L’agenzia ha reiterato il suo rating “BBB/A-2” con outlook stabile e conferma le prospettive di rallentamento dell’economia nel 2023 e 2024
QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.
E’ positiva la reazione dei mercati alla riapertura dopo il giudizio espresso da S&P sul rating dell’Italia. Lo Spread galleggia appena sotto i 200 punti, su un livello di relativa sicurezza, a fronte di un rendimento del BTP a 10 anni che si conferma al 4,91%, al di sotto dei picchi di oltre il 5% raggiunti di recente.
Anche l’andamento del mercato è migliore del resto d’Europa: l’indice principale FTSE MIB galleggia sulla parità (-0,07%) in una giornata in cui le altre borse europee appaiono più deboli.
A favorire questo andamento la conferma del rating di S&P a “BBB” dopo la Manovra, anche se il merito di credito resta sul primo gradino di investment grade, pericolosamente vicino al livello junk (spazzatura). L’agenzia ha riconosciuto che il peggioramento delle metriche di bilancio è stato causato da un rallentamento economico che è globale, mentre la prospettiva di un recupero dal 2025 lascia sperare in una ripresa per percorso di consolidamento del debito da quella data.
La conferma del rating
Nella sua review post Manovra, S&P Global Ratings ha confermato i rating dell’Italia “BBB” per il lungo termine e”A-2″ per il breve termine, mantenendo un outlook stabile. Una decisione in qualche modo attesa, in considerazione del peggioramento dell’economia globale. S&P è la prima agenzia ad essersi espressa sul merito di credito dell’Italia, ma nel corso del mese arriveranno anche i giudizi di Dbrs, Moody’s e Fitch.
I motivi
L’agenzia di rating ha confermato che la crescita economica dell’Italia rallenterà nel 2023 e nel 2024 a causa dell’aumento del risparmio del settore privato, dell’inasprimento delle condizioni di credito, del rallentamento del settore manifatturiero e dell’indebolimento del commercio globale. Entro il 2025, però, S&P prevede che la crescita del PIL reale dell’Italia tornerà al di sopra dell’1%, grazie all’accelerazione dell’utilizzo dei fondi Next Generation EU, che l’agenzia ritiene si estenderà oltre il 2026.
L’outlook stabile viene motivato dal fatto che il consolidamento del bilancio sarà più graduale di quanto previsto in precedenza, a causa del rallentamento dell’economia e dell’aumento degli interessi in percentuale del PIL, che raggiungeranno il 4,2% l’anno prossimo rispetto al 3,6% del 2021.
Rischi e opportunità
L’agenzia assume quale fattore di rischio, che potrebbe condurre ad un abbassamento del rating, il caso in cui la traiettoria di bilancio del governo dovesse deviare in modo significativo dai suoi obiettivi. Un’attuazione solo parziale delle riforme strutturali, economiche e di bilancio- si spiega – soprattutto quelle legati all’erogazione dei fondi UE, potrebbero comportare rischi anche per la crescita e le finanze pubbliche, esercitando di conseguenza pressioni al ribasso sul rating.
Al contrario, S&P ritiene che sia possibile aumentare il rating se la performance di bilancio migliorasse, ad esempio grazie all’attuazione di politiche di riduzione del deficit o di una crescita economica più forte del previsto, che porta ad un declino debito pubblico in percentuale del PIL.