«Questi i numeri dei dibattiti dei primi due giorni di un’iniziativa che si è articolata attraverso dibattiti, confronti e interviste a cui hanno partecipato esponenti di governo, giornalisti, imprenditori e rappresentanti delle categorie e delle associazioni di settore», si legge in una nota del partito che ripercorre la storia di Fratellioi d’Italia: «Una festa per celebrare un percorso iniziato nel 2012 all’Auditorium di via della Conciliazione, dove migliaia di militanti si ritrovarono insieme a Giorgia Meloni per tracciare la rotta di un nuovo soggetto politico. Dall’1,96 per cento delle politiche del 2013 al 26 per cento delle ultime elezioni. E nel frattempo il congresso di Fiuggi del 2014 e quello di Trieste del 2019, che fu l’occasione per tracciare un primo bilancio e per rilanciare un nuovo patto politico per costruire un partito dove l’interesse nazionale fosse prevalente rispetto agli interessi di pochi».
Nella sala centrale per quasi trenta ore si sono alternate interviste ai principali protagonisti della politica come il presidente del Senato, Ignazio La Russa, i ministri Piantedosi, Crosetto, Tajani e Giorgetti. E poi le tavole rotonde, a cui hanno partecipato ministri, sottosegretari e presidenti di Commissione, e che hanno toccato le principali tematiche di queste settimane, dalla sovranità e sicurezza alimentare alla realizzazione di “un nuovo immaginario italiano”; dall’istruzione, famiglia e sport, alla giustizia “garanzia di libertà e sicurezza”; e poi le riforme istituzionali, il reddito di cittadinanza, con uno sguardo alla prima manovra del nuovo governo; e infine il centrodestra: “un patto con gli italiani” che festeggerà i primi trent’anni.
Giorgia Meloni ha concluso la festa per il decennale di FdI elogiando e ringraziando la classe dirigente che ha organizzato la kermesse di Piazza del Popolo. E augurando un po’ più di ottimismo agli italiani e all’Italia per l’anno nuovo. «Cresciamo più di Francia, Germania e Spagna nell’ultimo trimestre, possiamo farcela».
Rispondendo alle domande di Roberto Inciocchi (Sky Tg24) Meloni è tornata al 2012, quando iniziò la scommessa di Fratelli d’Italia. “Cosa direbbe alla Giorgia Meloni di dieci anni fa?”, le ha chiesto Inciocchi. Lei scherza: “Le direi fatti gli affari tuoi…”. Quando è nata FdI tanti scommettevano sul fatto che il partito non sarebbe sopravvissuto – ricorda ancora – e cita una frase dal Signore degli Anelli, quella del nano Gimli davanti alle sfide impossibili. “Certezza di morte, scarse possibilità di riuscita, che cosa stiamo aspettando?”. E la scommessa fu “di fare politica privilegiando ciò che era giusto rispetto a ciò che era utile al tuo destino”. Una scommessa che dato frutti rigogliosi.
Il momento più difficile? “Chiedimi qual è stato quello facile – risponde – per noi di facile non c’è stato mai niente. Eravamo come il criceto nella ruota, non riuscivi mai a vedere i risultati di quello che stavi facendo. Sapevo però che per noi sarebbe stato più difficile arrivare al 5% di quanto non fosse dal 5% arrivare molto più avanti”. E confessa di avere pensato di mollare, di dare le dimissioni se alle europee del 2019 FdI non avesse superato la sogli di sbarramento. FdI raggiunse il 6,4%. Com’è stato possibile? Giorgia Meloni ricorda una frase da lei pronunciata al congresso di FdI di Trieste: “Noi siamo un capriccio della politica. Hanno tentato di appiccicarci tante etichette, ma noi siamo una proposta politica e culturale troppo profonda per essere esaurita in una etichetta. Noi non siamo diversi da quello che eravamo ma siamo molto diversi da quello che altri volevano raccontare di noi”.
“Tra 5 anni non penso di essere rieletta, magari mi riprendo la mia vita. Ma per ora non farò le cose guardando i sondaggi ma i dati su pil, ricchezza, occupazione, su quanti figli si fanno. Difende la manovra perché, benché approvata in dieci giorni, contiene gli impegni presi con gli elettori. “Ma non temo la piazza, io che ho organizzato tante manifestazioni…”. Respinge però le critiche di Confindustria: mi devono dire dove trovare le risorse per fare di più. E quelle dei sindacati. “Ho trovato bizzarre le posizioni di alcuni sindacati. La Cgil dice che è una manovra contro i poveri, poi difende il Pos e dice che è discutibile la scelta di indicizzare di più le pensioni minime piuttosto che quelle alte, è una cosa che da un sindacato di sinistra non mi aspetterei”.
Parla della questione dei migranti e dei rapporti con la Francia. Se il prossimo consiglio europeo – spiega – “sarà dedicato alle rotte migratorie e alla difesa dei confini esterni. Questo lo si deve al fatto che l’Italia ha smesso di accettare supinamente qualcosa di inaccettabile, e cioè che l’Italia fosse l’unico porto di sbarco. E ha alzato la testa”. La redistribuzione dei migranti – ha continuato – non è la soluzione. “In cambio di che cosa i migranti verrebbero redistribuiti? C’è un accordo tacito ed è quello che l’Italia sia l’unico porto di sbarco. E allora non trovate forte la reazione della Francia di fronte alla prima nave Ong che arriva in Francia? 230 persone a fronte della 94mila arrivate in Italia da inizio anno. L’ho chiesto al Pd in aula e mi hanno risposto di no perché loro ritengono che gli italiani non hanno gli stessi diritti degli altri”. E poi basta “chiedermi se non sono andata al vertice di Alicante perché c’era Macron, mica siamo alle elementari…”. E ancora: “Ho saltato il vertice di Alicante, quello dove dicevano non ero andata per non vedere Macron, perché non ho più l’età per indossare con quattro gradi un vestito a spalle nude come alla Scala a Milano, e ho preso a febbre”.
La querela a Saviano? “Non la ritiro – ha detto tra gli applausi – io ho querelato Saviano da leader dell’unico partito di opposizione. Non la ritiro non perché io non sia avvezza alla critica. Ma Saviano mi ha dato della bastarda affibbiandomi la responsabilità della morte di un bambino in mare. Per me è un’accusa infamante. Chiedo alla magistratura se è così. Io non voglio politicizzare la questione. Questo lo sta facendo Saviano. Io da cittadina ho querelato un altro cittadino. Io rispetto tutti e gli altri devono rispettare me. E’ finita l’Italia in cui chi è di centrodestra ha meno diritti di chi è di sinistra. Nessuno è al di sopra delle legge, tutti si devono assumere la responsabilità di quello che fanno”.
Le battute finali sono state dedicate al candidato alla presidenza del Lazio. Sulla scelta del candidato “non sciolgo oggi il nodo – ha detto Meloni – ma chiaramente l’indicazione del candidato alle regionali spetta a Fdi. Tengo molto anche al fatto che ci sia un nome condiviso dagli alleati” per cui “oggi farò una rosa di tre nomi agli alleati ed entro lunedì annuncerò il nome del candidato alla presidenza della Regione Lazio”.