Cassa integrazione per gli operai della Fiat di Melfi per i quali l’azienda ha chiesto la cig per ristrutturazione aziendale dal prossimo 11 febbraio al 31 dicembre 2014. A darne notizia è la Fiom-Cgil, che esprime “forte preoccupazione perché ad oggi ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento”.
Nonostante ciò, la produzione della “Punto” nello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat andrà avanti anche nei prossimi mesi. Nello stabilimento lucano del gruppo torinese vi sono due linee di produzione, ma gli interventi dell’azienda interesseranno a turno solo una delle due linee: sull’altra lavoreranno a rotazione gli operai, per continuare a produrre la “Punto” e soddisfare così le richieste del mercato. In tal modo al periodo quasi biennale di cassa integrazione straordinaria saranno interessati a turno tutti i lavoratori.
Secondo il segretario regionale Emanuele De Nicola, la richiesta “arriva dopo gli annunci in pompa magna dei giorni scorsi, alla presenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti e del Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo e dei segretari generali di Cisl e Uil”. La Fiom-Cgil inoltre esprime “forte preoccupazione perché ad oggi ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento e i tempi per la realizzazione del nuovo progetto” e chiede “alla Fiat e anche alle istituzioni regionali la massima trasparenza nella gestione della Cigs al fine di garantire la rotazione al lavoro di tutti i lavoratori, per impedire come avvenuto a Pomigliano discriminazioni e perdite salariali a danno dei lavoratori”.
Marchionne: ” Non chiuderemo altri impianti”. Risponde alle polemiche inerenti alla decisione di Fiat di mettere in cassa integrazione gli operai di Melfi, l’ad dell’azienda Marchionne: “Stiamo installando le nuove linee per fare le nuove vetture. Continueremo a produrre la Punto. Non capisco qual è il problema”.
Marchionne ha inoltre assicurato che non verranno chiusi altri impianti in Italia. Dal Salone di Detroit. Secondo l’ad di Fiat, inoltre, i tagli di posti di lavoro effettuati in Polonia hanno protetto i lavoratori delle fabbriche italiane.
Il Lingotto, in Italia, ha chiuso lo stabilimento sicilaino di Termini Imerese e quello Irisbus di Valle Ufita, in provincia di Avellino.