Nel tracollo del centro destra alle elezioni amministrative l’unica a sorridere è Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia si conferma primo partito della coalizione da nord a sud, tranne piccole eccezioni. Fa rumore e non poco il dato di Roma che incorona FdI primo partito nella capitale con una percentuale vicina al 18%.
E proprio su Roma si gioca tutto, non solo la Meloni, ma tutto il centro destra al ballottaggio del 17 e 18 ottobre. “La partita più importante era ed è Roma e mi pare ancora aperta. Cosa festeggia il centrosinistra?” si chiede la leader di Fratelli d’Italia commentando la tornata elettorale a Roma dove ci sarà il ballottaggio tra il candidato di centrosinistra Gualtieri e il candidato di centrodestra Michetti. La Meloni canta vittoria e sottolinea, lanciando un messaggio anche agli alleati, che il candidato di Fdi può ancora giocarsela. “La partita è ancora aperta ed è ancora aperta la più importante che era ed è Roma. Sulla capitale d’Italia voglio dire che il centrodestra è avanti in modo significativo nonostante quello che dicono anche alcuni commentatori. Michetti era considerato un candidato improvvisato ed era il meno conosciuto di tutti, ma è uno stimato professionista ed è arrivato prima anche con una forbice significativa su Gualtieri. Roma e Trieste sono le due città in cui centrodestra è arrivata prima al primo turno, questo è significativo, mentre trovo molto deludente il risultato di Gualtieri, è sotto le aspettative. Temo che le cose non siano così scontate come credono nel centrosinistra”. E proprio parlando del centro sinistra, lancia più di una stoccata soprattutto al Pd. “Ascolto di una grande vittoria del centrosinistra che però io non ravviso. In Calabria si conferma il centrodestra per la Regione e per le grandi città si votava in sei capoluoghi di regione che erano 5 in mano al centrosinistra e 1 al centrodestra. Il dato di oggi è che 3 città sono al centrosinistra e 3 al ballottaggio, questi festeggiamenti temo che debbano essere rimandati ad almeno due settimane. Potrebbe accadere che il 5 a 1 sia diventato 3 a 3. Non mi pare che questa grande vittoria sia reale”. E lancia una sfida ad Enrico Letta. “Il segretario del Pd dice che la destra è battibile. Bene, ora lancio la sfida a Letta: Fdi è pronta a votare Draghi al Quirinale purché si vada subito alle elezioni”. “Non si può valutare in modo superficiale il dato sull’astensionismo. Oscilla intorno al 50%. Non siamo di fronte a crisi della politica ma della democrazia. FdI aveva denunciato la totale distanza tra la volontà dei cittadini e quello che accadeva nei Palazzi. Molti italiani hanno pensato che votare non sia una cosa utile. Siamo di fronte a una crisi non dei partiti, ma del rapporto dei cittadini con la democrazia. Il primo dato che esce dalle elezioni amministrative è la scomparsa del M5S ed è una buona notizia perché c’è il ritorno del bipolarismo: confronto tra visioni contrapposte che si sfidano e sulle quali i cittadini scelgono”.