Meloni a Caivano: ‘A Caivano per dire che ci mettiamo la faccia’

Minacce di morte a Giorgia Meloni. Frasi vergognose e messaggi violenti sul web, che dimostrano come la scelta del presidente del Consiglio sia giusta e dia fastidio a chi vive di illegalità. «Speriamo riman mort a Caivano», «lo spero pure io», «adda murì», «sicura che tornerai a casa?». Messaggi che non scalfiscono minimamente l’impegno di Palazzo Chigi nella lotta alla criminalità. «Nessuna minaccia può fermare l’azione del governo», ha detto il ministro Gennaro Sangiuliano. Su questa linea si sono espressi tutti i membri dell’esecutivo. Messaggi di solidarietà da tutti i leader politici, dalla Schlein a Conte. E Giorgia Meloni ha ringraziato «quanti hanno espresso vicinanza in merito alle minacce ricevute in vista della mia visita a Caivano. Le intimidazioni non impediranno la nostra presenza al fianco dei tanti cittadini che chiedono sicurezza e la possibilità di un futuro migliore per i propri figli. Nella lotta alla criminalità organizzata questo Governo non farà passi indietro».

«Sono umanamente vicino all’amica Giorgia Meloni dopo le ennesime e gravi minacce a lei indirizzate», ha detto Ignazio La Russa. «È quanto mai necessario abbassare i toni del dibattito politico che deve rimanere un confronto sano e democratico di idee diverse. Sono altresì lieto di leggere in queste ore le parole di ferma condanna espresse dalle forze politiche». Tra i primi a intervenire, Matteo Salvini: «Solidarietà a Giorgia per le minacce. Nessuno di noi si farà intimidire da qualche delinquente. Portiamo avanti il programma di governo per il quale gli Italiani ci hanno scelto. Senza paura, a testa alta».

«Con le minacce di morte al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni», ha detto il ministro delle Riforme Elisabetta Casellati, «è stato superato ogni limite: parole gravissime che non possono essere derubricate a semplici attacchi social. La visita del Premier in Campania è un messaggio ben preciso a chi crede di poter continuare a devastare il nostro Paese con l’odio e la violenza. Questo governo non accetta alcuna zona franca: a Caivano, sul web e in nessun altro luogo. La mia vicinanza a Giorgia Meloni per questa ennesima, vile aggressione».

“Meloni è arrivata alla chiesa di Caivano con l’auto blindata e non ha avuto alcun contatto con giornalisti e cittadini. Al momento del suo arrivo, due cittadini del posto l’hanno contestata per il taglio al reddito di cittadinanza: “Venga qui a parlare con noi”, le hanno urlato.

‘Questo  territorio sarà radicalmente bonificato. Presto vedrete i frutti” di questa azione.  Partendo da questo territorio che oggi è conosciuto per le sue problematiche – ha aggiunto – l’obiettivo è che domani sia un modello: da problema a esempio. E questo è l’obiettivo del governo con la collaborazione di tutte le istituzioni. Le direttrici della nostra azione si basano sulla fermezza dello Stato contro la criminalità, la droga. Se siamo qui oggi a condannare un episodio barbaro come quello che condanniamo vuol dire che qui si è consumato un fallimento da parte dello Stato, nonostante gli sforzi che sono stati fatti. Lo Stato giusto ha prima di tutto il dovere di difendere i più deboli e i minori sono i principali fra questi soggetti. Il numero delle persone coinvolte nel duplice stupro alimenta il terrore che episodi del genere siano di più di quelli che emergono.  Io penso che uno Stato serio ed una politica coraggiosa devono mettere la faccia sulle cose difficili da risolvere assumendosene la piena responsabilità. Non siamo qui solo per la pur doverosa condanna e solidarietà, siamo venuti a qui a dire che ci mettiamo la faccia. Ringrazio il comitato dell’ordine e sicurezza che si è riunito, una presenza importante che vuole raccontare qualcosa di importante. Noi siamo venuti qui per diverse ragioni, la prima è rispondere all’invito di don Patriciello, un uomo straordinario. Lo ringrazio per l’accoglienza e per il lavoro che fa in un territorio difficile”.

Quando Meloni è arrivata alla chiesa una decina di persone hanno contestato la premier urlando: “Facci lavorare”. I cori sono stati in parte coperti da quelli dei militanti di Fratelli d’Italia chiamati per l’occasione che hanno applaudito Meloni al suo arrivo urlando: “Giorgia, Giorgia!”

