"Gli italiani che hanno attraversato l'Atlantico negli ultimi due secoli hanno fortemente contribuito allo sviluppo, alla prosperità e alla forza degli Stati Uniti", "hanno lavorato ogni giorno per costruire un ponte tra l'America e l'Italia: fatto di valori comuni - libertà, uguaglianza e democrazia - un'alleanza incrollabile, una partnership strategica e una vera e profonda amicizia. Siete grandi ambasciatori del nostro Paese". Lo ha detto in un video-saluto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione dell'anniversario della National Italian American Foundation (Niaf) e trasmesso questa notte. ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/FILIPPO ATTILI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Meloni a pranzo con Gentiloni a Bruxelles

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è in volo per Bruxelles dove nel pomeriggio incontrerà i vertici delle istituzioni europee.

Prima di vedere la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, e il presidente del Consiglio, Charles Michel, Meloni vedrà a pranzo il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni.

“Sono fiducioso che l’impegno del nuovo Governo avverrà in uno spirito positivo”, ha detto in merito all’Italia un alto funzionario dell’Ue parlando in vista della riunione lunedì prossimo dell’Eurogruppo e ricordando che non spetta al coordinamento dei ministri delle Finanze dei 19 Paesi dell’euro “speculare” sugli impegni elettorali dei Governi. “In generale il messaggio dall’Italia è stato di una chiara volontà di impegnarsi, una chiara volontà di stare alle regole”, ha segnalato comunque il funzionario, interpellato anche alla luce della visita oggi a Bruxelles della nuova presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Oggi sarò a Bruxelles per incontrare i vertici delle istituzioni europee. La voce dell’Italia in Europa sarà forte: siamo pronti ad affrontare le grandi questioni, a partire dalla crisi energetica, collaborando per una soluzione tempestiva ed efficace al fine di sostenere famiglie e imprese e mettere un freno alla speculazione”. Lo scrive sui social la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

“Oggi sarò a Bruxelles con il presidente Giorgia Meloni per incontrare i vertici delle Istituzioni Ue. Sarà l’avvio di un dialogo costruttivo e proficuo, per trovare soluzioni serie e concrete ai tanti dossier aperti, a partire dalle crisi economica ed energetica”. Così il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto su Twitter aggiungendo che Roma vuole “avviare un dialogo costruttivo e proficuo: dando rispetto e chiedendo rispetto”.

A fianco all’Europa nelle grandi sfide comuni. E pronta a difendere l’interesse nazionale, soprattutto dove l’Unione si mostra “invasiva nelle piccole cose” che i singoli Stati potrebbero, e saprebbero, “fare meglio”. Giorgia Meloni prepara da settimane il suo esordio internazionale a Bruxelles.

Sa di essere attesa con un misto di curiosità e di diffidenza, che deve mostrare la distanza dei conservatori, che presiede anche all’Europarlamento, con certo sovranismo che allarma le istituzioni europee. E che deve aprire un canale di dialogo solido per ottenere una sponda sui dossier più urgenti, l’energia prima di tutto, e la manovra. Ma anche la riforma del Patto di stabilità, che rischia di penalizzare l’Italia, maglia nera tra i 27 con il suo fardello del debito.

Prima di partire per Bruxelles, dopo avere sentito il giapponese Fumio Kishida, Meloni parla di Ue al telefono con il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e anche con il polacco Mateusz Morawiecki. Certo, la sua idea è di una Europa che deve cambiare passo, rispondendo al principio di “sussidiarietà”: una unione “federale”, che si occupi delle “grandi questioni” e lasci il resto agli Stati: ci si occupi di “approvvgionamento energetico” piuttosto che “del diametro delle vongole”, manca “la politica estera ma si occupa di gender”, le parole che affida al nuovo libro di Bruno Vespa, rese pubbliche alla vigilia del suo viaggio, il primo di una serie di appuntamenti che la porteranno al Sharm el Sheikh per la Cop27 e poi a Bali per il G20 presieduto dall’Indonesia.

