La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata in piazza del Popolo, a Roma, per l’evento conclusivo della campagna elettorale di Fratelli d’Italia per le elezioni europee. Alla presenza del presidente del Senato, Ignazio La Russa, del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dei ministri Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida e davanti al grande palco a centinaia di persone, molte con le bandiere di partito, la premier ha cominciato il suo comizio.
Appena arrivata, la premier ha salutato il presidente del Senato Ignazio La Russa dandosi il cinque. “Oggi è la giornata di Giorgia”, ha detto La Russa. “Qui non sono il presidente del Senato ma sono Ignazio La Russa”, ha aggiunto parlando con i giornalisti.
Militanti e simpatizzanti sono arrivati da tutta Italia e hanno infatti riempito la piazza scelta per la kermesse, sventolando bandiere tricolori e vessilli del partito. “Con Giorgia l’Italia cambia l’Europa”, slogan della campagna elettorale di Meloni, campeggia sul grande palco blu allestito sotto la scalinata del Pincio.
Malore in piazza per una signora che stava assistendo al comizio di Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio ha quindi interrotto il discorso e ha fatto una pausa in attesa che arrivasse un medico ad assistere la sostenitrice. “Facciamo un applauso alla signora. Lo so fa caldo”, ha detto, prima di riprendere a parlare, quando sono arrivati i soccorritori.
Ai bordi della piazza sono stati montati degli stand dove i volontari distribuiscono volantini, bandiere e cappellini bianchi con la scritta “Orgoglio italiano”. Tra gli esponenti di Fratelli d’Italia arrivati a Piazza del Popolo Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio e responsabile tesseramento del partito, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e il capogruppo alla Camera Tommaso Foti, oltre ovviamente al responsabile dell’organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli. “Noi siamo Giorgia” la scritta che compare su uno dei tanti striscioni portati in piazza dagli aficionados di Fratelli d’Italia.
“Dicono che ormai le campagne elettorali e la politica in generale si facciano soprattutto in rete e sui social, non per noi. Per noi le campagne elettorali si fanno guardando le persone negli occhi, per vedere se lo sguardo è sincero. Non rinunceremo mai alla piazza, a stare in mezzo alla gente, sarà qui che torneremo per ricordarci da dove siamo venuti”, ha detto la Meloni prendendo la parola alla kermesse di Fdi per le Europee. “Grazie per darmi la carica e per esserci con il vostro entusiasmo perché questa piazza racconta la differenza tra noi e la rabbia e la cattiveria dei nostri avversari più livorosi. Promettetemi che non diventeremo mai come loro. Il nostro motore è costruire e non distruggere”.
“La nostra maggioranza è coesa. Bisogna mandare un abbraccio a Salvini e Tajani”, continua la Meloni. “Abbiamo usato la stabilità per gli italiani. Non stiamo nel Palazzo per sopravviverci” costi quel che costi, “stiamo cambiando l’Italia mattone dopo mattone”, annuncia. “Le forze della conservazione, quelle che per decenni hanno bivaccato sulla vita degli italiani si stanno organizzando ma non importa, noi stiamo dalla parte giusta della storia”.
Tra i brani scelti per introdurre la kermesse Il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano, canzone spesso utilizzata nelle manifestazioni del partito di Giorgia Meloni.
Lo spot per le europee “Io voto Giorgia perché” – dove si vedono lavoratori, donne, disabili e pensionati spiegare il motivo del perché sosterranno Meloni alle europee – viene trasmesso dal maxischermo prima dell’avvio della manifestazione.
L’evento è cominciato con gli interventi dei sindaci sul palco.
L’appello al voto: “Qui si fa la storia”
L’intervento della premier che ha parlato di un referendum tra “l’Europa ideologica” della sinistra e “la nostra Europa concreta e fiera”. “Abbiamo dimostrato che la nostra Europa può vincere”, ha affermato, “l’Europa non deve essere una sovrastruttura”. La sinistra vuole trasformare l’Europa “in un mostro di burocrazia che riduce le nazioni a piccoli enti senza dignità”, ha osservato la premier.
La sinistra è contro le riforme “perché vuole che si continuino i giochi di palazzo”, alla sinistra il premierato “non va giù, lavorano perché le scelte degli italiani valgano di meno. Abbiamo capito il senso del nome Partito democratico, è democrazia solo se comandano loro e non voglio dire niente del Movimento 5 stelle che prendeva decisioni sulle piattaforme e ora ci accusa di autoritarismo” perché “vogliamo dare ai cittadini il potere” di eleggere il premier.
