Dal vertice Ue «mi aspetto passi concreti sulla base delle conclusioni dello scorso febbraio, posso dire che sono soddisfatta dall’ultima versione della bozza di conclusioni che sta girando»: ha detto il premier Giorgia Meloni, arrivando a Bruxelles.
Meloni ha sottolineato che nel testo «si chiede alla Commissione di procedere spedita e rimanda la verifica al prossimo Consiglio Ue». Quello dei migranti «è un tema considerato oggi centrale, qualcosa che era impensabile fino a qualche mese fa e viene seguito passo passo dal Consiglio».
Al suo arrivo al Consiglio europeo, Meloni ha anche risposto sulle trattative in corso sulla riforma del Patto di stabilità. «Per noi – ha aggiunto la Meloni – sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti, quindi occorre una governance più attenta alla crescita e non solamente alla stabilità. Ci sono dei passi in avanti ma su questo dobbiamo ancora lavorare molto». Il premier ha ricordato che «su queste materie ci sono sempre delle visioni abbastanza differenti», facendo riferimento alle posizioni dei cosiddetti “frugali”. «Penso che l’Unione europea debba imparare dai suoi errori, dal passato, dalla realtà che stiamo affrontando. Oggi a noi sono chiesti importanti investimenti per la transizione ecologica e digitale, per le catene di approvvigionamento strategiche, altra scelta per la quale si modificano un’assenza di attenzione che c’è stata in passato», ha sottolineato. «Non si può pensare che gli investimenti necessari a rendere competitivo il nostro sistema non vengano tenuti in considerazione nella governance», ha chiosato Meloni a proposito del patto di stabilità.
Il presidente del Consiglio auspica quindi una soluzione di “buon senso” sul tema delle auto e dei biocarburanti, mentre a Bruxelles ci sarà un bilaterale tra il cancelliere tedesco Olaf Sholz e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che potrebbe aprire a un compromesso sui carburanti sistemici.
«Sull’incontro a due non ho nulla di dire, sono normali, accadono continuamente e ne facciano anche noi. Per quanto riguarda la materia – dice il premier prima del vertice europeo – siamo in prima linea, la tesi che continuiamo a sostenere e che ribadiremo è che, fermo restando gli obiettivi della transizione che condividiamo, non riteniamo che l’Ue debba occuparsi di stabilire anche quali siano le tecnologie con le quali arrivare a quegli obiettivi».
Meloni ricorda che «ci sono delle tecnologie su cui Italia ed Europa sono potenzialmente un’avanguardia e decidere di legarsi a tecnologie sono di fatto detenute come avanguardia da nazioni esterne all’Unione è una scelta che non favorisce la competitività del nostro sistema». Ma, conclude, «mi pare una tesi di buon senso che confidiamo possa passare anche per quello che riguarda i biocarburanti».
Il premier azzera anche le polemiche sulla posizione della Lega riguardo all’Ucraina. «Non sono preoccupata perché io guardo come ho fatto altre volte ai fatti e nei fatti la linea italiana voi sapete essere molto chiara», ha aggiunto.
Tra i bilaterali previsti dal nostro premier, a margine del Consiglio europeo, è certo quello con l’omologo polacco, Mateusz Morawiecki, con quello greco, Kyriakos Mītsotakīs, «forse allargato ad altri Paesi in materia di governance».
C’è unità d’intenti riguardo il sostegno all’Ucraina, ma l’occasione è servita soprattutto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per incontrare Emmanuel Macron e riallacciare i rapporti fra Italia e Francia dopo la rottura sui migranti e il paziente lavoro di ricucitura di Mattarella.
La premier italiana, al termine della discussione con i leader europei – dove ha espresso preoccupazione sulla situazione in Tunisia, con arrivi in Italia triplicati -, ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron per un bilaterale nell’albergo dove entrambi alloggiano. Il faccia a faccia, il primo dall’ottobre scorso dopo le tensioni seguite al tema dei migranti, è durato un’ora e 40 minuti e si è svolto senza le rispettive delegazioni.
L’incontro a Bruxelles tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni “è stato un’occasione per discutere le opportunità di cooperazione su questioni importanti per entrambi i Paesi, come la migrazione, l’industria e lo spazio”. Lo riferiscono fonti dell’Eliseo al termine del bilaterale, sottolineando che il presidente francese e il premier italiano hanno parlato anche della “necessità di continuare a lavorare per la sovranità europea, sia in termini di politica industriale, per garantire la competitività dell’Unione, che di energia, per assicurare la decarbonizzazione delle loro economie”.
E’ il primo bilaterale tra i due, dopo le tensioni scoppiate sulla vicenda migranti e sulla riunione che, lo scorso febbraio, prima del summit dei 27, Macron organizzò con Volodymyr Zelensky all’Eliseo invitando il solo Olaf Scholz.
Ovviamente, al di là dei rapporti personali, si tratta di un incontro di interessi. Perché l’Italia cerca disperatamente la sponda francese per incalzare Bruxelles sulla questione migranti (laddove la Germania è poco disponibile), mentre i francesi hanno bisogno di noi sulla questione energetica.
Nel menu dell’incontro c’è la richiesta francese di una bollinatura delle tecnologie nucleari fra quelle compatibili alla transizione energetica, che per Parigi è essenziale. L’Italia può dare una mano. E certamente, in cambio, Parigi può dare una mano a Roma, in primo luogo sull’esplosiva situazione della Tunisia, ma più in generale su tutto il dossier migranti.
All’ordine del giorno anche la riforma del Patto di Stabilità: Macron può aiutare il governo Meloni ad ottenere margini di flessibilità legati alla crescita su cui finora Berlino ha fatto muro.