Meloni in Cina: “Un piano triennale per il rilancio della cooperazione”

“Credo che Italia e Cina abbiano ancora molta strada da fare insieme. E io penso che tocchi a noi lastricare il percorso. Con determinazione, concretezza, e rispetto reciproco”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha concluso il suo intervento al Business forum Italia-Cina in corso nella Grande Sala del Popolo a Pechino.

“Oggi più che mai, se non vogliamo rischiare che siano irrimediabilmente compromesse pace e stabilità, abbiamo bisogno, anche nei rapporti economici e commerciali, di una strategia condivisa, basata su decisioni che non ci danneggino l’un l’altro e seguano alcuni principi di base”. È l’auspicio di Giorgia Meloni, che elenca i principi da seguire: “promuovere la capacità di competere, rendendo le nostre economie e le catene di produzione e approvvigionamento più resilienti agli shock, più diversificate, e in grado di generare innovazioni tecnologiche senza perdere capacità manifatturiera”; “liberare il potenziale del settore privato, agevolarne una crescita sana al riparo da sostegni distorsivi della concorrenza”; “tenere presente l’esigenza della proporzionalità, per far sì che anche gli strumenti di difesa economica siano commisurati al reale livello di rischio e non producano una compressione involontaria della libertà economica e commerciale, anche internazionale, principio – conclude la premier – che è il tratto distintivo di una democrazia e di una società aperta come l’Italia”.

Il Memorandum di collaborazione industriale sottoscritto  tra Italia e Cina “comprende ora settori industriali strategici come la mobilità elettrica e le rinnovabili, settori dove peraltro la Cina già da tempo opera sulla frontiera tecnologica, il che le richiede di agire come un’economia pienamente sviluppata, quale è, condividendo con i partner le nuove frontiere di conoscenza”.

Meloni non nasconde l’obiettivo più ampio. “Sono molto contenta di vedere riuniti rappresentanti di autorevoli realtà italiane e cinesi. Questa ampia partecipazione testimonia l’intenzione di rafforzare il partenariato Italia-Cina e ragionare sui punti di forza e debolezza. L’obiettivo comune è che le nostre relazioni commerciali siano sempre più eque e vantaggiose per tutti”.

Il dialogo tra Italia e Cina e il “miglioramento delle condizioni di accesso al mercato cinese” e della “tutela della proprietà intellettuale” possono “produrre effetti ben più benefici di quelli che immaginiamo”.

Secondo la premier italiana, Cina e Italia hanno margini “per portare la loro cooperazione a nuovi livelli”. Il premier cinese ha poi fatto un richiamo allo “spirito della Via della Seta” che avrebbe assicurato “pace, cooperazione e inclusività”. Le due parti, ha proseguito, “hanno bisogno di trattarsi con sincerità e onestà”.

Un nuovo inizio nei rapporti tra Cina e Italia che esce fuori dal rapporto di “sudditanza” della via della Seta. Con queste basi il governo Meloni rilancia la cooperazione con Pechino dopo l’uscita dell’Italia dal Memorandum firmato dal governo Conte. Un piano d’azione triennale firmato domenica dal premier Meloni e dal primo ministro cinese Li Qianq.

Dopo lo stop alla via della Seta era infatti necessario riannodare i fili del dialogo e ricucire un rapporto meno squilibrato di quello siglato con la ormai archiviata “via della Seta”. E il nuovo Piano d’Azione triennale (2024-2027) siglato tra Italia e Cina va in questa direzione, individuando sei ambiti di cooperazione: dai prodotti agricoli e alimentari alle indicazioni geografiche, dall’istruzione all’ambiente e allo sviluppo sostenibile fino all’industria, compreso il settore strategico delle auto elettriche (particolarmente rilevante anche alla luce dell’intesa di Stellantis con Leapmotor). I due leader hanno, inoltre, inaugurato la 7° edizione del Business Forum Italia-Cina, alla presenza di oltre 100 aziende e associazioni di categoria italiane e cinesi.