Una cinquantina persone in tutto ad attendere Giorgia Meloni: metà a contestarla (“hai tolto il reddito! Vergogna!”) e metà a urlare “viva Giorgia”.

“Il centro Delphinia è un grande centro sportivo, 25mila metri quadri di struttura, una struttura da anni abbandonata e che oggi è una discarica a cielo aperto ed è uno dei luoghi in cui il degrado favorisce la criminalità. Il nostro obiettivo è riaprire il centro entro la prossima primavera“.

“Entro la primavera del 2024 il centro sportivo di Caivano”, devastato dall’incuria e dai vandali, teatro delle violenze di gruppo ai danni delle due cuginette, “tornerà ad essere un centro sportivo”, ha detto don Maurizio Patriciello ai giornalisti riferendo i contenuti dell’incontro con la premier Giorgia Meloni: “Mancano pochi mesi alla primavera del 2024, ma credo che manterrà la sua parola. Meglio di così non poteva andare. Noi abbiamo un desiderio grande di applaudire ma se le promesse, come accaduto altre volte, non verranno mantenute sapremo anche fischiare.Ho detto alla presidente del Consiglio che è necessario oscurare i siti porno”, ha spiegato ancora Patriciello. Parlando della visita della premier, il sacerdote commenta: “Io ho osato e, grazie a Dio, c’è stata una risposta”.

A Caivano serve “un anno di assedio militare”. Il governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno, si conferma “sceriffo” e propone misure estreme per risolvere l’emergenza sicurezza nel comune alle porte di Napoli, teatro da anni di degrado e violenze sconvolgenti. L’ultima, lo stupro di gruppo di 6 giovanissimi ai danni di due cuginette di appena 10 e 12 anni, trascinate e abusate in uno dei tanti luoghi “dimenticati” del famigerato Parco Verde.

L’analisi del presidente di regione è spietata, anche se tende a omettere le responsabilità del suo governo. Di sicuro, invece, chiama in causa le amministrazioni locali che si sono susseguite, sempre di centrosinistra. “Noi dobbiamo rispondere per l’oggi. Io credo che dobbiamo andare a Caivano a istituire una zona di assedio militare. Lo stato a Caivano non esiste, non c’è. C’è bisogno di uno stato di assedio, come quando mandiamo i reparti militari nei luoghi di guerra. Dobbiamo decidere che per un anno dobbiamo togliere l’aria che respirano ai delinquenti che trafficano in droga”.

De Luca disegna uno scenario alla Gomorra: “Ragazzini vestiti come camorristi, tatuati come camorristi, che imitano i personaggi di certi film il cui effetto è devastante”. “Ha ragione il ministro Piantedosi, il problema è culturale e bisogna intervenire a 360 gradi”, spiega il governatore, che non vuole unirsi “all’insopportabile coro delle solidarietà pelose”. La premier Giorgia Meloni visita il Parco Verde  è  una iniziativa “importante, un atto simbolico significativo”, a patto che, però, “dietro agli impegni assunti dal presidente del Consiglio ci sia la sostanza”.

Lo sguardo del governatore, il tanto temuto capo dei “cacicchi” meridionali del Pd citato indirettamente dalla segretaria dem Elly Schlein, è anche culturale: “C’è un’esplosione di sessuofilia sui social, con giovanissimi alle prese con immagini sconvolgenti. Un problema complesso che riguarda i modelli culturali che abbiamo trasmesso ai giovani di Caivano, ma non solo di Caivano”. Caivano, sottolinea, “è l’inferno in terra, ma questo lo sapevamo già da quando hanno scaraventato dall’ultimo piano la piccola Fortuna dopo averla violentata. E poiché è un inferno in terra, l’unica risposta è istituire uno stato d’assedio militare. E’ un’espressione forte – conclude – ma non riesco a trovarne un’altra. Dobbiamo dire con grande spirito di verità che a Caivano lo Stato non esiste, nonostante l’impegno di forze dell’ordine estremamente limitate. E bisogna farlo senza perdere tempo, perché ci sono risposte che vanno date oggi. A Caivano come in altri territori della Campania la vita di un essere umano vale 500 euro. A chi vogliamo chiedere di fare lotta alla camorra, a un padre di famiglia che sta in queste condizioni?”.

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