“Noi l’isolamento internazionale ce l’abbiamo avuto quando ha governato la sinistra. Il centrodestra è diventato protagonista” nel mondo.
“L’epoca dei ‘Giuseppi’ che cambia alleanze al soffiare del vento, della sinistra cerchiobottista è finita. Ora c’è l’Italia seria, con la schiena dritta che difende il proprio interesse nazionale che costruisce pace dimostrando fierezza”, ha sottolineato.
Quando parla del M5S da piazza del Popolo si levano alcuni ‘buuuuu’. “Noi non fischiamo nessuno”, dice allora la premier.
L’Italia “non andrà più con il piattino in mano” in Europa, “quella stagione è finita, l’8 e il 9 giugno abbiamo la possibilità di archiviare quella stagione. Con la sinistra non governeremo mai in Italia e in Europa, vogliamo portare il modello del centrodestra d’Italia in Europa e mandare all’opposizione” le sinistre.
“Quando le nebbie della propaganda e resta solo la verità alla sinistra non resta che rispolverare la carta del mostro. Ora lo sport nazionale della sinistra è quella di dipingere l’Italia come una nazione dove lo stato di diritto è sospeso”. Così Meloni sfida la segretaria dem. “Chiedo a Schlein di dire se condivide o no le parole di Schmit. Non scappi ancora una volta, è una domanda semplice: condividi o no che io non sarei una leader democratica?”, ha osservato la premier riproponendo le affermazioni del candidato dei socialisti Schmit secondo cui appunto i conservatori europei sono una forza non democratica.
“Voi fornite alibi agli estremisti per avvelenare le nostre democrazie con l’odio politico, e vi presentate come forze responsabili… – ha continuato – . È vergognoso che si usino questi temi per raggranellare qualche voto”
“Se non sono un leader democratico, cosa sono? Sono un dittatore? E se sono un dittatore, cosa si fa? La lotta armata per depormi? Sono dichiarazioni deliranti, irresponsabili, di gente che per raggranellare mezzo voto scherza con il fuoco. Signor Schmit, spero si renda conto di quello che dice: cosa accadrebbe se qualcuno dovesse prenderla sul serio, se qualche fenomeno imbevuto di idee estremiste dovesse passare alle vie di fatto?”.
“La sinistra mostra un rancore fuori misura, perché alla fine quando le nebbie della propaganda si diradano e rimane solo la verità, non resta che usare la solita, usurata, disperata carta del racconto del mostro. Sappiate che non smetteranno. Il nuovo sport nazionale è dipingere l’Italia coma una nazione in cui le libertà vengono negate, i diritti compressi e lo stato di diritto è praticamente sospeso e quindi una nazione non meritevole di vedere il proprio governo tra i grandi di Europa”.
“Vogliamo fare a Bruxelles quello che abbiamo fatto a Roma un anno e mezzo fa” in Italia e in Europa “mandare all’opposizione rossi verdi gialli che tanti danni hanno fatto al nostro continente in questi anni”, ha affermato la premier.
“A giudicare dalle reazioni sembra che l’obiettivo sia meno lontano, non fanno che ripetere che bisogna mettere un argine alla destra, che siamo lupi travestiti da agnelli, fanno una specie di terapia di gruppo fa anche un pò sorridere”.
“Nei prossimi giorni faremo un altro provvedimento per costruire un meccanismo nazionale di monitoraggio delle liste d’attesa, che non esiste. Vuol dire avere possibilità di intervenire in maniera puntuali. E ci saranno soluzioni per effettuare visite e prestazioni sanitarie, che si faranno anche sabato e domenica, abolire il tetto di spesa per l’assunzione dei medici, coinvolgere più gli specializzandi, sanzionare i dirigenti sanitari che non dovessero rispettare gli obiettivi di riduzione delle liste d’attesa, premiandoli se invece lo fanno”.
“Qui si fa la storia e la storia possiamo essere noi. Siamo ad un punto di svolta. E’ un referendum”, ha detto Meloni poco prima di chiudere: “Agli italiani voglio dire: non voltatevi dall’altra parte, non demandate la scelta. I politici non sono tutti uguali, la politica ha bisogno di essere responsabilizzata”.