Meloni: ‘Il reddito di cittadinanza è stato un fallimento annunciato’

Oggi, 27 novembre, è il giorno del pagamento della ricarica del reddito di cittadinanza. A chi spetta oggi? A chi ha presentato la domanda da marzo fino a settembre. Per chi invece lo ha fatto a ottobre, il primo pagamento avviene o è avvenuto contestualmente alla consegna della carta da parte di Poste, già a partire dalla seconda metà di novembre.

Coloro che hanno presentato la domanda questo mese, dovranno attendere l’elaborazione e le disposizioni di pagamento che saranno inviate a Poste a partire dal 15 dicembre. Successivamente avverrà la distribuzione della card con l’accredito spettante.

Intanto, arriva la certezza che il reddito di cittadinanza nel 2020 non si tocca. Il sussidio sarà al centro della manovra 2020, come ha confermato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in un’intervista a diMartedì, trasmissione condotta da Giovanni Floris.

“Non aboliremo il reddito di cittadinanza, una misura universale di sostegno alla povertà e ai redditi più bassi esiste in tutta Europa ed è giusto che anche l’Italia la abbia – ha detto -. Ma stiamo da una parte rafforzando i controlli, e soprattutto dobbiamo intervenire per rafforzare il secondo pilastro, quello dell’avviamento al lavoro”.

La linea del governo è chiara sul reddito di cittadinanza e oltre a Gualtieri, nelle ultime ore anche il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ne ha ribadito la centralità nella politica economica dell’esecutivo. In Italia, “i principali interventi varati negli ultimi mesi sono il reddito e la pensione di cittadinanza. Misure necessarie – ha spiegato il ministro Catalfo – visto l’aumento esponenziale della povertà assoluta e relativa negli anni della crisi economica.

Infatti, in una decade, il numero di poveri, che nel 2008 si attestava a 2,1 milioni, è arrivato a superare i 5 milioni di individui”,  ha aggiunto sottolineando inoltre la crescita del fenomeno dei working poor. In soli 7 mesi dall’approvazione della relativa legge, il reddito e la pensione di cittadinanza hanno avuto un grande sulla diminuzione delle disuguaglianze, ha detto il ministro citando anche la messa in atto di un sistema di potenziamento e riforma delle politiche attive del lavoro, con i Centri per l’Impiego pubblici e il sistema informativo unitario.

Riguardo al reddito di cittadinanza si sono sprecate fiumi di parole riguardo a essere a favore, o contro il provvedimento. Giorgia Meloni, ad esempio, torna a demolire il provvedimento bandiera dei  Cinque Stelle: ‘Il reddito di cittadinanza doveva abolire la povertà. E invece è diventato un paghetta di Stato. Per nomadi, spacciatori. Usurai, ex brigatisti, mafiosi e usurai’.

 Intervistata da Libero, fa un bilancio drammatico dei primi mesi del reddito grillino: ‘È indubbiamente il maggior fallimento dei 5Stelle in entrambi i governi. Da quello con la Lega a quello con il Pd’. La misura non ha creato un solo posto di lavoro – incalza la Meloni – e ha solo peggiorato i conti pubblici.

Gli otto miliardi di euro accantonati per il reddito di cittadinanza andrebbero utilizzati per ben altri provvedimenti di carattere sociale. Non a caso tra i 500 emendamenti di Fratelli d’Italia alla manovra mirano a utilizzare quei soldi per progetti duraturi. In grado di garantire crescita, aiutando chi è davvero in difficoltà. La lista è lunga: asili nido gratis. Congedo parentale retribuito al 100 per cento per i primi sei mesi. Reddito di infanzia e aumento dell’assegno di natalità per i genitori meno abbienti. Ma anche Alitalia e Ilva.

Il tempo è galantuomo. Oggi a nove mesi dall’entrata in vigore del reddito tutte le crepe sono venute alla luce. Con il paradosso che i fustigatori di ieri, il Pd di Zingaretti, oggi sono al governo con i padri della riforma.

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