Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese, ha messo a disposizione il suo mandato al ministro Maria Chiara Carrozza. La decisione, si legge nella nota dell’Asi, e’ stata presa da Saggese al fine di meglio difendere la propria integrità, onorabilità e prestigio, maturati in più di quaranta anni di attività nel settore’. Saggese ribadisce inoltre, nel rispetto delle indagini in corso”, la sua ‘totale estraneità ai fatti contestatigli, nell’interesse dell’autorevolezza internazionale dell’Agenzia Spaziale Italiana, acquisita specialmente nell’ultimo quinquennio. Le indagini in corso si riferiscono ad un inchiesta a suo carico, scoppiata in seguito alla denuncia di un dirigente dell’agenzia spaziale incappato in false fatturazioni. Di fronte alla segnalazione dell’anomalia, fatta a Saggese, l’uomo avrebbe ricevuto minacce di ritorsioni sul lavoro. A palazzo di giustizia, proteggendo il testimone con un rigoroso anonimato, i pm Paolo Ielo e Mario Palazzi hanno quindi dato il via alla Guardia di Finanza ed ai Carabinieri per ricostruire una serie di affari sospetti incentrati su consulenze gonfiate. Il fulcro di queste irregolarità sarebbe avvenuto intorno a bollettini di spese rilasciate dalle società fornitrici di servizi che certificavano spese inesistenti. Tra le anomalie spicca una carta di credito ricaricabile consegnata dalla società “Art Work” allo stesso Saggese. Scherzando potrei annotare che si trattava di un “lavoro artistico”. Sono state quindi indagate sette persone, tra le quali una intera famiglia: Francesca e Giacomo Sette, dipendenti di Finmeccanica distaccati presso l’Asi in qualità di ufficio stampa e portavoce di Saggese ed i loro genitori, Vittorio Sette e la moglie Elena Oteri, titolari della società di comunicazione “Get-it”. Cose di famiglia, potremmo dire. Ieri il gip di Roma ha firmato l’ordinanza di quattro pagine con le quali disponeva le perquisizioni in tutta Italia nei confronti di coloro che avevano visitato la sede romana dell’Asi all’interno della università di Tor Vergata.
Roberto Cristiano
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