epa10632558 Italian Prime Minister Giorgia Meloni addresses the 4th Summit of the Council of Europe in Reykjavik, Iceland, 16 May 2023. The Icelandic Prime Minister and Minister for Foreign Affairs will host the summit from 16-17 May 2023. In addition to the Council of Europe's member states, representatives of the EU, the United Nations, and OSCE have been invited to address the summit which is expected to reaffirm the principles of the Council as well as the support for Ukraine. EPA/ANTON BRINK HANSEN

Meloni al Consiglio d’Europa per il ‘registro dei danni’ di guerra in Ucraina. Saluto Meloni-Macron a Reykjavik

Il premier Giorgia Meloni ha partecipato  al Consiglio d’Europa in programma a Reykjavik, in Islanda, Paese che ricopre la presidenza di turno. Al summit presenti i Capi di Stato e di governo dei 46 Stati membri che compongono l’organizzazione, il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti umani, l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa. Alla cerimonia di apertura, oltre ai leader dei “grandi contributori”, fra i quali c’è l’Italia, è intervenuto  anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il principale risultato che ci si attende sarà l’annuncio dell’istituzione di un “Registro dei danni” causati dall’aggressione russa in Ucraina.

Meloni arriva all’Harpa Concert Hall and Conference Centre. Successivamente interviene alla sessione di apertura dei lavori. Dopo la foto di rito di tutti i partecipanti, il presidente del Consiglio interviene alla tavola rotonda dedicata al “Contrasto alle sfide derivanti dai nuovi diritti umani emergenti”.

Il IV Vertice del Consiglio d’Europa “United around Our Values” costituisce un evento di rilevanza storica, essendovi solo 3 precedenti: Vienna 1993, Strasburgo 1997 e Varsavia 2005. Fondato il 5 maggio 1949 con la firma del Trattato di Londra da parte di 10 Paesi fondatori, tra cui l’Italia, il Consiglio d’Europa conta oggi 46 Stati membri, di cui 27 fanno parte dell’Unione europea. La Russia è stata espulsa il 16 marzo 2022 con decisione unanime del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, durante il semestre di presidenza di turno dell’Italia. Santa Sede, Stati Uniti, Canada, Giappone e Messico godono dello status d’osservatore.

Nel corso del vertice i leader riaffermano il loro impegno comune nei confronti dei valori fondamentali del Consiglio d’Europa per riorientare la sua missione alla luce delle nuove minacce ai diritti umani, la promozione della democrazia e la tutela dello stato di diritto, nonché per sostenere ulteriormente l’Ucraina. Momento centrale del vertice sarà la sessione inaugurale che rappresenta l’occasione per ribadire l’unità intorno ai valori democratici. Oltre a Zelensky e Meloni, vi prendono parte il primo ministro islandese Katrín Jakobsdóttir; il presidente francese Emmanuel Macron; il cancelliere tedesco Olaf Sholz; il premier britannico Rishi Sunak; il presidente polacco Andrzej Duda, il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen; il Segretario generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić. Seguiranno 5 tavole rotonde in contemporanea, fra le quali quella sui diritti umani cui parteciperà Meloni.

È alla conclusione dei lavori e, in particolare all’istituzione del “Registro dei danni” che si guarda con particolare attenzione.  Si tratta di un primo passo verso la creazione di un meccanismo internazionale di compensazione economica dei danni subiti dall’Ucraina che consentirà di chiamare la Russia a rispondere delle sue responsabilità, oltre che una prova concreta di assistenza a Kiev.

Al termine del Vertice viene adottata la Dichiarazione politica incentrata sul sostegno all’azione internazionale per assicurare responsabilità per i crimini internazionali della Russia; la promozione della democrazia e dei valori e principi comuni del Consiglio d’Europa; il rafforzamento del lavoro dell’organismo per garantire la tutela dei diritti umani in settori che rappresentano sfide emergenti, come il cambiamento climatico e l’intelligenza artificiale; il rafforzamento del Consiglio d’Europa nell’architettura multilaterale europea, e nel garantire la sicurezza e la democrazia nel nostro continente. Al termine del summit, l’Islanda cede la presidenza del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa alla Lettonia.

Un segnale “concreto” e “molto importante in una fase come questa”. Giorgia Meloni ha definito così l’istituzione del “Registro dei danni” provocati in Ucraina dalla guerra russa, che sarà tra gli esiti del Consiglio d’Europa in corso a Reykjavik, in Islanda. Il premier, dopo l’inaugurazione dei lavori cui ha preso parte, come detto, anche il presidente Volodymyr Zelensky, ha partecipato a uno dei cinque tavoli tematici del vertice, che si connota come un evento storico, nel quale l’Italia ha avuto un ruolo centrale: è solo la quarta volta che il Consiglio d’Europa si riunisce (l’ultima fu nel 2005) e l’idea del summit è stata lanciata da Torino al termine del semestre italiano di presidenza.

Meloni, durante un punto con la stampa prima dell’inizio dei lavori, ha sottolineato che la riunione ha l’obiettivo di far emergere “l’unità dell’Europa nel suo complesso nel ribadire valori che in Ucraina sono stati colpiti: la democrazia, la libertà, l’indipendenza”. “Quei valori che noi abbiamo dato a lungo per scontati in Europa sono sotto attacco per la guerra di aggressione russa. Quindi, questa istituzione, che nasce per difendere i diritti fondamentali dell’uomo, deve essere presente”.

Poi, ricordando che l’idea del summit è stata lanciata da Torino, il presidente del Consiglio ha spiegato di essere “contenta che abbiamo avuto un ruolo” nella promozione di un evento che “diventa plasticamente importante per dire che noi non accetteremo che la forza del diritto sia soppiantata dal diritto del più forte”. “Se saltano le regole del diritto internazionale – ha avvertito il premier – accade questo ed è un mondo che non conviene a nessuno”.

Durante il breve incontro con la stampa Meloni ha risposto anche a una domanda su Macron: “Lo vedrà?”. “Avrò modo di vedere tutti, da qui – ha ricordato il premier – vado direttamente in Giappone per il G7. Saranno lunghe giornate nelle quali parleremo tutti con tutti”. Comunque, “non è questo che mi interessa: sono questioni di politica interna e le lasciamo alla politica interna”, ha ribadito Meloni, in riferimento ai recenti attacchi giunti al suo governo da alcuni esponenti del partito del presidente francese. “Quello che mi interessa – ha quindi precisato il presidente del Consiglio – sono le questioni che in questa fase la comunità internazionale deve avere la forza di affrontare e ribadire senza tentennare”.

In realtà c’è stato un clima di “grande cordialità” in Islanda tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni. Lo si apprende da fonti italiane, secondo cui il presidente francese ha salutato la premier prima dell’avvio del vertice del Consiglio d’Europa a Reykjavik.

Meloni, viene spiegato, per prima ha fatto gli auguri di buon compleanno al presidente della Polonia, Andrzej Duda.
Prima dell’apertura dei lavori, si è poi intrattenuta col premier britannico Sunak, il cancelliere Scholz e altri leader, conversando anche con il cardinale Pietro Parolin e il primo ministro ucraino Shmyhal, che poche settimane fa ha partecipato alla Conferenza di Roma.

La presidente del Consiglio Meloni, ha lasciato Reykjavik dopo aver partecipato al summit dei capi di Stato e di governo del Consiglio d’Europa. La delegazione italiana è decollata dalla capitale islandese diretta a Hiroshima per il G7 in Giappone. L’itinerario di volo prevede uno scalo tecnico negli Stati Uniti, ad Anchorage, la città più grande dell’Alaska.

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