Meta crolla: Zuckerberg licenzia 11mila dipendenti


La crisi che sta investendo da mesi le Big tech fa sentire i primi effetti dal punto di vista occupazionale. Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Meta Platforms, la holding che include Facebook, Instagram e Whatsapp, ha licenziato in un solo colpo 11mila lavoratori. È stato lo stesso fondatore del social network di Menlo Park ad annunciare ai propri dipendenti il taglio del 13% della forza lavoro: attraverso un messaggio ai propri dipendenti si è assunto la colpa per il suo eccessivo ottimismo sulla crescita dell’azienda, che ha spinto Meta ad ampliare il personale più del dovuto.

Meta licenzia 11mila dipendenti: il messaggio di Zuckerberg

“Oggi condivido alcuni dei cambiamenti più difficili che abbiamo fatto nella storia di Meta”, ha detto Zuckerberg comunicando il licenziamento degli 11mila “dipendenti di talento”.

Voglio assumermi la responsabilità di queste decisioni e di come siamo arrivati a questo punto. So che è difficile per tutti e sono particolarmente dispiaciuto per le persone colpite”, ha aggiunto.

Il fondatore ha spiegato la necessità di “diventare un’azienda più snella ed efficiente” attraverso un taglio dei costi che passerà anche attraverso una “riduzione nostro perimetro immobiliare, stiamo passando alla condivisione della scrivania per le persone che trascorrono la maggior parte del loro tempo fuori ufficio. Nei prossimi mesi implementeremo ulteriori riduzioni dei costi come questo”.

La notizia del licenziamento di migliaia di dipendenti era stata anticipata dal Wall Street Journal come uno delle conseguenze della perdita di oltre 70% del valore di Meta nell’ultimo anno e della performance finanziaria deludente nel terzo trimestre, con un forte calo dei ricavi e degli utili e una stagnazione del numero di utenti.

Il titolo ha bruciato negli ultimi tre mesi 65 miliardi di dollari di capitalizzazione, mentre la divisione Reality Labs, che si occupa di sviluppare l’universo alternativo, ha perso 9,4 miliardi di dollari in nove mesi.

Meta licenzia 11mila dipendenti: le ragioni della crisi

Il taglio netto dell’azienda sulla propria forza lavoro riflette dunque la crisi di tutto il settore tecnologico, ma è inasprita dalle ripercussioni dell’investimento fin qui fallimentare sul metaverso. Il maxi-licenziamento di Meta arriva nella settimana in cui il nuovo proprietario di Twitter, Elon Musk, ha mandato a casa circa 3.700 persone. 

Zuckerberg ha spiegato le ragioni della crisi non solo con il fatto che l’e-commerce “non è più tornato ai livelli della fase acuta della pandemia, ma la recessione macroeconomica, l’aumento della concorrenza” nella quale rientra soprattutto il successo di Tik Tok “e il calo della pubblicità online hanno fatto sì che le nostre entrate fossero molto più basse di quanto mi aspettassi”.

Il colosso del Big tech paga la tendenza opposta subita negli ultimi mesi rispetto alla crescita esponenziale registrata durante la pandemia che ha permesso all’azienda di assumere più di 27mila persone tra il 2020 e il 2021 e altri 15.344 dipendenti nei primi nove mesi del 2022, un quarto dei quali tra giugno e settembre.

L’azienda di Zuckerberg alla fine di settembre contava circa 87mila dipendenti in tutto il mondo, con circa 90 lavoratori in Italia, e aveva annunciato che la forza lavoro del gruppo avrebbe potuto essere ridotta entro la fine del 2023.

Negli Stati Uniti i dipendenti licenziati riceveranno 16 settimane di stipendio base e due settimane aggiuntive di stipendio per ogni anno di servizio. L’azienda inoltre coprirà la loro assicurazione sanitaria per sei mesi.

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