Memorandum migranti: deliranti attacchi di Schlein e Boldrini contro Giorgia Meloni

Elly Schlein, ormai è chiaro, non riesce ad attuare il mandato di radicale cambiamento del Pd ricevendo, per converso,  abbandoni da parte di coloro che vivono il partito. Questo è il momento delle idee e delle scelte coraggiose per evitare il conflitto interno al partito, agire in modo diverso è il modo migliore per portare il Pd alla morte.  Non si parla  del conflitto tra correnti e gruppi di potere ma di un trasparente conflitto di idee e visioni del mondo, agito in pubblico e guardando al futuro. Alla Schlein per praticare il rinnovamento del partito basta non essere d’accordo sulle iniziative che portano il centrodestra e Giorgia Meloni a tagliare i traguardi. A lei basta dire: ‘Non sono d’accordo’. Al Schlein il successo internazionale del governo italiano sul memorandum d’intesa tra Ue e Tunisia, non va giù e  va all’attacco del ‘pericoloso’ centrodestra. Agitando lo spettro di quella che chiama, con il consueto linguaggio criptico, ‘ottica securitaria’. La Schlein parla di ‘accordi già visti’, ‘errori di prospettiva’, ‘scavalcamento dei diritti delle persone’: parole in libertà per  negare il passo avanti compiuto da Bruxelles su input del governo Meloni.

Per la segretaria del Pd: ‘Il memorandum d’intesa siglato tra Ue e Tunisia è basato, come gli accordi stretti nel passato con Turchia e Libia, sul tentativo di esternalizzare le frontiere dell’Ue. Un approccio con il quale non posso essere d’accordo’.

Alla Schlein si accoda Laura Boldrini,  che su Twitter definisce l’accordo con la Tunisia, ‘un buco nell’acqua per Giorgia Meloni che,  ossessionata dall’illusione di fermare le partenze, ha fatto la spola con Tunisi. Ha implorato l’autocrate Saïed di bloccare ogni partenza irregolare verso l’Italia. E  ha trascinato in questa avventura anche l’Unione europea. La quale, non ponendo la clausola di rispetto dei diritti umani, ha tradito i suoi princìpi e la sua politica estera. Ecco cosa succede quando si svende la dignità della propria Nazione  e si cede al ricatto dei dittatori’. Si dimentica, per caso, che  il vizio di fabbrica del governo Meloni era il patriottismo foriero di nuovi pericolosi nazionalismi. Oggi la sinistra radicale, invece, accusa il governo di svendere l’identità nazionale.

‘Tutto questo mette  in luce  il disagio della sinistra di fronte al capolavoro politico e diplomatico di Giorgia Meloni’, dice Francesco Filini di Fratelli d’Italia: ‘Ormai sono disposti a tutto pur di non riconoscere i risultati che sta portando a casa questo governo. Anche ad andare esplicitamente contro la Ue: è innegabile che ormai è Elly Schlein la vera antieuropeista. Una Ue che decide di difendere i propri confini cooperando attivamente con gli Stati africani è una Ue che non piace alla sinistra globalista. E subito si tira in ballo il rischio democratico e il mancato rispetto dei diritti umani. Elly Schlein oggi ha dimostrato a tutti che la sinistra è arrivata ormai alla frutta’.

Anche Augusta Montaruli, vicepresidente di FdI a Montecitorio, smentisce le ricostruzioni della sinistra. ‘Il 50% dei migranti partono dalla Tunisia con flussi superiori anche rispetto alla Libia. Per questo la scelta di Giorgia Meloni di infittire il dialogo con questo Paese e di portare sulle nostre posizioni l’Europa è quella giusta. Il blocco delle partenze, da un lato, e l’attuazione del piano Mattei, dall’altro, rappresentano la strada giusta per preservare i confini nazionali. Senza rinunciare a stare a fianco dell’Africa’.

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