Meloni presiede il G7 sull’Ucraina. Polemiche sulla Lega per dichiarazioni di Salvini su Navalny

Si svolgerà sabato 24 febbraio, in occasione del secondo anniversario dell’aggressione russa all’Ucraina, la prima riunione del G7 presieduta direttamente da Giorgia Meloni. A darne notizia è stato Palazzo Chigi, informando del fatto che alla videoconferenza dei sette Capi di Stato e di governo è previsto il collegamento del presidente Volodymyr Zelensky.

Si tratta di una conferma della grande attenzione che la presidenza italiana riserva alla questione, che è stata anche al centro del vertice sulla sicurezza di Monaco del 17 febbraio, che, sotto la presidenza di Antonio Tajani, ha riunito i ministri degli Esteri del G7 e le più alte cariche dell’Unione europea. Al primo punto della dichiarazione finale di Tajani, in qualità di presidente del vertice, si trova infatti il “Sostegno costante all’Ucraina”, presente al tavolo anche in quell’occasione con il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.

I ministri degli Esteri del G7, si legge tra l’altro nel documento, “hanno sottolineato che la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina costituisce un palese violazione dei principi stessi della Carta delle Nazioni Unite. Hanno riaffermato la loro determinazione incrollabile nel continuare a sostenere l’Ucraina nella difesa della sua libertà, sovranità, indipendenza e integrità territoriale, con i suoi confini riconosciuti nell’ambito internazionale, e hanno elogiato la straordinaria resistenza dell’Ucraina”.

“Come riconosciuto in occasione della riunione dei leader del G7 tenutasi a Vilnius lo scorso anno, i membri del G7 hanno confermato che, insieme ai partner internazionali, avanzeranno velocemente con l’Ucraina su impegni e accordi di sicurezza specifici, bilaterali e a lungo termine. Hanno espresso la loro determinazione a continuare a coordinarsi con i partner per fornire servizi militari, finanziari, politici, umanitari, economici e sostegno allo sviluppo dell’Ucraina e del suo popolo, nonché per il rafforzamento delle sanzioni contro la Russia e coloro che sostengono materialmente la sua guerra”.

“Difficilmente riesco a sapere quello che succede in tempo reale in Italia. Se la moglie dice che è stato avvelenato ci saranno elementi, immagino uscirà qualcosa. Come posso giudicare cosa succede dall’altra parte del mondo? C’è un morto, bisogna fare assolutamente chiarezza, la faranno i medici e i giudici”. Matteo Salvini evita di accusare apertamente Putin per la morte di Navalny e, oltre a scatenare la sinistra, spinge anche gli alleati a prendere posizione.

“Sull’indipendenza della magistratura russa – e di tutte quelle che operano in regimi autoritari- è lecito nutrire più di qualche dubbio – commenta Maurizio Lupi – e credo che ne sia conscio anche Matteo Salvini. Non è il momento dei distinguo, la politica, tutta, ha dato ieri un bel segnale di unità alla fiaccolata in Campidoglio: sui valori di democrazia e libertà non ci possono essere tentennamenti”.

Ribadisce il concetto il ministro Lollobrigida: “La responsabilità del regime di Putin c’è e non solo nel caso specifico di Navalny. Il regime di Putin va condannato sempre”. Parole nette cui fa eco il ministro degli Esteri Tajani: “Navalny è stato ucciso dal sistema russo che non tollera alcun elemento di democrazia”.  E così Tajani ha proseguito: “E’ chiaro che i fatti dovranno essere accertati però è indubbio che Navalny sia stato fatto morire. Non sappiamo se è stato ucciso fisicamente da un killer, ma si può provocare la morte di una persona anche con una detenzione incompatibile con la vita. E questo è successo: Navalny stava in un gulag, come quelli che usava l’Unione sovietica”.

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