Meloni: ‘Non firmerò mai un Patto di stabilità che va contro l’Italia’

Giorgia Meloni è categorica e a chi le chiede se il veto sulla modifica del Patto di stabilità resta un’opzione per l’Italia, lei risponde con chiarezza: “Non la voglio mettere così. Ho detto in Parlamento e ripeto: l’unica cosa che non posso fare è dare il mio ok a un Patto che non io, ma nessun governo italiano potrebbe rispettare. Perché sarebbe ingiusto e non sarebbe utile per noi“, dice la premier nel punto stampa a Bruxelles.

“Ho avuto un bilaterale con Macron, poi Scholz, che era seduto al tavolo accanto, si è fermato. Ma a quel punto non c’erano particolari dossier. Con il presidente francese abbiamo affrontato il tema del Patto di stabilità e tutti gli altri dossier sui quali pensiamo si possa costruire una convergenza con la Francia. E sul Patto ci sono diverse convergenze su interessi comuni. Abbiamo passato in rassegna i principali dossier” a livello bilaterale e multilaterale.

La riforma del Patto di stabilità “non è stata oggetto dei lavori del Consiglio, sicuramente ci sono state interlocuzioni a margine: sono giorni di trattative. Ma il tema è rimandato all’Ecofin del prossimo 20 dicembre. Le posizioni sono ancora abbastanza distanti, bisogna lavorare ora dopo ora su questo”, ha puntualizzato la Meloni, nel punto stampa al termine del Consiglio europeo.

Giorgia Meloni fa notare che perfino Mario Monti spinge affinché si metta il veto. “Ma se la mettiamo così, non è un buon modo di cercare delle sintesi con gli altri”. “Cerchiamo di ottenere un Patto che ci offra le condizioni per fare seriamente il nostro lavoro. Noi non chiediamo una modifica del Patto per gettare soldi dalla finestra, chiediamo una modifica che ci consenta di fare quello che riteniamo giusto fare e che l’Europa si è data come strategia, parlo degli investimenti, senza essere per questo colpiti. Perché sarebbe una strategia miope: ma non per l’Italia, per l’Europa. Cerchiamo su questo di coinvolgere più paesi possibile“.

“Non siamo riusciti a trovare una soluzione sulla revisione del bilancio pluriennale, anche se è una soluzione a mio avviso alla portata. Non sono pessimista sul fatto che si possa raggiungere nel prossimo Consiglio europeo”, dice ancora la premier Giorgia Meloni, tracciando un bilancio del Consiglio europeo che si è concluso a Bruxelles. “Siamo in ogni caso soddisfatti del testo di negoziazione“, ha evidenziato Meloni, “dove ci sono tutte le priorità che l’Italia aveva posto: dalla flessibilità dei fondi esistenti alle migrazioni. C’è stato un punto, in questa trattativa, in cui sulle migrazioni era previsto niente e adesso siamo arrivati quasi a 10 miliardi da spendere particolarmente sulla dimensione esterna. Un grande risultato se riusciremo a confermarlo al prossimo Consiglio europeo”.

“Sono molto contenta sulla parte migrazione, dove è passato per intero un paragrafo proposto dall’Italia, che ribadisce” ciò che “negli ultimi Consigli non era entrato nelle conclusioni a 27” ovvero “il lavoro sulla dimensione esterna, il blocco dell’immigrazione illegale, la lotta contro i trafficanti, una più efficace politica di rimpatrio e tutta la visione che l’Italia ha contribuito a far diventare visione dell’intero Consiglio europeo”.

E’ stato “un Consiglio europeo chiaroscuro”, sintetizza la premier Giorgia Meloni al termine del summit dei capi di Stato e di governo della Ue. ”Siamo molto soddisfatti del lavoro che è stato fatto sull’allargamento“– ha spiegato Meloni – con un obiettivo che molti di noi consideravano difficile riuscire ottenere” ovvero “l’inizio delle negoziazioni, in particolare con l’Ucraina” per l’adesione alla Ue. “Ma sono anche molto soddisfatta del bilanciamento con i Balcani occidentali. L’Italia era una delle nazioni in prima linea per chiedere dei passi in avanti, soprattutto per quanto riguarda la Bosnia Erzegovina. Quindi sulla parte dell’allargamento c’è stato un risultato molto importante”, ha sintetizzato la presidente del Consiglio, che invece ha rimarcato come sulla revisione del bilancio non ci sia ancora un accordo tra i leader europei.

Sul veto minacciato, e non messo, dal presidente ungherese Orban sull’allargamento della Ue all’Ucraina, la Meloni ha spiegato: “Ho fatto esattamente quello che avevo detto avrei fatto. Penso che si è molto più utili quando si ha la facoltà di parlare con tutti e quando si cerca un punto di incontro. Se non riusciamo a fare questo, non riusciamo neanche ad arrivare agli obiettivi che vogliamo raggiungere. Bisogna avere una capacità di mediare, mettere insieme le posizioni. Questo ha consentito all’Italia di giocare un ruolo da protagonista per i risultati ottenuti. Non siamo riusciti in tutti gli intenti che avevamo ma anche per questo bisogna continuare a lavorare”.

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