Medio Oriente: per Hamas possibile un “cessate il fuoco imminente”, Israele va avanti

Ancora una notte di razzi e raid in Medio Oriente. Dalla Striscia di Gaza circa 80 razzi e colpi di mortaio sono stati lanciati verso Israele tra le 19 di ieri sera e le 7 di questa mattina. Lo sostengono le forze di difesa israeliane (Idf), spiegando che dieci razzi sono caduti all’interno dell’enclave palestinese. L’Idf riferisce che circa il 90% dei razzi diretti verso aree popolate sono stati intercettati dal sistema di difesa missilistica Iron Dome. L’ultimo razzo da Gaza è stato lanciato poco dopo l’una di notte contro la città di Kiryat Malachi e l’area circostante senza riportare feriti.

Nella notte l’aviazione israeliana ha continuato a colpire a Gaza “obiettivi terroristici” situati sotto terra assieme ad altre infrastrutture militari utilizzate da Hamas. Lo ha detto un portavoce militare precisando che finora i razzi lanciati da Gaza sono stati 4070, 610 dei quali caduti all’interno della Striscia perché difettosi. Nelle ultime 24 ore, ha aggiunto, l’aviazione ha concentrato i propri attacchi sul cosiddetto ‘Metro’, ossia la grande rete di tunnel e di bunker approntata da Hamas sotto al tessuto urbano di Gaza. Ha pure colpito la casa di un comandante militare, una fabbrica di armi e rampe di lancio di razzi.
Diversi esponenti e sostenitori di Hamas sarebbero stati arrestati nella notte dalle forze israeliane in varie zone della Cisgiordania, anche nelle aree di Hebron e Nablus.

Lo scrive il Jerusalem Post, che riporta notizie diffuse da media palestinesi. Non è chiaro quante siano le persone finite in manette, ma tra loro ci sarebbe Nayef Rajoub, esponente di Hamas che sarebbe stato prelevato dalla sua abitazione a Dura. Il portale di notizie israeliano Ynet sottolinea come si tratti del fratello dell’esponente di Fatah, Jibril Rajoub.

Suonano sirene nel sud di Israele
Scattano di nuovo le sirene di allarme nel sud di Israele, da giorni nel mirino del lancio di razzi dalla Striscia di Gaza, controllata da Hamas, nel mezzo delle ostilità esplose più di una settimana fa. “Dopo oltre otto ore di calma, suonano di nuovo le sirene di allarme nel sud di Israele”, si legge in un tweet delle forze israeliane (Idf). Secondo il Times of Israel, le sirene di allarme sono scattate nella zone di Nirim ed Ein Hashlosha, vicino al confine con Gaza. Le sirene sono suonate anche al valico merci con l’enclave palestinese di Kerem Shalom. Al momento non si segnalano vittime.

Continuano le pressioni internazionali per una tregua. Il segretario di stato Usa Antony Blinken ha parlato con il ministro degli Esteri, Gabi Ashkenazi, discutendo “degli sforzi per mettere fine alla violenza”. Blinken ha sottolineato che gli Usa si aspettano “di vedere una de-scalation sul percorso del cessate il fuoco”.
Hamas: “Possibile un cessate il fuoco imminente”
Funzionari di Hamas affermano alla Cnn che il cessate il fuoco è “imminente” e potrebbe aversi in 24 ore. ”Penso che probabilmente arriveremo a un cessate il fuoco nei prossimi due giorni. Solo Dio sa quando i mediatori saranno in grado di raggiungere un accordo”, ha affermato il numero due del politburo di Hamas, Mousa Abu Marzook, secondo il sito di Ynet. Anche un leader di Hamas citato dalla Cnn parla di ”atmosfera positiva”, ”grazie al sostegno dei nostri fratelli egiziani e del Qatar”.

Il presidente degli Stati Uniti Biden ha telefonato al premier israeliano Netanyahu per dirgli che si attende una “significativa de-escalation oggi verso un cessate il fuoco” a Gaza. Ma il premier israeliano ringrazia il presidente “ed amico” per il”suo sostegno al diritto di Israele all’autodifesa” e si dice “determinato” a continuare le operazioni a Gaza.
Maas: “Soluzione due Stati unica via”.

La Germania è convinta che israeliani e palestinesi possano convivere pacificamente gli uni accanto agli altri “soltanto nella soluzione a due stati”. Lo ha detto il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas a Tel Aviv. Sono venuto qui oggi per assicurare la nostra solidarietà a Israele” ha detto il ministro degli Esteri all’inizio della sua missione diplomatica in Medioriente. Israele “ha diritto di difendersi contro questi attacchi inaccettabili”, ha ribadito.

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