“Credo che Italia e Cina abbiano ancora molta strada da fare insieme. E io penso che tocchi a noi lastricare il percorso. Con determinazione, concretezza, e rispetto reciproco”. Così Giorgia Meloni, nel suo intervento nella Grande Sala del Popolo a Pechino. “Il Memorandum di collaborazione industriale che abbiamo sottoscritto è un passo significativo” che “comprende ora settori industriali strategici come la mobilità elettrica e le rinnovabili, settori dove peraltro la Cina già da tempo opera sulla frontiera tecnologica, il che le richiede di agire come un’economia pienamente sviluppata, quale è, condividendo con i partner le nuove frontiere di conoscenza”. L’obiettivo comune, ricorda Meloni, è “rendere le relazioni commerciali sempre più eque e vantaggiose per tutti”. A scanso di equivoci, il capo del governo ricorda come “la nostra nazione resti desiderosa di cooperare”. Tuttavia, “è fondamentale che i nostri partner si dimostrino genuinamente cooperativi giocando secondo le regole, per assicurare che tutte le aziende possano operare sui mercati internazionali in condizioni di parità. Perché se vogliamo un mercato libero, quel mercato deve essere anche equo”.

La seconda giornata ha avuto come momento cruciale l’incontro tra Meloni e il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping. L’arrivo del premier italiano alla Diaoyutai State House, residenza di rappresentanza dove il leader cinese è solito ricevere i capi di Stato e di Governo stranieri, è previsto alle 17 (ora locale, le 11 in Italia).

“Con questo viaggio – ha spiegato la presidente del Consiglio – lanciamo un piano d’azione di tre anni che abbiamo firmato con il governo. Che definisce il prossimo triennio della nostra cooperazione bilaterale con l’obiettivo chiaramente di valorizzare il lavoro che abbiamo già fatto. Ma – ha detto Meloni – anche di esplorare nuove forme di cooperazione lavorando allo stesso tempo per un bilanciamento dei rapporti commerciali. Da questo punto di vista penso che l’Italia possa avere un ruolo importante anche per quello che riguarda le relazioni con l’Unione europea. Anche qui nel tentativo di creare rapporti commerciali che siano il più possibile equilibrati”.

La premier nel bilaterale con Xi Jinping ha ribadito che Pechino è un partner economico, commerciale, culturale di grande rilievo per l’Italia. “Come lei ricordava correttamente, questa visita cade in un doppio anniversario – ha detto la premier – l’anniversario dei 20 anni del nostro partenariato strategico. Che chiaramente definisce il livello della nostra cooperazione, e, forse ancora più importante, i 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo. È un anniversario che definisce l’antichità, la profondità dei nostri rapporti, dei rapporti tra due civiltà che sono eredi di una cultura millenaria. E che, nella capacità di conoscersi, hanno anche aiutato e contribuito ad affrontare tanti problemi. Questo è molto importante, soprattutto in una fase come quella nella quale viviamo”.

Chiaramente – ha aggiunto la premier –  il modo migliore per celebrare questi due anniversari è mantenere aperto quel canale che è stato iniziato proprio 700 anni fa da Marco Polo. Favorire le relazioni economiche, commerciali, culturali e scientifiche, ma anche il dialogo a livello multilaterale in un tempo molto complesso come quello nel quale viviamo, perché il mondo intorno a noi sta cambiando”. Meloni si è soffermata anche sui cambiamenti prodotti dall’intelligenza artificiale.

“Il sistema internazionale basato sulle regole è messo in discussione – ha detto – ci sono nuove tecnologie che impattano e che possono avere risultati incredibili sul futuro delle nostre società. Penso all’intelligenza artificiale, quelle che lei ha definito le nuove forze produttive, facendo forse riferimento proprio a come la produzione può cambiare, all’impatto che queste tecnologie possono avere ad esempio sul mercato del lavoro”. Con la Cina – questo il messaggio finale – occorre “ragionare insieme” anche “di come garantire un interscambio che continui a essere libero, perché per farlo abbiamo bisogno soprattutto che rimanga stabile il sistema di regole nel quale ci muoviamo”.

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