“L’Italia introdurrà per la prima volta nell’agenda del G7 le questioni migratorie”, afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un messaggio alla Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori, a cui non ha potuto partecipare perché influenzata.
Dopo la trionfale rassegna di Atreju 2023, Giorgia Meloni ha accusato dei problemi di salute che l’hanno costretta a disdire gli impegni nella giornata di martedì 19 dicembre. La premier sperava di riprendersi, ma la situazione di mercoledì 20 ha suggerito di annullare tutto ciò che era stato annotato in agenda, compresi lo scambio di auguri col presidente Sergio Mattarella e la conferenza stampa di fine anno, prevista per giovedì 21 e rinviata a data da destinarsi. Lo confermano fonti di Palazzo Chigi.
Questi gli impegni annullati, secondo quanto riferito da Palazzo Chigi:
20 dicembre, ore 17: cerimonia dello scambio degli auguri di fine anno tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile, al Quirinale;
21 dicembre, ore 11: conferenza stampa di fine anno della presidente del Consiglio, che sarà riprogrammata subito dopo la pausa natalizia.
Conferenza stampa di fine anno rinviata al 28 dicembre
A confermare il rinvio della conferenza stampa di fine anno della premier ci ha pensato anche l’Ordine dei giornalisti, che ha comunicato che si terrà giovedì 28 dicembre, sempre alle ore 11 e sempre nell’aula dei gruppi parlamentari alla Camera dei Deputati.
“Priorità che questo governo – ha rivendicato la premier – ha posto in ogni sede e che con il Processo di Roma, avviato a luglio con la Conferenza su Migrazioni e Sviluppo coinvolgendo le Nazioni mediterranee, africane e del Golfo, si pone due obiettivi fondamentali: sconfiggere gli schiavisti del terzo millennio da un lato, e affrontare le cause alla base della migrazione dall’altro, con l’obiettivo di garantire il primo dei diritti, che è il diritto a non dover emigrare, potendo trovare nella propria terra le condizioni necessarie a costruire la propria realizzazione”.
“Dalle Nazioni che ti ospitano non bisogna portare via qualcosa, ma lasciare qualcosa e costruire qualcosa insieme a loro. Questa è la nostra visione”, dice la Meloni nel messaggio inviato alla XVI Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori alla Farnesina. “Ed è anche per questo che nel mondo c’è grande domanda d’Italia e le porte sono più che aperte. È un’occasione di cui dobbiamo essere consapevoli e che non possiamo sprecare”.
“A partire – prosegue – proprio dall’Africa. Purtroppo, per troppi anni, in Europa e in Occidente si è commesso l’errore di guardare ai fenomeni che hanno interessato il Continente africano – una guerra, una rivolta, una carestia, l’instabilità di questo o quel governo – come a singoli eventi legati ad una emergenza circoscritta. È stato un errore strategico, che ci ha portati spesso ad analizzare quei fenomeni con gli occhi del momento e a dover gestire le inevitabili conseguenze sprovvisti di una progettualità più ampia. E invece l’Africa, per essere capita nel profondo, ha bisogno di uno sguardo d’insieme e di una regia ad ampio spettro”.
“Noi – aggiunge la Meloni – vogliamo offrire tutto questo con un grande Piano di cooperazione, sviluppo e partenariato paritario che porta il nome di un nostro grande connazionale, Enrico Mattei. La ‘formula Mattei’ ha avuto successo in passato perché ha saputo coniugare l’esigenza di una Nazione come l’Italia di rendere sostenibile la sua crescita con quelle degli Stati partner di conoscere una stagione di sviluppo e progresso. Noi siamo ripartiti da quella formula per dire che noi, in Africa, non vogliamo fare la carità, ma vogliamo aiutarla a prosperare su ciò di cui dispone. E l’Africa non è un continente povero, ma ricchissimo, in particolare di risorse strategiche. Infatti, l’Africa ha la metà delle risorse minerarie del pianeta, tra cui abbondanti terre rare, e dispone del 65% di terreni stabili, che con adeguate tecnologie e adeguata formazione può garantire autosufficienza alimentare e crescita. E poi le grandi sfide legate all’adattamento ai cambiamenti climatici e alla transizione energetica. L’Italia si candida a diventare un ponte tra l’Africa e il resto d’Europa, uno snodo di energia pulita, sviluppando le infrastrutture (un esempio su tutti il progetto di interconnessione elettrica ELMED tra Italia e Tunisia) e la capacità di generazione necessarie, sia in Patria sia nel Mediterraneo”.
“Temi – sottolinea ancora Meloni – di cui abbiamo discusso anche nella recente COP28 a Dubai – come sapete in quel forum abbiamo posto l’Italia come primo contributore al Fondo Perdite e Danni con 100 milioni di euro e annunciato che il 70% del Fondo Italiano per il Clima sarà destinato all’Africa -, e che torneremo ad affrontare nella prossima Conferenza Italia-Africa, in agenda per il 28 e 29 gennaio a Roma. In quell’occasione presenteremo la cornice politica e le grandi direttrici di intervento del Piano Mattei: cultura e formazione; salute; agricoltura; energia; sviluppo economico e infrastrutturale; contrasto al terrorismo e ai trafficanti di esseri umani”.