E ai vertici Ue magari racconterà le prime mosse dell’esecutivo di centrodestra, che tante polemiche stanno sollevando a Roma, chiarendo che l’Italia non è luogo dove si negano i diritti, a partire da quello di “manifestare, di esprimere il dissenso”. O dove si pensa di fare marcia indietro sull’aborto (“in tutta la mia vita – dice a Vespa – non ho mai detto che avrei messo mano” alla legge 194, assicura). Ma l’Italia, non mancherà di sottolineare, è un Paese che che farà sentire la sua voce, e difenderà i suoi interessi, a partire dalle licenze sulle spiagge su cui c’è una “disparità” di trattamento con altri Paesi che “hanno prorogato le concessioni”, che si configura come “incostituzionale”.

Difficile che si entri così nel dettaglio dei dossier in questi primi incontri: la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola sarà la prima, tra i vertici europei, a vedere Meloni, alle 16.30. Seguiranno i bilaterali con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e con il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. I temi dei tre incontri saranno più o meno gli stessi: crisi energetica, attuazione ed eventuale aggiornamento del Pnrr, sostegno all’Ucraina, anche militare (“siamo pronti a valutare” le esigenze di Kiev sulle armi, assicura anche il ministro della Difesa Guido Crosetto).

Possibile che si affronti anche il nodo irrisolto della gestione dei migranti (se una nave Ong batte bandiera tedesca “o la Germania la riconosce o diventa pirata”, dice tra l’altro nel libro ‘La grande tempesta’). E molto probabilmente con la presidente della Commissione ci sarà anche un primo confronto sui conti pubblici e della riforma del Patto, su cui andranno coltivate le convergenze con Parigi e cercate quelle con Berlino (non a caso il primo appuntamento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che la prossima settimana vedrà anche Bruno Le Maire).

La necessità è quella di reperire risorse, di concordare gli spazi in deficit che si possano utilizzare, perché i soldi “sono pochi”, ammette Meloni che al rientro presiederà il Cdm per integrare la Nadef, e dovranno andare per la gran parte “a coprire il taglio delle bollette”. In attesa che i Paesi Ue concordino e mettano in pratica delle azioni comuni per frenare i maxi-rincari dell’energia, dal price cap sul gas al disaccoppiamento tra prezzo del metano e e dell’energia elettrica su cui l’esecutivo, ripete Meloni, è pronto ad andare avanti anche da solo, per fermare “le speculazioni”.

È il viaggio-cornice, la premessa dei giorni che verranno. Giorgia Meloni sarà oggi a Bruxelles per incontrare, nel pomeriggio, in rapida successione, la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, la “premier” della Commissione Ursula von der Leyen e il numero uno del Consiglio Ue, Charles Michel. Un trittico di incontri che la nuova inquilina di Palazzo Chigi vuole affrontare «senza subalternità», fa sapere, ma anche senza mostrare «ostilità preventiva». Parola d’ordine: «pragmatismo».

Un atteggiamento «concreto» che Giorgia Meloni si attende dalle istituzioni comunitarie sui tre temi che metterà sul tavolo: la possibilità di rivedere parte degli obiettivi del Pnrr, che «non è un totem», ripete; la necessità di accelerare e concretizzare le intese europee sul gas e sul caro-bollette, di modo da dosare le risorse nazionale da rendere disponibili nei prossimi mesi; la richiesta di portare il tema delle migrazioni nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio Ue di dicembre.

Giorgia Meloni come i suoi predecessori, ha bisogno di capire in anticipo i margini di manovra a breve e medio termine. I confini entro cui muoversi senza preoccupare alleati e mercati. Non è un caso se i primi provvedimenti del governo non abbiano riguardato dossier economici, e se il cantiere della manovra procede senza correre in modo forsennato: la premier vuole capire a Bruxelles – dove si è osservata con attenzione la mossa di rinviare l’entrata in vigore di una delle riforme legate al Pnrr, quella sulla giustizia penale – quale possa essere il punto di caduto tra stabilità finanziaria e politiche marcatamente di destra.

La cornice europea aiuterà a disegnare la Nota di aggiornamento del Def, fissata domani in Cdm, ed abbozzare il primo decreto-aiuti contro il caro bollette. L’ultimo orientamento in seno al governo sarebbe quello di usare il “tesoretto” lasciato da Draghi – circa 10 miliardi – in due tempi: 5 da usare per prorogare sino a fine anno le attuali misure, 5 da mettere in manovra per gli interventi del 2023. Il nuovo decreto comunque non dovrebbe vedere la luce venerdì perché la destinazione dei 10 miliardi va approvata dal Parlamento.

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