Meloni in Cina sigla l’accordo sulle auto elettriche

‘Il sostegno che la Cina fornisce alla Russia in termini di capacità industriale utilizzata per la guerra contro l’Ucraina è “un elemento di grande frizione” con Pechino’,  ha detto la premier Giorgia Meloni nel corso del punto stampa  a Pechino, dopo l’incontro con il presidente Xi Jingping.

Meloni ha detto che questo è stato ribadito nell’incontro di ieri aggiungendo che comunque “partendo dai principi di sovranità e integrita territoriale che pure Pechino sempre rivendica, possa diventare un soggetto, diciamo così, risolutore per la identificazione di una pace giusta in Ucraina, che parta appunto da questi principi”.

Meloni ritiene che “la Cina non abbia alcuna convenienza in questa fase a sostenere la capacità industriale russa, anche se come sappiamo non interviene direttamente”.

Secondo Meloni, la Cina sicuramente può essere un interlocutore molto importante.

Meloni, zitta zitta, muta muta, va a Pechino dove viene ricevuta da Xi Jinping e dai più importanti dignitari. In Cina l’importanza dell’ospite si misura dai minuti concessi, e la nostra premier  ha tenuto a sottolineare che la sua visita ha avuto il rango da novanta minuti. In termini di assoluta semplicità, attraverso la presidente del Consiglio,  l’Italia si riapre alla penetrazione cinese interrotta da Draghi. In massima chiarezza si può sottolineare che un premier ha sempre la potestà del ‘libero arbitrio’ attraverso il quale può accettare o rifiutare una scelta.  Quello della premier è, forse,  un gesto di indipendenza dopo la perdita del posto Nato-Sud reclamato dall’Italia e andato alla Spagna.

La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, nel corso del suo incontro diplomatico a Pechino con il governo cinese, ha portato fin qui a casa sei memorandum di collaborazione industriale tra i due Paesi, uno dei quali dedicato al tema delle auto elettriche e delle energie rinnovabili. Il contenuto dell’accordo non è stato ancora reso pubblico, anche se da più parti si avanza l’ipotesi che la futura produzione di veicoli a batteria in territorio italiano possa essere svolta da parte di costruttori cinesi. La premier italiana sul punto si è detta molto soddisfatta, soprattutto in merito alla condivisione “delle nuove frontiere di conoscenza”, con la Cina che in questo anni ha saputo conquistare il mercato globale delle auto elettriche.

Dall’altro lato della scelta di Meloni possiamo vedere l’intenzione cinese  di scaricare in Europa tutto ciò che non può vendere in Usa, con  la presidente Meloni che  ha fatto la sua rapida scelta per poi leggere un documento di buoni propositi su aziende e commercio.  

La Meloni sembra aver fatto una mossa in avanti,  ma la si può  interpretare  anche come una mossa servile. Ma prima di sapere chi sarà il futuro presidente americano – e se avremo un Presidente che scaricherà o sosterrà l’Europa -, e quello ad esso collegato.

Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken è stato in visita in Cina da tre giorni. Lungo incontro anche con il ministro degli Esteri cinese, con confronto sulle reciproche preoccupazioni: relazioni verso la stabilizzazione, ma aumentano gli elementi di tensione, dall’Ucraina a Taiwan fino a TikTok

Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping e alti funzionari cinesi a Pechino dove ha sottolineato l’importanza di “gestire responsabilmente” le differenze tra Stati Uniti e Cina, mentre le due parti si scontrano su una serie di questioni controverse a livello bilaterale, regionale e globale.

L’amministrazione Biden ha lamentato a gran voce che il sostegno cinese al settore militare-industriale russo ha permesso a Mosca di eludere le sanzioni occidentali e di intensificare gli attacchi all’Ucraina.

“Nel complesso, le relazioni tra Cina e Stati Uniti stanno cominciando a stabilizzarsi”, ha detto il ministro degli Esteri cinese. “Ma allo stesso tempo, i fattori negativi nelle relazioni stanno ancora aumentando e si stanno accumulando e le relazioni stanno affrontando tutti i tipi di interruzioni”.

“La Cina e gli Stati Uniti devono mantenere la giusta direzione di procedere con stabilità o tornare a una spirale negativa? È una questione importante per i nostri due Paesi, che mette alla prova la nostra sincerità e la nostra capacità. E se le pressioni di Washington su Pechino dovessero proseguire, ha sottolineato il ministro, questo potrebbe causare un deterioramento nei rapporti”.

Wang ha infatti illustrato, senza essere specifico, le note lamentele cinesi su politiche e posizioni degli Stati Uniti sul Mar Cinese Meridionale, Taiwan, i diritti umani e il diritto della Cina di condurre relazioni con i Paesi che ritiene più opportuni.

“I legittimi diritti di sviluppo della Cina sono stati irragionevolmente soppressi e i nostri interessi fondamentali stanno affrontando delle sfide. Le preoccupazioni della Cina sono coerenti. Abbiamo sempre chiesto il rispetto dei reciproci interessi fondamentali e invitiamo gli Stati Uniti a non interferire negli affari interni della Cina, a non frenare lo sviluppo del Paese e a non calpestare le linee rosse della sovranità, della sicurezza e degli interessi di sviluppo della Cina”, ha dichiarato.

Blinken ha risposto affermando che l’amministrazione Biden attribuisce grande importanza al dialogo tra Stati Uniti e Cina anche sulle questioni controverse. Ma come si legge in un comunicato del dipartimento di Stato, “gli Stati Uniti continueranno a difendere i nostri interessi e valori e quelli dei nostri alleati e partner, anche in materia di diritti umani e questioni economiche”. Giorgia Meloni a Washington ha confermato la linea atlantica del governo attraverso la quale i rapporti con la Cina hanno una posizione di preminenza. 

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