Giudizio immediato per Parolisi: a farne richiesta, la Procura di Teramo, secondo la quale ci sarebbe una ‘prova evidente’ di colpevolezza, grazie alla quale si salta l’udienza preliminare: deve però, sulla vicenda, pronunciarsi il gip competente entro 5 giorni.
Per il militare le accuse sono quelle di omicidio volontario aggravato da minorata difesa, rapporto di parentela e crudeltà, oltre all’imputazione di vilipendio di cadavere. Secondo i titolari dell’inchiesta, il procuratore capo Gabriele Ferretti e i due sostituti Davide Rosati e Greta Aloisi, sarebbe stato infatti Parolisi a deturpare il cadavere della donna nelle ore successive all’omicidio nel tentativo di depistare le indagini. Si chiude così un’indagine iniziata il 18 aprile scorso, il giorno della scomparsa di Melania Rea, e passata alla Procura di Teramo il 23 luglio dopo essere stata nelle mani degli inquirenti di Ascoli Piceno.
Con la richiesta di giudizio immediato firmata dalla Procura di Teramo, “per la famiglia di Melania Rea si aggrava sempre di più la posizione di Salvatore Parolisi”: lo sottolinea Mauro Gionni, l’avvocato che assiste i familiari della 29enne di Somma Vesuviana, uccisa il 18 aprile scorso.
Siamo soddisfatti della decisione della Procura di Teramo che ha concluso le indagini mandando subito a processo Parolisi”, commenta Gionni, aggiungendo: “Ciò equivale ad una richiesta di rinvio a giudizio e, se accolta, ad un rinvio a giudizio”.