E’ cominciata l’era di Emmanuel Macron. Francois Hollande è uscito con un applauso dall’Eliseo, il presidente più giovane della storia di Francia si è insediato, perfettamente a suo agio nei corridoi e nei saloni che proprio Hollande gli aveva fatto scoprire chiamandolo al suo fianco come consigliere. Un Macron che ha insistito nella sua postura solenne, il passo lento, il volto grave per sottolineare i momenti storici. Ma che è anche riuscito a sollevare l’entusiasmo popolare subito dopo il lungo raccoglimento sotto la pioggia all’Arco di Trionfo, davanti al memoriale del milite ignoto. ‘Il mondo e l’Europa hanno bisogno più che mai della Francia, di una Francia forte’, ha detto Macron pronunciando il breve discorso di insediamento dopo la proclamazione ufficiale e le insegne della Legion d’onore ricevute dal presidente del Consiglio costituzionale, Laurent Fabius. Un discorso che, tradizionalmente, viene dedicato dal presidente alla Francia e al suo posto nel mondo, e che Macron ha voluto dedicare soprattutto alla critica della tesi del declino del Paese, rilanciando ottimismo e spirito di conquista. Poi, spazio all’Europa: ‘Abbiamo un ruolo immenso: correggere gli eccessi nella rotta del mondo. E’ la nostra vocazione. Avremo bisogno di un’Europa più efficace, più democratica, più politica, poiché essa è lo strumento della nostra potenza e della nostra sovranità. C’è bisogno di una Francia che sappia inventare il futuro, la mia prima esigenza sarà di restituire ai francesi la fiducia in se stessi che per troppo tempo è stata indebolita’. Non ha dimenticato quella che ritiene la sua missione, liberare il lavoro, sostenere le imprese, la creatività, l’innovazione, perché la Francia è forte soltanto se è prospera.
Il primo suo impegno da presidente si è avuto attraverso l’incontro con Angela Merkel per un asse Parigi-Berlino per rilanciare un nuovo dinamismo nelle relazioni tra Germania e Francia. Convinti, entrambi, che se necessario i trattati europei si possono cambiare.
‘Abbiamo concordato che lavoreremo insieme in modo molto stretto’, ha detto la Merkel, nella conferenza stampa dopo il suo incontro con il Capo dell’Eliseo: ‘Sono consapevole che in un momento molto critico dell’Ue, vanno prese decisioni giuste’.
La Cancelliera ha parlato di progetti sul sistema fiscale per dare impulso all’Europa. Vogliamo sviluppare una road map, ha argomentato: ‘C’è una convinzione comune che non possiamo soltanto occuparci della Brexit, ma che dobbiamo pensare anche all’approfondimento della Europa’.
‘Dal punto di vista tedesco è possibile cambiare i Trattati se ciò ha senso’. Si apre con una dichiarazione a sorpresa di Angela Merkel il nuovo capitolo delle relazioni bilaterali franco-tedesche: ‘Prima di tutto dovremo lavorare su cosa vogliamo fare e, se a quel punto saranno necessarie delle modifiche dei Trattati, sarò disposta a farlo’, chiarisce la cancelliera a Berlino al termine del suo primo bilaterale col presidente francese, Emmanuel Macron. Un assist accolto subito dal nuovo inquilino dell’Eliseo: ‘La questione della modifica dei trattati è stata a lungo un tabù francese, per me non lo è’.
Il clima dell’incontro è improntato all’armonia. Con un gesto per lei molto insolito, Merkel cita Hermann Hesse: ‘Ogni inizio contiene una magia’, aggiungendo poi che: ‘Questa magia, però, resta se arrivano anche dei risultati’. Nell’attesa dei risultati, che agli occhi di Berlino significano riforme per rilanciare l’economia e il mercato del lavoro in Francia, Macron sgombera già il campo da un macigno che si era piazzato sulla strada verso un rafforzamento delle relazioni bilaterali: gli eurobond: ‘Non li ho mai chiesti, non sono favorevole a una mutualizzazione dei debiti passati, perché ciò conduce verso una politica dell’irresponsabilità’. mettendo in chiaro volere una nuova offensiva sugli investimenti: non è una copia del piano Juncker, annuncia, perché si tratta di soldi freschi.