“Se l’Europa ha assegnato, come è risaputo, all’Italia oltre un 1/4 dei fondi complessivi (204 miliardi su 750) del PNRR per far fronte alla ripresa e alla ripartenza del dopo Covid, non lo ha fatto né per ragioni di beneficenza né tantomeno perché ha riconosciuto straordinarie capacità nell’intercettarli all’ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ma perché purtroppo ha preso atto che nel Meridione e nelle Isole esistono le più significative condizioni di arretratezza economica, occupazionale, sociale ed infrastrutturale d’Europa… In sintesi: ha riconosciuto l’enorme gap tra il Meridione, il resto d’Italia e il resto d’Europa ed è intervenuta materialmente per il suo riequilibrio”. A dichiarare ciò è Maurizio Grosso, Segretario Generale del sindacato nazionale SIFUS CONFALI il quale aggiunge anche che “se l’Europa accerta in maniera tangibile le fragilità e quindi, il divario esistente tra il nord ed il sud del Paese, come fa il Governo Meloni a pensare solo per un attimo che si possa realizzare una legge che punti ad un autonomia differenziata tra regioni dello stessa nazione? Una legge che autorizzi ulteriormente ad allargare il divario esistente fra le aree nord e quelle del sud del paese?
Invece di una legge sull’autonomia differenziata – suggerisce il Segretario Generale del SIFUS CONFALI – il Governo ed il Parlamento devono impegnarsi a concretizzare una norma che punti a riequilibrare in termini economici, sociali, occupazionali ed infrastrutturali tutto il paese, a partire dalla redistribuzione dei fondi del PNRR sulle indicazioni dei criteri europei.
Per queste ragioni – conclude Maurizio Grosso – la nostra organizzazione sindacale respinge la norma sull’autonomia differenziata senza se e senza ma”.