La cancelliera taedesca, Angela Merkel, è arrivata in giornata in Turchia e non ha perso occasione per attaccare la Russia, dicendosi “scioccata e anche inorridita per le sofferenze subite dai civili a causa dei raid russi in Siria. Arrivata ad Ankara per incontrare il premier turco, Ahmet Davutoglu, la cancelliera tedesca non ha avuto peli sulla lingua a proposito dell’intervento di Mosca a favore dell’alleato Bashar al-Assad. La Merkel ha inoltre annunciato che Germania e Turchia chiederanno all’Onu di far rispettare una risoluzione di dicembre che invitava tutte le parti coinvolte nel conflitto in Siria a interrompere immediatamente qualsiasi attacco nei confronti della popolazione civile. “In queste circostanze – ha detto – in cui la Russia continua i suoi raid in Siria, costringendo alla fuga verso i Paesi vicini decine di migliaia di civili, è difficile che possano avere luogo dei colloqui di pace. Questa situazione deve concludersi rapidamente”. Anche il premier Davutoglu non è stato da meno, denunciando una “nuova tragedia umanitaria”.
“I raid russi in Siria non devono essere tollerati con l’idea che la Turchia accetterebbe in ogni caso i rifugiati in fuga dai bombardamenti”, ha quindi precisato Davutoglu. “Gli ultimi sviluppi della situazione della crisi siriana sono un chiaro tentativo di fare pressione sulla Turchia e sull’Europa sul tema dei migranti”, ha aggiunto, sottolineando che “non si puo’ pensare che l’emergenza migranti pesi solo sulle spalle della Turchia”.
Secondo Human Rights Watch almeno 37 civili, di cui 9 bambini, sono stati uccisi solo dal 26 gennaio in 14 raid di aerei siriani e russi in cui sono state impiegate bombe a grappolo, messe al bando dalle convenzioni internazionali. L’ente, nel suo rapporto, ha poi evidenziato che altri 8 attacchi simili sono stati denunciati da attivisti, ma non possono essere confermati con certezza perché non sono si sono potuti contattare testimoni indipendenti. L’organizzazione per i diritti umani sottolinea che i bombardamenti sono avvenuti durante la recente offensiva governativa, appoggiata dai raid aerei russi, nelle province di Aleppo, Damasco, Idlib, Homs e Hama. Alla fine di dicembre anche Amnesty International aveva accusato i russi di far uso di bombe a grappolo, affermando che “centinaia di civili” erano stati uccisi nei raid di Mosca a partire dal loro inizio, il 30 settembre.