epa08111955 Members of the International Red Crescent collect bodies of victims around the wreckage after an Ukraine International Airlines Boeing 737-800 carrying 176 people crashed near Imam Khomeini Airport in Tehran, killing everyone on board, in Shahriar, Iran, 08 January 2020. EPA/ABEDIN TAHERKENAREH

Media Usa: “Due missili contro l’aereo ucraino caduto in Iran”

Dopo Newsweek, anche la Cbs accredita la tesi dell’abbattimento del Boeing ucraino a Teheran. In particolare, secondo le fonti citate dall’emittente Usa, l’intelligence americana avrebbe intercettato segnali di due missili lanciati dagli iraniani, probabilmente degli SA-15, seguiti poco dopo da un’esplosione. L’ipotesi è che l’aereo sia stato colpito involontariamente.

Il team di esperti ucraini che indaga sul disastro ha incontrato a Teheran le autorità dell’aviazione civile iraniana, che continuano a ritenere che il velivolo sia precipitato a seguito di un problema tecnico. La Repubblica islamica ha invitato a partecipare all’inchiesta anche il Canada e la Svezia, che nella tragedia hanno avuto rispettivamente 63 e 10 morti.

“L’aereo, che all’inizio si dirigeva verso est per lasciare la zona dell’aeroporto, ha girato a destra a causa di un problema e stava tornando all’aeroporto nel momento dell’incidente”, ha reso noto ieri notte sul suo sito l’Organizzazione per l’aviazione civile iraniana.

Le agenzie di intelligence occidentali ieri in serata avevano scartto l’ipotesi che il Boeing 777 ucraino fosse stato colpito da un missile.

Ma per tutta la giornata di ieri sull’incidente era stato giallo, spingendo molte compagnie a cambiare rotta ai propri voli, evitando uno spazio aereo considerato ad alto rischio per i venti di guerra. Ad alimentare i sospetti è anche l’annuncio delle autorità della Repubblica islamica di non voler consegnare alla Boeing né agli Usa le due scatole nere recuperate tra i detriti, a una decina di chilometri dallo scalo.

Un nuovo drammatico incidente mortale per la Boeing, dopo lo schianto di due 737 Max jet in meno di cinque mesi in Indonesia ed Etiopia. Stando ai dati delle piattaforme specializzate, il jet era atterrato e ripartito ieri da Malpensa, dove aveva passato senza problemi i controllo di routine. Secondo il presidente della compagnia, Evgeny Dykhne, “l’aereo era in buone condizioni, uno dei migliori”, costruito nel 2016 e completamente revisionato appena due giorni fa.

Attivo dal 1992, il vettore ucraino non aveva fatto registrare finora incidenti di rilievo. I dati forniti dai siti specializzati indicano poi un decollo regolare e un’ascesa fino a 2.400 metri, prima dell’improvvisa perdita di quota. Le condizioni atmosferiche e di visibilità erano buone. Resta poi avvolto nel mistero un comunicato dell’ambasciata di Kiev a Teheran, che a caldo ha parlato di un incendio al motore, salvo poi fare marcia indietro rinviando a indagini più accurate. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente ucraino Volodimir Zelensky, che ha chiesto di evitare “speculazioni o teorie non comprovate sulla catastrofe”. Secondo le autorità di Kiev, a bordo del volo PS752, decollato alle 6.12 ora di Teheran, c’erano 82 iraniani e 63 canadesi, oltre a 11 ucraini, 10 svedesi, 4 afghani, 3 britannici e 3 tedeschi. Per Teheran, le vittime iraniane sono invece 147: probabilmente passeggeri con doppia nazionalità che la Repubblica islamica non riconosce. La tratta era spesso usata dai canadesi come collegamento in vista di un successivo volo da Kiev a Toronto.

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