La sede di Mediaset a Cologno Monzese, 25 augosto 2013. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Mediaset continua a correre in Borsa col raid di Vivendi

Avvio col botto per Mediaset in Piazza Affari. Dopo il rialzo di oltre il 30% della vigilia, il titolo sale del 5% a 3,85 euro, sostenuto dal raid di Vivendi, che si è portata sopra al 12%. In calo a ‘neutral’ le raccomandazioni degli analisti. Viene limato il giudizio sul titolo Mediaset dagli analisti finanziari all’indomani del raid di Vivendi che si è portata al 12,32% del capitale. Scende di una tacca il giudizio di Main First Bank, che passa da ‘outperform’ (prestazione in Borsa superiore all’indice di riferimento) a ‘neutral’, con un prezzo obiettivo di 3,8 euro per azione, superiore peraltro ai 3,58 euro della chiusura di ieri dopo un rialzo del 31%. Analogo il taglio della raccomandazione di Ubs, che passa da ‘buy’ (acquistare) a ‘neutral’.  Vincent Bolloré ha sferrato il suo attacco a Mediaset e più ostile di così non si poteva immaginare. Il finanziere bretone che lunedì aveva detto di essere al 3% della società e volersi portare con Vivendi al 10-20%, ha annunciato di aver già raggiunto il 12,32% della controllata della famiglia Berlusconi. Per tutta reazione la Fininvest ha annunciato che tra azioni e diritti prenotati per oggi è già salita al 39,77% dei diritti di voto (azioni proprie escluse). Durante tutto il giorno, e prima degli annunci, il mercato aveva speculato sulle possibili contromosse del Biscione e sul fatto che Bolloré avesse già prenotato quote rotonde del gruppo. Alla fine ieri, il gruppo televisivo ha segnato a Piazza Affari il maggior balzo in 20 anni di quotazione, registrando a fine giornata un rally del 31,86% a 3,58 euro, tra scambi ‘monstre’ pari al 11,85% del capitale. Solo alla vigilia Vivendi aveva annunciato di avere già il 3% del Biscione e di puntare a essere il secondo maggiore azionista industriale con una quota in un primo tempo, appunto, fino al 20% del capitale. E già a caldo Fininvest aveva gridato contro la “vera e propria scalata ostile” in atto, facendo sapere di non voler “arretrare neppure di un passo dalla sua posizione di azionista di riferimento di Mediaset”. Cosi’ a meno di 24 ore la holding di via Paleocapa ha quindi annunciato di aver presentato alla Procura della Repubblica di Milano e per conoscenza alla Consob una denuncia per manipolazione del mercato nei confronti di Vivendi, con un atto predisposto dall’avvocato Niccolò Ghedini, lo storico legale di Silvio Berlusconi.  Da fonti della Commissione, comunque, è emerso che ieri fin dalle prime ore della giornata Consob ha avviato accertamenti preliminari su Mediaset, come fa in automatico ogni qualvolta un titolo quotato abbia forti oscillazioni al rialzo o al ribasso, per valutare l’andamento delle azioni alla luce del flusso informativo, ricostruendo l’operatività sul titolo e verificando in particolare se ci siano mani forti in azione o ci sia una operatività diffusa. Al momento si tratta di “accertamenti preliminari” e non di una istruttoria vera. Dopo il colpo di scena di Vivendi fervono intanto i contatti, in Fininvest e Mediaset. Nel mattino si è visto nella sede Fininvest il presidente del gruppo tivù Fedele Confalonieri. Prima la presidente Fininvest Marina Berlusconi era arrivata al lavoro senza rilasciare dichiarazioni. Su Mediaset, comunque, il mercato aveva fiutato battaglia fin dal mattino accodandosi ai possibili rastrellamenti sul titolo. Mediaset alla vigilia dell’attacco Vivendi risultava controllata dalla Fininvest al 34,7% e non è chiaro se posizionandosi come socio industriale di peso Bolloré miri a costringere al tavolo Berlusconi, dando anche le carte del gioco, oppure se attenda una debolezza del ‘Cav’ per prendere addirittura il controllo del gruppo. Vivendi ha già una partecipazione rotonda in Telecom, pari al 24,19%, e la mossa sul Biscione apre così ulteriori scenari su quella convergenza tanto attesa dagli addetti ai lavori. Non è ancora chiaro quali saranno le altre contromosse di Fininvest, che può comunque arrotondare ancora la propria partecipazione del 5% l’anno senza incorrere in obblighi di Opa. I rumor tra gli operatori vogliono che gli acquisti della holding siano già partiti, ma da Via Paleocapa non è ancora filtrato nulla.

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