli ultimi giorni sulla piazza davanti al municipio, contesa tra le ‘Sardine’ che avevano prenotato da settimane e la Lega che l’ha ottenuta grazie al regolamento che privilegia i partiti politici.
Le Sardine starebbero pensando di organizzare un flashmob di fine campagna elettorale al Papeete di Milano Marittima. Si tratta del locale frequentato la scorsa estate da Matteo Salvini, all’epoca ancora ministro dell’Interno. A confermarlo sono fonti vicine al movimento, anche se i dettagli, tra cui la data, non sono ancora stati definiti ufficialmente.
In un’intervista rilasciata a ‘Circo Massimo’, il portavoce Mattia Santori ha risposto alla domanda: a chi si sentono più vicine le Sardine? “È molto difficile valutare questa cosa quando in un movimento ci sono tante persone che si sono sentite deluse dalla precedente rappresentanza politica. Da noi c’è più voglia di creare una novità che di andare verso ciò che è esistito”.
Quindi, sulle prossime elezioni regionali: “Il clima che si respira è positivo; poi, come al solito, il populismo ha il grande difetto che negli ultimi giorni ribalta tutte le carte in tavola; vedremo che cosa succederà”.
Mattia Santori, ideatore delle Sardine con altri tre amici e oggi una sorta di “coordinatore” dei tanti movimenti locali, è nato nel capoluogo emiliano nel 1987. Dopo il diploma all’istituto alberghiero Bartolomeo Scappi di Castel San Pietro Terme, si è iscritto all’Università di Bologna: prima la triennale in Scienze politiche, poi la magistrale in Economia e diritto, dove si è laureato con una tesi dal titolo “Il fantasma del Tav spaventa le grandi opere italiane. Consenso e partecipazione nelle politiche infrastrutturali del nostro Paese”.
Santori scrive per Energia, una rivista trimestrale di divulgazione scientifica curata dalla società di ricerca Rie-Ricerche Industriali ed Energetiche, (RIE) fondata dall’ex ministro Alberto Clò e dall’ex premier Romano Prodi.
È sufficiente farsi un giro sul sito della rivista Energia per trovare il nome di Mattia Santori nella redazione.
La rivista ha per direttore l’ex ministro Alberto Clò, l’uomo che, nel 1978, ospitò la famigerata seduta spiritica del “piattino” per ritrovare Aldo Moro, rapito dalle Brigate Rosse.
L’ex premier è cofondatore, con Clò, di cui risulta garante insieme a Sabino Cassese, ex giudice costituzionale.
Clo’ è tutt’oggi membro del CdA della GeDi, società editrice di De Benedetti e degli Agnelli.
Ricordiamo che GeDi è il maggior gruppo editoriale in Italia e controlla tra i tanti quotidiani e canali radio: Repubblica, La Stampa, SecoloXIX, Huffpost, L’espresso.
Sul sito Rie – Ricerche industriali ed energetiche, che fa capo a una società privata operante nel settore dell’energia, di Mattia Santori si legge quanto segue: “Analista di politiche energetiche e infrastrutturali. Si occupa di osservare le evidenze economico-scientifiche in chiave di sostenibilità ambientale e sociale“.
È questo uno dei primi identikit del fondatore del movimento anti-populista delle ‘Sardine‘, che nel 2019 ha infiammato il dibattito politico a suon di manifestazioni e opposizione alla ‘retorica dell’odio’ che molti intravedono nella politica di Salvini e della Lega.
Della vita privata di Mattia Santori non si hanno particolari informazioni, e i social, come il suo profilo Facebook, non aiutano a tracciare un nitido ritratto dei suoi sentimenti.
Non sappiamo se sia fidanzato oppure single, e tutto ciò che è emerso sul suo conto riguarda prevalentemente il suo impegno come ambientalista e leader delle Sardine…
Scorrendo nelle pagine di cenni biografici online, si scopre che Santori è anche un insegnante di atletica, basket e frisbee per bimbi e studenti universitari.
Roberto Calderoli, dal canto suo, smaschera le sardine rendendo una mail che certifica che il movimento fondato da Mattia Santori è “una emanazione del Partito democratico, una loro creatura, senza il loro marchio perdente”.
Nei giorni scorsi Santori, insieme agli altri tre fondatori delle sardine (Andrea Garreffa, Roberto Morotti e Giulia Trappoloni), aveva scritto una lettera a Repubblica per rivendicare la “libertà di non fare un partito”.
Al di là degli slogan che Santori va ripetendo in ogni intervista, dietro alle sardine c’è ormai la macchina da guerra del Partito democratico. A darne prova, come si diceva, è stato Calderoli pubblicando la mail che invita al raduno delle sardine che si è tenuto a Cremona. L’indirizzo, da cui arriva, era del Partito Democratico. E dice: “Le sardine cremonesi confermano l’incontro di venerdì 20 dicembre in piazza della Pace. Sarà un incontro festoso al quale sono invitati tutti coloro che condividono il desiderio di una nuova società basata su ideali come l’antirazzismo, l’antifascismo, il rispetto di tutti e di ciascuno, l’attenzione all’ambiente, la legalità, la promozione della pace, l’accoglienza e la fratellanza”. Quindi, continua con le solite chiacchiere a cui ci stanno abituando i fondatori di questo movimento di protesta che è nato unicamente per manifestare contro Matteo Salvini.
Per Calderoli, la mail inviata dal Partito democratico svela una “banale e scontata verità”. E cioè che “le giovani e ingenue sardine altro non sono che i giovani del Pd”. “Non che ci fossero dubbi a riguardo, ma almeno da adesso si gioca a carte scoperte – conclude, infine, l’esponente del Carroccio – le Sardine non sono il nuovo che avanza, sono il vecchio che conosciamo bene con le insegne del Pd che perde a ogni elezione…”.