Meloni a ‘Porta a Porta’ su Ilaria Salis: ‘In Ungheria c’è uno Stato di diritto e l’autonomia della magistratura’

Giorgia Meloni, ospite di ‘Porta a Porta’ su Rai1, è tornata sul caso Ilaria Salis: ‘Su di me vedere le manette quando Ilaria Salis entra al processo ha impattato, perché non siamo abituati, ma non è che quello è un trattamento che l’Ungheria ha riservato a Ilaria Salis, è quello che usa con tutti. Poi ci siamo fatti sentire, ma non può un governo intervenire sulla magistratura, c’è uno Stato di diritto e anche lì c’è l’autonomia della magistratura. Il governo può occuparsi di garantire un trattamento adeguato per il proprio connazionale ed è quello di cui ho parlato con Viktor Orban, e poi si può intervenire dopo che la sentenza passa in giudicato, come è accaduto con Chico Forti e Patrick Zaki. La campagna politica che la sinistra sta mettendo in piedi su Ilaria Salis rischia di essere controproducente. Si deve lavorare in silenzio, perché se tu insulti il tuo interlocutore è difficile che poi ottieni qualcosa da lui’.

Rivolta all’opposizione, la premier, ha ricordato il tema dell’indipendenza della magistratura. ‘Non mi pare che il tema dell’indipendenza della magistratura sia presente nel dibattito: ci sono parlamentari italiani che chiedono al governo di intervenire sul governo ungherese. Do you know stato di diritto? Do you know autonomia della magistratura? Servono ‘meno parole e più fatti. Forse dovremmo abbassare un po’ la pressione e riportare la questione a livello di moral suasion. Con i parlamentari che arrivano e insultano il governo ungherese…’.

‘Ho letto elucubrazioni su trattative: non c’è nessuna trattativa, ho voluto incontrare il padre di Ilaria Salis per discutere con lui come possiamo riuscire a togliere una cittadina italiana da questa situazione umiliante’, aveva spiegato ieri Elly Schlein, a ‘Porta a Porta’, facendo così cadere l’ipotesi di una discesa in campo della militante dell’ultrasinistra ma senza spiegare chi avrebbe detto ‘no’ e a chi. E’ stato il Pd a frenare sulla candidatura della professoressa antifascista a processo in Ungheria o la diretta interessata a rifiutare sdegnosamente l’offerta della segretaria? Secondo Il Foglio, la seconda ipotesi…

‘La svolta è arrivata ieri prima di pranzo quando Elly Schlein ha incontrato il padre dell’insegnante italiana reclusa da 13 mesi in Ungheria con l’accusa di aver aggredito due militanti di estrema destra. La segretaria del Pd – all’oscuro di tutto il partito che non l’ha presa benissimo – ha visto Roberto Salis, che il giorno prima si era sfogato con il Foglio per come era stata male gestita la faccenda della candidatura della figlia, lasciata in pasto alle correnti dem senza nemmeno una telefonata di sondaggio da parte della segretaria. La quale alla fine ha battuto un colpo…’, ha scritto il quotidiano diretto da Claudio Cerasa, che poi ha svelato: ‘Durante l’incontro, come raccontano diverse fonti, Roberto Salis ha tolto dal campo la candidatura di Ilaria. Per una questione di metodo, ma anche pare di merito. In quanto la donna, che viene dai movimenti di estrema sinistra, non avrebbe in animo di correre da indipendente con la casacca del Pd, partito che non la rappresenta. Meglio 13 mesi di carcere che finire nelle liste dem? Se non fosse una storia serissima si potrebbe anche osare questa provocazione. E comunque in serata Schlein è stata costretta a fare retromarcia, in maniera abbastanza clamorosa…’.

Schlein, a sorpresa,  aveva detto poco sulla Salis: ‘Ho voluto incontrare il padre  per discutere su come possiamo aiutare a togliere Ilaria dalla situazione inaccettabile in cui si trova’. Ed è proprio questa la ratio di una sua possibile candidatura, che qualcuno sottolinea in Transatlantico: ‘sottrarla alla detenzione ungherese’. Sulla questione, però, non tutti sono d’accordo nel Pd. E neanche la diretta interessata, che non è proprio un dettaglio marginale.

‘Se Ilaria Salis fosse un membro del Parlamento europeo, dovrebbe vedersi revocare l’immunità dal Parlamento stesso in relazione alle sue attività politiche. Le elezioni europee sono imminenti, quindi immagino che se avesse l’immunità, prima che le venga revocata, il processo contro di lei dovrebbe essere sospeso e non potrebbe essere portato avanti’. Così a LaPresse Gyorgy Magyar, a capo dell’ufficio legale che assiste Ilaria Salis in Ungheria parlando della possibilità che la 39enne venga candidata alle prossime elezioni Ue.

‘L’attività politica in sé e l’interfaccia giudiziaria non dovrebbero essere collegate. I candidati e i membri del Parlamento hanno diritto all’immunità’, ma sottolinea il legale, ‘dobbiamo difenderla in tribunale, il suo coinvolgimento politico non è una nostra responsabilità’.

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