In appena due giorni, in due città nella zona occidentale Messico sono stati ritrovati cinquanta corpi senza vita. La strage potrebbe essere la risposta al massacro di settembre a Veracruz, nel sud-est.
Ventisei cadaveri sono stati rinvenuti ieri mattina in tre autovetture abbandonate a Guadalajara, seconda città del Paese con 4,4 milioni di abitanti, mentre il giorno prima ne erano stati trovati 24, di cui 17 carbonizzati, a Culiacan.
“Ci sono stati in tutto 26 cadaveri – ha detto ieri Fernando Guzman, ministro dell’Interno dello Stato di Jalisco, di cui Guadalajara è capitale – tutti di sesso maschile e di età compresa tra 25 e 35 anni”. La maggior parte delle vittime è morta per asfissia e molti corpi erano stati denudati, mostrando scritte come “Milenio” e “Zetas”. Stando a quanto precisato da Guzman, si tratta di firme del cartello Milenio, organizzazione di narcotrafficanti del vicino Stato di Michoacan, e del gruppo criminale Zetas, nato e gestito per iniziativa di ex militari di elite e dell’esercito messicano.
Il 21 settembre scorso erano stati trovati 35 cadaveri in due furgoni abbandonati e sulla strada nel porto di Veracruz, sulla costa del Golfo del Messico. I responsabili del massacro erano stati identificati negli “Matazetas” (assassini degli Zetas), sospettati di legami con il cartello di Sinaloa.
Il presidente Felipe Calderon ha lanciato nel dicembre 2006 un’offensiva militare contro i narcotrafficanti, impegnando 50.000 soldati: da allora si contano oltre 45.000 morti, secondo dati ufficiali e conteggi della stampa.